Medio Oriente. Siti: “Attacchi sulle strutture e sugli operatori sanitari sono violazione del diritto internazionale umanitario”
La società scientifica sollecita il mondo sanitario e, in generale, tutte le sigle interessate alla Salute, ad aderire al suo comunicato e a darne diffusione tramite i propri mezzi di comunicazione.
06 NOV -
La Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), a seguito dell’aggravarsi della crisi militare nei territori di Israele e Palestina, ed in accordo con i principi espressi all’interno del proprio Statuto Nazionale, esprime profonda preoccupazione per lo stato di salute delle popolazioni coinvolte e
sottolinea che gli attacchi sulle strutture e sugli operatori sanitari sono una violazione del diritto internazionale umanitario.
In una nota, la Società scientifica esprime, inoltre, grande apprezzamento per il lavoro svolto, con spirito di sacrificio e abnegazione, dal personale sanitario di entrambe le popolazioni coinvolte e, al tempo stesso, chiede alle Autorità nazionali ed europee di farsi portavoce, presso le autorità locali, della necessità di cibo e acqua pulita, nonché del ripristino del flusso elettrico presso le strutture ospedaliere, a garanzia del loro essenziale funzionamento. La SItI sollecita infine le Società scientifiche, il mondo sanitario e, in generale, tutte le sigle interessate alla Salute, ad aderire al presente comunicato e a darne diffusione tramite i propri mezzi di comunicazione.
La Società scientifica sottolinea, nello specifico, quattro aspetti:
- la riduzione della capacità di accesso alle cure e di risposta ai bisogni di Salute della popolazione ha un impatto devastante sui feriti e su tutta la popolazione, in primis i soggetti fragili e con patologie croniche e i bambini.
- il peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie dovuto alla mancanza di cibo, acqua pulita e combustibile per i generatori che alimentano gli Ospedali rischia di causare il diffondersi di patologie infettive epidemiche con conseguenze su entrambe le parti del conflitto e, soprattutto, sui fragili ivi compresi i prigionieri, le cui condizioni di salute destano grande preoccupazione.
- i tanti interventi in emergenza-urgenza effettuati dal personale sanitario senza l’utilizzo dei corretti presidi o farmaci.
- il timore di guerre civili, ondate di rifugiati e profughi con effetti catastrofici anche sulla salute mentale di tutte le popolazioni coinvolte e sullo sviluppo dei bambini negli anni a venire.
06 novembre 2023
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