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Aborto. Arcivescovo Zimowski: “Pressioni politiche per farli nelle strutture cattoliche"


“A volte, per pressioni politiche, non si è eseguita la Dottrina, per questo possono esserci stati aborti anche in strutture cattoliche”. Così il presidente del Pontifico consiglio per la Pastorale per gli operatori sanitari presentando la 27° Conferenza internazionale per gli operatori sanitari che si apre oggi a Roma.

15 NOV - "Euntes docete et curate infirmos (Mt 10,6-8 - Andate, insegnate e curate gli infermi), è il mandato di Gesù su cui si fondano due delle attività fondamentali della sua Chiesa. Impegni congiunti che devono fronteggiare sfide quali la salvaguardia dell’identità dei presìdi sanitari cattolici. A volte è successo che, a causa di pressioni politiche, in alcune strutture sanitarie cattoliche non si sia seguita la Dottrina e, per questo, possono esserci stati aborti”. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, ha usato toni inequivocabili alla presentazione della 27° Conferenza internazionale del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari in programma dal 15 al 17 novembre nell’aula nuova del Sinodo e che quest’anno ha per tema "L’Ospedale, luogo di evangelizzazione: missione umana e spirituale".

La presentazione alla stampa dell’evento è diventato un monito contro la ‘cultura della morte’ rappresentata dall'aborto e dall'eutanasia. "Le questioni fondamentali sono - ha precisato l’arcivescovo Zimowski - l’assoluto rispetto della vita dal concepimento alla sua fine naturale, l’umanizzazione delle cure, il pieno rispetto verso la persona malata e le terapie palliative". L'altolà riguarda "soluzioni aberranti, prive dell'irrinunciabile orientamento etico", perciò "gli operatori sanitari che si ispirano alla fede e alla morale cristiana devono farsi promotori e pionieri di una formazione etica che accompagni la loro preparazione professionale".

Intanto nel terzo mondo, ha denunciato la Santa Sede, "permane una grave carenza persino nella possibilità di accesso alle cure di base e spesso le persone muoiono per la mancanza di farmaci del costo di appena qualche dollaro, come nel caso delle terapie antimalariche". Mancano, inoltre, "le strumentazioni diagnostiche di base e la possibilità di farle funzionare, un’auspicabile formazione specialistica del personale sanitario".

Oltre all'arcivescovo polacco è intervenuto anche il suo vice, Jean-Marie Mupendawatu, che ha sottolineato come “le più gravi carenze, che si registrano anche nelle varie politiche sanitarie del mondo e nelle relative riforme sanitarie, hanno un chiaro risvolto etico e morale. Il sodalizio medicina-morale, etica e scienza - ha concluso - deve tradursi in costante attenzione per chiunque è chiamato a servire l’uomo”.

15 novembre 2012
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