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Roma. Traffico di anoressizzanti, 800mila euro in sei mesi


Un medico e 3 farmacisti interdetti dalla professione, 2 decreti di sequestro preventivo e 9 di perquisizione a carico di altrettanti indagati. Questi i numeri dell’operazione dei Nas su un traffico illecito di preparazioni galeniche anoressizzanti messo in piedi da un medico endocrinologo con studi nella capitale ed in Albano (RM), con la complicità delle proprie segretarie e di tre titolari di farmacia.

12 OTT - Nella prima mattinata di oggi 12 ottobre 2010, nella province di Roma, Latina e Brescia personale del Nas di Roma, in collaborazione con i Nas e il personale dell’Arma territoriale competente per territorio, ha eseguito 4 ordinanze per l’applicazione di misure interdittive dall’esercizio della professione e 2 decreti di sequestro preventivo, emessi dal G.I.P. della capitale, nonché 9 decreti di perquisizione locale e personale a carico di altrettanti indagati, emessi dalla locale Procura della Repubblica sulle risultanze investigative inerenti un traffico illecito di preparazioni galeniche anoressizzanti a base di principi attivi stupefacenti, quali Fendimetrazina, Clorazepato e Fenilpropanolamina. Protagonisti del reato, un medico endocrinologo con studi nella capitale ed in Albano (RM), con la complicità delle proprie segretarie collaboratrici e dei titolari di due farmacie adiacenti gli studi medici.
Gli elementi raccolti hanno permesso di quantificare la portata delle attività illecite perpetrate dal medico e dai farmacisti che ammontano, per il solo semestre giugno/dicembre 2009 a oltre 800mila euro.
Il valore delle strutture, delle attrezzature, delle specialità medicinali e dei principi attivi posti sotto il vincolo del sequestro, ammonta a circa due milioni di euro.
Ad informare sui dettagli dell’operazione, denominata “Slim Fit”, è un comunicato dei Nas. “È stato accertato – si legge nel comunicato - che il medico compilava falsamente ricette di pericolosi anoressizzanti intestate a pazienti che ordinavano i pastigliaggi stupefacenti telefonicamente, ovvero mediante l’invio di fax agli studi dell’endocrinologo, senza effettuare alcuna visita medica, nonché in mancanza degli imprescindibili requisiti patologici, con particolare riferimento all’indice di massa corporea previsto necessariamente per il rilascio del piano terapeutico prescrivente lo stupefacente Fendimetrazina. Le farmacie coinvolte, dopo aver ricevuto le prescrizioni che sapevano illecite perché loro recapitate non dai pazienti ma dalle segretarie degli studi medici, producevano le confezioni galeniche stupefacenti anoressizzanti provvedendo anche a spedirle -in contrassegno- direttamente al domicilio dei pazienti committenti nell’ambito dell’intero territorio nazionale, a mezzo corriere e/o servizio postale.  Ricevuto il plico, i pazienti pagavano sia il costo delle compresse alla Farmacia, nonché l’onorario che il medico pretendeva comunque anche senza aver materialmente eseguito nessuna visita”.
L’indagine prende le mosse dalla denuncia effetuata nel maggio 2009 da una giovane donna, paziente del medico che per anni le aveva somministrato compresse dimagranti a base di sostanze stupefacenti ad azione anoressizzante, nonostante la ragazza fosse affetta da “Bulimia Nervosa”, così provocandole nel tempo pesanti alterazioni dello stato psicofisico.
Le indagini, intraprese anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e attività di riscontro mediante servizi di pedinamento, ispezioni e acquisizione di copiosa documentazione, hanno permesso di accertare che il medico prescriveva le pericolose sostanze a numerosissimi pazienti sparsi sull’intero territorio nazionale, omettendo sistematicamente di sottoporli a visita, ovvero falsando i loro dati antropometrici, nello specifico peso e altezza, affinché il loro indice di massa corporea (IMC) rientrasse nel livello di obesità previsto quale presupposto fondamentale dalla normativa vigente in materia di prescrizione di stupefacenti ad azione anoressizzante. “In sostanza il medico – spiegano i Nas -, pur di soddisfare le richieste dell’imperdibile clientela, fonte di lucrosi guadagni, rilasciava le prescrizioni per ottenere i potenti e pericolosi pastigliaggi anche a soggetti normopeso. A tale scopo il professionista, a corredo delle fittizie ed abusive ricette anoressizzanti a base di Fendimetrazina, utilizzava esclusivamente dei piani terapeutici riportanti addirittura già prestampata la dicitura “Obesità di 2° livello” (obesità di tipo severo),  cmpletandone la compilazione con i dati antropometrici del paziente, ovviamente calcolati falsamente, al preciso fine di dare al documento una parvenza di legalità”.
In questo modo il professionista cercava quindi di adottare precauzioni che non lasciassero compromettenti tracce documentali nella certificazione sanitaria dei suoi pazienti e conseguentemente nelle ricette oggetto di trascrizione sui registri degli stupefacenti tenuti obbligatoriamente dai farmacisti.
Quanto a quest’ultimi, si tratta dei titolari di due farmacie del centro storico di Roma ed di Albano Laziale, i quali, pur a conoscenza degli illeciti posti in essere dal professionista, provvedevano sistematicamente a realizzare e spedire le preparazioni galeniche stupefacenti in tutt’Italia, attraverso aziende di corriere espresso o tramite il servizio postale. Alla ricezione del plico, il paziente committente pagava in contrassegno il costo delle compresse, nonché la parcella che il medico pretendeva comunque, pur non avendo sottoposto il paziente ad alcuna visita.
Condotte analoghe sono state accertata anche nella prescrizione delle sostanze dimagranti a personaggi del cinema e della televisione. Anche in questi casi il medico usava falsare l’indice di massa corporea della persona riportando artatamente valori di peso/altezza ben diversi dalla realtà, così certificando fittiziamente un’Obesità addirittura di 2^ categoria (obesità di tipo severo).
“Deve sottolinearsi la gravità degli effetti causati dai derivati anfetaminici – commenta la nota dei Nas -, che oltre a ingenerare elevata dipendenza psichica, in taluni casi possono determinare lesioni cerebrali gravi o addirittura la morte, come dimostrato ciclicamente da fatti di cronaca. Pertanto, è ancora più allarmante la pericolosità del comportamento degli insospettabili professionisti coinvolti dalle indagini i quali, facendo leva proprio sulla fiducia e professionalità che i pazienti ripongono nei medici specialisti e nei farmacisti, hanno di fatto drogato intenzionalmente ignare persone al solo fine di costringerle a continue richieste di trattamenti dimagranti a base di sostanze stupefacenti ad azione anoressizzante, allo scopo di garantirsi prolungati quanto redditizi rapporti, di fatto instaurati per fini non terapeutici”.
I provvedimenti di interdizione dalla professione riguardano il medico endocrinologo romano, due farmacisti di Roma ed una di Albano Laziale, mentre i decreti di perquisizione sono estesi, oltre che ai predetti, alle quattro segretarie dell’endocrinologo e ad un acquirente prestanome dei pastigliaggi oggetto del traffico. I sequestri preventivi si riferiscono infine ai laboratori galenici delle due farmacie coinvolte, dove si realizzavano le capsule contenenti le sostanze stupefacenti ad azione anoressizzante.
I reati contestati, che tengono conto delle singole posizioni processuali – con riferimento alle persone indagate – sono quelli previsti dagli articoli 110, 81/cpv., 481 C.P. e articoli 73 e 83 del D.P.R. 09.10.1990, n. 309.
 
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