Rezza: “Valutare riduzione tempi di somministrazione della terza dose”
19 NOV - "A livello internazionale quasi tutti i Paesi attendono 6 mesi dal completamento del ciclo primario per somministrare le terze dosi. Accorciare un po' questo intervallo non avrebbe effetti negativi ed anzi potrebbe accelerare la campagna. E' un elemento da valutare".
Così il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, nella consueta conferenza stampa settimanale per commentare i dati del monitoraggiodella Cabina di regia.
Quanto all'attuale situazione epidemiologica: "I dati parlano chiaro: c'è una tendenza all'aumento dell'incidenza e una tendenza anche se graduale all'incremento del tasso di occupazione dei posti in area medica ed intensiva. Una situazione che peggiora quindi, anche se siamo al di sotto dei numeri registrati dai Paesi dell'Europa orientale e nord occidentale. Non possiamo sapere quanto peggiorerà, sappiamo però che la crescita per ora è lenta, grazie alla campagna vaccinale, ai comportamenti e agli strumenti come il green pass, ma c'è un rapido e progressivo peggioramento", ha sottolineato Rezza.
"Dobbiamo mettere a frutto l'esperienza di Israele che con la terza dose ha visto calare i contagi - ha aggiunto -. É quanto mai opportuno rafforzare il messaggio sulla dose booster o sul richiamo. Non solo per i fragili ma per tutta la popolazione- precisa- Il vaccino riduce la circolazione del virus, favorendo una tenuta della crescita dell'incidenza. Dobbiamo aspettarci ancora una crescita, l'Rt del resto è sopra 1, ad 1,21, ma possiamo fare affidamento sulla campagna di vaccinazione e sui nostri comportamenti".
"Sui sei mesi di validità di green pass ci si era detto di aspettare questo periodo per valutare, coloro che sono in prossimità dei sei mesi dal ciclo completo sono comunque più giovani, meno a rischio quindi, diversamente dalle persone più anziane e fragili. Anticipare a meno di sei mesi la terza dose - osserva Rezza - può aiutare a contenere la circolazione dell'infezione".
C'è una crescita netta delle terze dosi di vaccino anti-Covid, ha poi sottolineato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro: "E' importante sottolineare, però, che nelle fasce di età over 80, che sono le più fragili rispetto a possibili effetti sulla salute quando contraggono l'infezione, la percentuale di persone che ha fatto la terza dose non supera il 40%. Fre la terza dose è necessario soprattutto per queste persone più fragili, ma anche per altre categorie come i trapiantati. Ricordando che si tratta delle categorie che hanno cominciato la vaccinazione già all'inizio di quest'anno".
"Vorrei ribadire l'attenzione all'uso delle mascherine anche nei contesti in cui è raccomandato, penso anche all'aperto in cui ci si assembri in maniera significativa. La mascherina altera un po' la nostra vita, ma è importane, ci consente di fare praticamente tutte le attività e in questa fase storica è importante poter contrastare la circolazione in questo senso. E' uno degli strumenti più potenti che abbiamo", ha concluso il presidente dell'Iss.