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Assemblea nazionale Cisl: medici in campo per patto con i pazienti rifondativo della professione

di Ettore Mautone

18 OTT - La Cisl Medici protagonista al convegno nazionale del sindacato ad Abano terme, la tre giorni dedicata all'Assemblea organizzativa nazionale dei Quadri dirigenti. I sindacati hanno attraversato, come tutte le altre realtà del mondo del lavoro, questi anni di crisi, ai quali il sindacalismo medico non solo non soccombe, ma dalle cui difficoltà riparte per presentarsi pronto alle esigenze del futuro: "Come la Cisl ha avviato un percorso di ri-organizzazione interna, così la Cisl Medici rilancia il guanto di sfida alla nutrita schiera di coloro che hanno trasformato il diritto alla salute in un mero problema di contabilità, tacendo però colpevolmente il fatto incontrovertibile che il problema della Sanità italiana non è spendere meno, ma spendere meglio". Con queste parole Biagio Papotto, segretario generale nazionale della Cisl Medici, sintetizza alcuni dei messaggi con cui si è chiusa ad Abano Terme l’assemblea generale del sindacato.

“La decadenza dei sindacati come presidio a rappresentanza e difesa dei lavoratori - afferma Roberto D'Angelo, componente dell'Esecutivo nazionale e segretario Cisl Medici di Napoli - è, come dice il nostro Raffaele La Capria, una malattia che attacca, sia la società intersa, sia il sistema del welfare e della sanità italiana, ma contrariamente a quel che ne pensa il grande scrittore una medicina c'è: mettere insieme passione e riflessione per scegliere il modo più opportuno di agire e contrastare quella rassegnazione che ci spingerebbe all'inerzia rinunciando alla competizione, alla critica, all'osservazione utile, alla sperimentazione di nuove strade". E la Cisl Medici non rinuncia a sperimentare le possibilità offerte dalla recente sentenza della Corte Costituzionale che ha riaperto la stagione contrattuale e dalla legge Madia, che ha previsto la creazione di un'area dirigenziale autonoma del pubblico impiego che includa i dirigenti medici, veterinari e sanitari del Ssn.

Il nodo contratto e l’appropriatezza
"La nostra disponibilità al dialogo e al confronto costruttivo in uno spirito riformatore - afferma Pino Giordano, del Dipartimento contratto della Cisl Medici – non è mai venuto meno, così sul fronte del delicato tema dell'appropriatezza clinica. Centrale purché questo non significhi sottrarre al medico la possibilità di scegliere 'secondo Scienza e Coscienza' e cosa è più utile al paziente. Ma oggi chiediamo a gran voce un serio impegno della politica nel definire l'appropriatezza organizzativa e gestionale. Per evitare che di Sanità si parli solo per giustificare nuovi tagli o per raccontare di tangenti al Nord e spese gonfiate al Sud. Vogliamo sederci nuovamente al tavolo contrattuale per affermare non astrattamente la centralità del medico nell'assistenza sanitaria ma per tentare di dare nuova dignità a tutti i colleghi cui è stata tolta a cui ha fatto posto una concezione burocratica ed economicistica della loro professione".
 
Dunque, si riparte dal contratto nazionale, dalla centralità dell'atto con cui il medico si fa carico della domanda di salute della popolazione, per chiedere alla politica di iniziare quel percorso che porti alla creazione di un vero e proprio "corpus" legislativo specifico che spezzi il circolo vizioso della contrapposizione cui spesso sono spinti, da specifici interessi esterni, il medico ed il paziente. “Lo aveva auspicato un anno fa il Procuratore nazionale antimafia Roberti, in una lezione magistrale ai medici della Cisl – aggiunge D’Angelo - tenuta presso l'Università Suor Orsola Benincasa a Napoli”. Questa volta la Cisl medici fa propria la proposta e la rilancia. "Ed alla Cisl tutta - riprende D'Angelo - noi medici chiediamo di far propria in maniera sempre più pressante la richiesta di porre fine al commissariamento delle Regioni in regime di rientro dal disavanzo e di non sottoporre più a nuovi tagli il finanziamento della Sanità, pena (come ha riconosciuto la stessa indagine del Senato sulla sostenibilità del Ssn) un ulteriore peggioramento della risposta si bisogni di salute dei cittadini ed un deterioramento non più recuperabile delle condizioni di lavoro degli operatori. Non a caso, abbiamo avanzato a tutti, amministratori e medici, nel corso di un seminario specificamente dedicato al benessere lavorativo ed alle politiche di genere, la proposta di ripartire dai Comitati unici di garanzia, nati per assicurare alle lavoratrici la reale parità di opportunità nel lavorare in questo settore. I Cug possono restituire anche agli uomini impegnati in sanità in Italia condizioni di lavoro vivibili, liberandoli così dalla sfiducia e dalla demotivazione, dato che molto spesso (per non dire quasi sempre) è sulle spalle di lavoratrici e lavoratori su cui ricadono le conseguenze sia della crescente richiesta di salute della popolazione sia delle scelte talora poco virtuose dei manager o dei vari direttori di nomina politica".
 
La Cisl Medici auspica – dunque - una rinnovata alleanza dei medici tra loro e con i cittadini, il cui luogo ideale di realizzazione può forse essere quel territorio da cui la Cisl vuole ripartire per costruire (assieme ad associazioni, movimenti, gruppi) ambienti favorevoli ad un'azione solidaristica che da sempre è nelle scelte fondative anche della Cisl Medici. "Intanto - conclude Papotto - abbiamo stretto con i giovani medici un vero e proprio "patto generazionale", per inserirli da subito nel mondo del lavoro ed impedire che siano costretti a fuggire all'estero. Anche questo dimostra che i sindacati non esistono solo per una difesa corporativa degli interessi dei propri iscritti, ma che l'opposizione ad una visione meramente aziendalistica della sanità parte da lontano ed ha radici nel nostro Dna, grazie al quale la necessaria autonomia costitutiva ed organizzativa della Cisl Medici nulla toglie all'essere pienamente inseriti in una grande confederazione, cui siamo orgogliosi di appartenere come si appartiene ad una grande famiglia".
 
Ettore Mautone

18 ottobre 2015
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