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Caso De Girolamo. Il ministro all’Aula: “Mai abusato del mio ruolo. Sono vittima di un complotto”

di Giovanni Rodriquez

Il ministro delle Politiche agricole è intervenuta così questa mattina a Montecitorio per rispondere, in un Aula semideserta, all’interpellanza parlamentare riguardante il caso delle intercettazioni illegali a suo carico sulle vicende dell’Asl di Benevento. Per De Girolamo il caso riguarda altre persone, “mai il mio nome viene coinvolto". "Pago i ‘no’ alle raccomandazioni"

17 GEN - “Vengo qui con la determinazione di spiegare i motivi per i quali mai, mai e poi mai, ho abusato del mio ruolo di deputato e mai, mai e poi mai, ho violato la legge e la Costituzione sulla quale ha giurato fedeltà”. Così il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, ha iniziato la sua difesa rispondendo questa mattina a Montecitorio, in un'Aula semideserta, in merito alla vicenda delle intercettazioni illegali sulle vicende della Asl beneventane che la vedevano coinvolta in quello che è da lei stato definito come un “linciaggio senza precedenti”.
Nel discorso del ministro non è mancato un attacco alla stampa, quando ha spiegato che “a leggere le ricostruzioni dei giornali sembra che sotto inchiesta ci sia finita io, invece la realtà è ben diversa. E per questo ringrazio l'interpellante, per aver precisato che io non sono indagata, che è indagato il Pisapia e che le intercettazioni sono abusive”.
De Girolamo ha poi sottolineato che quello che sta accadendo in questi giorni è la dimostrazione che “c’è una politica fuori dalla politica, un'inchiesta fuori dall'inchiesta e tutta l'impalcatura dello Stato democratico viene sovvertita da manovratori occulti”. Insomma, un vero e proprio complotto ai suoi danni. Questo lo scenario evocato dal ministro che ha aggiunto: “mai, mai e poi mai il mio nome è coinvolto nella truffa ai danni dell'Asl di Benevento che riguarda altre persone, una delle quali ha costruito il dossier abusivo e illegittimo su di me, frutto di un complotto ordito ai miei danni”. In merito alle indagini, poi, ha affermato: "Ho fiducia nella magistratura e sono pronta a qualsiasi forma di collaborazione".
 
Le riunioni presso il suo domicilio
“È avvenuto che io abbia tenuto riunioni nel mio domicilio a Benevento; in quel periodo allattavo mia figlia e soffrivo di una particolare patologia post parto che mi costringeva ad evitare frequenti spostamenti, come da certificati e da documentazione che io consegnerò”. Riunioni nel corso delle quali il ministro delle Politiche Agricole sostiene di aver esercitato, nel pieno del suo ruolo di parlamentare, “il diritto e dovere di segnalare situazioni e trovare soluzioni”.
 
Le nomine e i ‘no’ alle raccomandazioni
“Non posso negare che mi sia stato da più parti richiesto, anche da persone autorevoli, di intervenire per far attribuire incarichi nelle strutture sanitarie a parenti, amici, compagne, mogli, fratelli: ho sempre detto ‘no’, e forse oggi mi fanno pagare anche questo”, ha sottolineato De Girolamo. Relativamente alla questione concernente l'appalto del 118, “pago ancora una volta lo scotto di aver cercato di dare risposte alle pressioni sociali provenienti dai lavoratori del settore che da mesi protestavano in quanto non erano pagati dalla ATI, affidataria del servizio. L'unico modo pertanto per scongiurare l'interruzione del servizio e per allentare la tensione sociale dei lavoratori - ha spiegato - era quello di procedere ad un nuovo affidamento che avrebbe consentito il cosiddetto passaggio di cantiere, ossia l'assorbimento del personale del gestore uscente da parte del nuovo gestore aggiudicatario”.
 
I colloqui con Pisapia
"Con fermezza e fierezza posso escludere di aver mai fatto riferimento, direttamente o indirettamente a interessi di natura privatistica o di aver fatto gli interessi di una ditta o di un'altra, ciò dimostra che non esiste nessun direttorio politico-partitico'', ha rivendicato il ministro.
“Il signor Pisapia già un mese prima delle riunioni in questioni, aveva autonomamente assunto un provvedimento con cui prorogava il servizio fino al 31 dicembre. Costui - ha spiegato - è venuto in casa mia munito di registratore, già consapevole di aver fatto la proroga, per provocare una discussione e poter poi usare quelle registrazioni per le sue attività delinquenziali”.
 
Violata negli affetti familiari
"Respingo con tutte le forze che ho in corpo anche il semplice sospetto che io abbia agito illecitamente, rivendico la difesa della mia persona e invito a riflettere su quanto avvenuto e a non confondere mai vittime e carnefici", ha detto ancora il ministro. "Io sono stata vilipesa ed esposta alla pubblica gogna - ha aggiunto -, violata negli affetti familiari e si è arrivati addirittura alla esegesi della parolaccia sulla bocca di una donna, quasi fosse cosa diversa da quella pronunciata da un uomo". Poi ha concluso: "Confido in un fattivo e deciso intervento del Garante della privacy e della magistratura davanti all'esposto che i miei legali presenteranno".
 
Giovanni Rodriquez

17 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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