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Fazio: “Determinante contributo fornito dalle donne alla sanità italiana”


Con queste parole il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è intervenuto questo pomeriggio alla Prima Conferenza nazionale Il ruolo delle donne nell’evoluzione del Ssn promossa a Roma dal ministero. Fazio ha poi parlato dell’istituzione di un Tavolo ministeriale di monitoraggio che avrà anche il compito di “applicare alle professioni sanitarie l’accordo raggiunto ieri sera dal Ministro Sacconi sull’introduzione in tutti i livelli di contrattazione di forme di flessibilità”, volti a conciliare i tempi di vita e i tempi di lavoro delle donne.

08 MAR - “E’ determinante il contributo che le donne hanno fornito e forniscono alla sanità italiana nel suo complesso. Ricordo che una donna italiana, Rita Levi Montalcini, ha ottenuto il Premio Nobel per la medicina per i suoi importantissimi studi sulle cellule nervose e che Maria Montessori è nota in tutto il mondo per i suoi studi sulla psichiatria. Sulla scia di queste illustri pioniere sono oggi molte le donne ricercatrici italiane che si stanno facendo onore nel nostro Paese e nel mondo”. Così il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha iniziato il suo intervento all’interno della Prima Conferenza nazionale Il ruolo delle donne nell’evoluzione del Ssn, presso l’auditoruim della sede del dicastero di via Ribotta, a Roma.
Il ministro poi, citando i dati presentati in un’indagine realizzata dalla Fondazione Labos sulla femminilizzazione della sanità in Italia, ha ricordato “il dato positivo” riguardante “il numero di donne medico che tra il 2001 e il 2009 è aumentato dal 30% al 37%. Molte donne, inoltre,  si stanno facendo strada anche in specialità considerate tradizionalmente maschili come chirurgia e radiologia”.
Per Fazio un dato emerso dall’indagine che “colpisce favorevolmente”, riguarda il fatto che buona parte delle intervistate sostenga che l’atout delle donne in sanità non è comportarsi come i maschi, ma applicare alla medicina le proprie caratteristiche specifiche come la tenacia, l’intuito, la capacità di relazione.
Il ministro ha infine ricordato “l’importantissimo accordo raggiunto ieri sera al Ministero del Lavoro per iniziativa del Ministro Sacconi sulla conciliazione tra lavoro e famiglia che punta ad introdurre in tutti i livelli di contrattazione forme di flessibilità, come orari rimodulati, forme di telelavoro, lavori a tempo parziale, nuove forme di congedi parentali, per conciliare i tempi di vita e i tempi di lavoro delle donne. E’ un accordo che rappresenta una vera pietra miliare per favorire la piena partecipazione delle donne al mercato del lavoro:un altro importante risultato concreto di questo Governo”.
 
Presenti alla giornata anche i rappresentanti dei sindacati medici. Per il presidente della Fimmg, Giacomo Milillo, “la professione medica può solo guadagnare da una sua femminilizzazione, per non presentarsi solo come una consulenza medica, ma come una vera presa in cura del paziente”. Inoltre, ha sottolineato Milillo, sarà fondamentale riadattare l’organizzazione dei medici di medicina generale, “andando incontro a tutte quelle esigenze peculiari delle donne”.
 
A rimarcare le esigenze troppo spesso dimenticate delle donne, ed i loro “diritti negati”, è stato il segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise.  “Tutti questi conflitti e queste esigenze irrisolte – ha spiegato -  potrebbero diventare delle bombe se non conciliate e non affrontate con la dovuta attenzione”. Il fine, secondo il segretario Anaao, deve essere quello di costruire un modello organizzativo che tenga pienamente conto del valore che le donne possono approntare alla nostra sanità.
 
Il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, ha voluto invece evidenziare quelli che – a suo parere – sono i due problemi fondamentali della questione: “quello formativo, al momento della scelta della specializzazione, dove occorre indirizzare verso quelle aree specialistiche ‘desertificate’”. E il problema "lavorativo", ossia considerare che “il 30% delle donne all’apice della carriera è single e non ha figli, il 20% ha un solo figlio”. Si rende dunque necessario “introdurre forti elementi di equità nell’accesso alla professione e alla carriera”.
 
Anche il presidente della Cimo, Riccardo Cassi, ha ripreso il tema lavorativo sottolineando come oggi “andare in gravidanza per una donna vuol dire inimicarsi l’intero Reparto, visto che non viene sostituita”. Tornando poi a quanto in precedenza detto dal ministro Fazio, Cassi ha spiegato come l’accordo raggiunto ieri sia valido solo per il lavoro pubblico, mentre “specie nella sanità, e soprattutto nella ricerca, andrebbero garantite la formazione e l’aggiornamento a distanza, oggi quasi del tutto assenti”.
 
Posizione diversa quella del segretario generale Sumai-Assoprof, Roberto Lala, per il quale “l’accordo raggiunto ieri è valido”. “Le donne presenti nella specialistica ambulatoriale – ha spiegato Lala – sono oggi circa il 50-60% sul totale del personale medico”. Da questo punto di vista, il segretario Sumai ha sottolineato come la specialistica ambulatoriale sia “in questo caso all’avanguardia, visto che le donne sono avvantaggiate nel poter organizzare la loro quantità di lavoro in struttura pubblica secondo le loro esigenze”.
 
Peculiare è anche la situazione delle donne nella pediatrica, come rimarcato dal presidente della Fimp, Giuseppe Mele. “La quota rosa in pediatria si attesta sul 60%, ed una forte presenza femminile – ha sottolineato – aiuta nel gestire meglio la complessità del rapporto medico-paziente. La donna riesce meglio a mediare il rapporto umanizzando le visite e le cure”.
 

G.R.


08 marzo 2011
© Riproduzione riservata

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