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Stabilità. Lorenzin a tutto campo: “Confermo le disponibilità per assumere fino a 6mila medici e infermieri. E adesso basta tagli, la sanità deve avere budget certi”


All'indomani del via libera alla Stabilità in Commissione Bilancio e in contemporanea con lo sciopero dei medici, il ministro indice una conferenza stampa per rivendicare il lavoro fatto fino ad oggi. A partire dalle nuove assunzioni per far fronte all'emergenza orario di lavoro: “Abbiamo stimato un impatto fino a 329 milioni di euro per un fabbisogno teorico di 6mila unità. Ma saranno le Regioni a indicare le necessità reali”. LE MISURE PER LA SANITA'

16 DIC - Fino a 329 milioni di euro per 6mila assunzioni in sanità il tutto entro il 2017. Norme sulla medicina difensiva entro la tarda primavera, al massimo entro gli inizi dell’estate. Leve di risparmio certificate e bollinate dalla Ragioneria dello Stato con risorse liberate che saranno reinvestite nel sistema sanitario nazionale. E ancora, nuovi Livelli essenziali di assistenza che dovranno entrare in scena entro la fine di febbraio grazie a 800 milioni vincolati dal Fondo sanitario nazionale.
 
Sono queste solo alcune delle frecce all’arco che il ministro Beatrice Lorenzin ha mostrato dichiarando chiusa la stagione di lacrime e sangue per la sanità. Un addio ai tagli ribadito anche legge di Stabilità che il ministro ha voluto illustrare oggi in una conferenza stampa al Ministero di Lungotevere Ripa. Un faccia a faccia con i giornalisti che arriva all’indomani dell’approvazione dell’emendamento in Commissione Bilancio sulle nuove assunzioni e il rischio clinico, ma anche nel giorno dello sciopero dei medici.
 
Una protesta che il Ministro ha voluto raccogliere “in modo costruttivo”, ben consapevole, come ha ammesso e riconosciuto che: “Se il sistema ha retto nonostante crisi lo si deve proprio al sacrificio in termini di disponibilità e preparazione di medici e infermieri”.
 
Ecco perché, ha aggiunto, sarebbe “necessaria una riflessione del Governo sull’intero comparto sanità, che merita una grande operazione”. Dopo l’anno della buona scuola, ha sottolineato “credo sia ora venuto il momento della sanità”.
In ogni modo, per Lorenzin molto è già stato fatto, come dimostrano tutte le misure messe in campo nell’ultimo anno e che vanno dall’aumento graduale del fondo sanitario passando per le riforme strutturali fino ad arrivare a conquistare un tesoretto di risparmi che saranno reinvestiti in sanità.
 
Tappe che il Ministro ha elencato nel dettaglio ai giornalisti. Partendo naturalmente dal piatto forte della giornata: le nuove assunzioni di medici e infermieri.
 
“L’assunzione di medici e infermieri arriva da un lungo percorso
– ha spiegato – ho cercato con forza l’applicazione della direttiva europea sui turni di riposo non solo per interrompere una fase sanzionatoria carico del nostro Paese, ma ritengo che questa sia una questione di civiltà: è un diritto dei medici usufruire dei turni di riposo e un diritto per i pazienti di essere curati da persone che hanno potuto riposarsi. Per questo ho rifiutato la possibilità di una proroga”.
 
Le Regioni, ha ricordato, avevano avuto un anno di tempo per adeguarsi “ma per vari motivi non sono riuscite a proporre un piano di nuove assunzioni e di riorganizzazione interna delle procedure di lavoro per ridistribuire meglio il personale. Tutti si aspettavano quindi che il Ministro avrebbe prorogato questo tempo, e invece il Ministro ha rifiutato. Lo avevo detto e lo abbiamo fatto”.
 
Le assunzioni avranno quindi tempi e scadenze precise: “Le Regioni dal primo gennaio potranno assumerne personale con contratti flessibili per risolvere le emergenze, ed entro febbraio dovranno inviare i fabbisogni di personale medico e infermieristico necessari per rispondere alle esigenze che potrebbero derivare dall’applicazione delle normativa europea sui turni di riposo. E quindi, sulla base dei fabbisogni, partiranno i concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato, riservando un 50% per la stabilizzazione di precari. Concorsi che finiranno il loro iter massimo per il 31 dicembre 2017”.
 
E fondi ci sono:
“Il Fondo sanitario nazionale – ha sottolineato – è aumentato di 1,3 miliardi rispetto al 2014” . E altri ce ne saranno grazie alle leve contenute nella Stabilità (centrali uniche di acquisto, piani di rientro degli ospedali in deficit, risk management, medicina digitale) che consentiranno di risparmiare e di reinvestire in sanità. “Ci sono ancora margini di risparmio molto ampi – ha quindi ha ribadito il ministro - e stiamo dando alle Regioni gli strumenti” per ottenere i fondi necessari.
 
Quanto alle cifre, sollecitata da una nostra domanda, ha spiegato “Abbiamo lavorato su una stima di 329 milioni di euro per 6mila assunzioni, metà medici e metà infermieri, quote che si potrebbero modulare diversamente a seconda dei fabbisogni. E queste stime sono state fatte in eccesso. Dalle analisi dei fabbisogni delle singole Regioni, che dovrebbero arrivare a febbraio, capiremo se sono adeguate, ma potrebbe anche esserci una richiesta di fabbisogno inferiore a quanto previsto”.
 
Prima dell’estate la legge sulla medicina difensiva. Ma il Ministro ha anche un’altra carta da giocare: quella della medicina difensiva. “Uno dei pilastri della politica di Governo, un tassello della riorganizzazione del sistema” ha sottolineato con orgoglio. “Sulle norme in materia di medicina difensiva – ha quindi spiegato – abbiamo avuto garanzie di una corsia agevolata per l’approvazione del Ddl in Aula entro la tarda primavera, al massimo l’inizio dell’estate. Si tratta di pezzi del Patto della Salute, che sta vedendo la luce”.
 
A completare il puzzle della riorganizzazione del Ssn ci sono poi i nuovi Lea, ormai da un anno in panchina alla Stato Regioni. Ma per il fischio di inizio, ha assicurato Lorenzin, non bisognerà aspettare ancora molto, anche perché la legge parla chiaro: “Secondo quanto dettato dalla Stabilità, entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore dovranno essere approvati. E per la loro attuazione abbiamo anche vincolato 800 milioni di euro dal Fondo sanitario. Nella Stabilità abbiamo inoltre inserito norme per l’aggiornamento e la cifratura anche del nomenclatore, già licenziati lo scorso anno. Sarà anche istituita anche una commissione nazionale per il loro aggiornamento costante”. Insomma, ha detto “si inaugura una nuova stagione dove le prestazioni non si aggiorneranno ogni 15 anni per paura della spesa che ne deriva, ma costantemente e con un conseguente ‘drafting’ dalle vecchie alle nuove tecnologie, con chiarezza degli obiettivi che bisogna raggiungere”.
 
Ma i margini di efficientamento sono ancora molto alti. Saranno, infatti, attivate azioni di monitoraggio e controllo per verificare che quando stabilito dalla legge venga attuato. Grazie alle nuove norme sull’acquisto di beni e servizi mediante le centrali di committenza, si elimineranno le differenze di prezzo sul territorio nazionale. “Gli enti del Ssn – spiega– dovranno effettuare gli acquisti attraverso le centrali di riferimento regionali o tramite Consip. Avremo risparmi almeno del 15-20% minimo e chi seguirà altre modalità d’acquisto andrà incontro a danno erariale. E per i contratti in essere non saranno ammesse proroghe”. Insomma, entro pochi mesi, spiega ironicamente, avremo un simbolo di risparmio : “La siringa unica nazionale”.
 
E ancora, gli ospedali in deficit saranno sottoposti a pani di rientro per eliminare le inefficienze. I manager che non raggiungono i risultati decadono. E i bilanci dovranno essere obbligatoriamente pubblicati sui siti web delle aziende.
 
E nel prossimo Consiglio dei Ministri arriverà il primo dei decreti attuativi della legge Madia sulla costituzione dell’albo nazionale dei manager: “Una novità per rendere trasparente e meritocratico l’accesso alla dirigenza sanitaria. Obiettivo è permettere una selezione verso l’alto con requisiti standardizzati di grande esperienza e con un master ad hoc per la sanità”.
 
Tirando le somme: “Bisogna realizzare riforme di sistema per garantire la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, ma – ha aggiunto – in futuro dobbiamo dirci chiaramente quanto siamo disposti a spendere per la sanità, togliendo da altri settori, a fronte di un aumento della domanda sanitaria per l'invecchiamento della popolazione”. Questo, ha concluso Lorenzin “sarà il lavoro per il 2016 e il 2017”.

16 dicembre 2015
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