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Tagli o “minore aumento”?

di Cesare Fassari

Ci risiamo. Come accadde l’anno scorso anche stavolta in vista della legge di stabilità si riaffaccia lo spettro del “minor aumento” per la sanità rispetto alle promesse e agli impegni presi con le Regioni. In ballo i 2 miliardi in più promessi da Lorenzin e pattuiti con le Regioni a febbraio scorso

15 SET - Vi ricordate cosa accadde l’anno scorso? Per la sanità, fondo 2016, dovevano esserci 113 miliardi come previsto dal decreto Enti Locali dell’agosto 2015 (con il quale si era in ogni caso già ridotto di oltre 2 miliardi lo stanziamento 2016 previsto dal Patto della Salute).
 
A fine anno, con la legge di stabilità, i 113 miliardi, diventarono 111. Ma guai a parlare di tagli. Perché il Fondo, anche se solo di 1 miliardo rispetto al 2015, era effettivamente aumentato.
 
Risale a quel periodo la nozione di “mancato o minore aumento” come antidoto lessicale alla parola “tagli” che nessun governante italico ama pronunciare.
 
Nella sostanza il fondo sanitario atteso per il 2016 doveva essere di 115 miliardi secondo il Patto per la Salute siglato nel 2014, poi ridotto a 113 dalla manovrina di agosto 2015 e poi sceso a 111 con la legge di stabilità 2016.
 
Sbagliato parlare di tagli, visto che comunque quei 111 miliardi erano comunque uno in più rispetto al 2015? Forse, ma resta il fatto che Governo e Regioni avevano siglato due patti, uno nel 2014 e l’altro con l’intesa di luglio 2015 dalla quale scaturì il taglio di 2,3 miliardi del decreto Enti Locali, ambedue diventati carta straccia.
 
Quest’anno l’attesa è per riportare l’asticella del Fsn 2017 a 113 miliardi. Un impegno preso a più riprese da Lorenzin (e ribadito anche oggi), forte dell’intesa Stato Regioni dell’11 febbraio di quest’anno poi recepita nel Def, dove si parla espressamente di un Fabbisogno Sanitario Nazionale per il 2017 pari a 113,063 miliardi, e sollecitato con forza dalle Regioni anche in occasione della recente approvazione definitiva dei Lea.
 
L’articolo di stamattina di Repubblica ha rotto l’incantesimo con quell'ipotesi di nuovi tagli alla sanità per 1,5 miliardi. Un dato subito smentito da Renzi che ha assicurato che non ci saranno tagli alla sanità (e nemmeno nuove accise sul tabacco finalizzate ai farmaci anticancro) e che anzi per la sanità l’anno prossimo ci saranno più soldi rispetto al 2016.
 
Bene, ma quanti? Questo il premier non l’ha detto ma ha lasciato intendere che potrebbero essere meno dei 2 richiesti da Lorenzin. Forse 112, ancora una volta un miliardo in più come accadde l’anno scorso? Se così fosse quindi, ancora una volta, nessun taglio ma “un minore aumento”!?
 
Cesare Fassari

15 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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