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Specializzazioni area sanitaria. “Si rivedano standard e requisiti accreditamento scuole”. Interrogazione di Mandelli (FI)


"Molti di questi sono assolutamente incongrui con le realtà cliniche presenti sul territorio. In molti casi le patologie o i trattamenti formativi richiesti non sono reperibili per l'epidemiologia degli stessi". Da qui la richiesta da parte del vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato di "aggiornare gli indicatori di performance di attività didattica e formativa e di attività assistenziale per l'analisi delle singole scuole di specializzazione". IL TESTO 

20 SET - Il Governo intervenga per rivedere standard e requisiti di accreditamento per le scuole di specializzazione di area sanitaria. Questa la richiesta contenuta in un'interrogazione presentata a prima firma da Andrea Mandelli (FI).
 
Lo scorso luglio, si ricorda nel documento, a seguito dell'emendazione del citato decreto interministeriale, le scuole di specializzazione hanno risposto al decreto interministeriale recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle scuole di specializzazione di area sanitaria.
"Per quanto riguarda gli standard e i requisiti specifici, appare chiaro che molti di questi siano assolutamente incongrui con le realtà cliniche presenti sul territorio. In molti casi le patologie o i trattamenti formativi richiesti non sono reperibili per l'epidemiologia degli stessi".

"Risulta agli interroganti - si spiega nel documento - che molte scuole abbiano inserito dati esageratamente ottimistici, mentre altre scuole, che hanno indicato le casistiche reali e possibili, sembrano essere penalizzate con riduzione del numero degli specializzandi. A titolo di esempio, per la scuola di Anestesia e Rianimazione, l'offerta formativa per 20 specializzandi nel tema rianimazione cardio-polmonare pediatrica, sarebbero necessari 500 casi di arresti cardiaci quando secondo gli ultimi dati dell'AREU (Agenzia regionale emergenze urgenze 118 lombardo) in tutta la regione Lombardia, in un anno, sono stati registrati solo 151 casi di arresto cardiocircolatorio. In area metropolitana 42, di cui solo 20 nel comune di Milano. Di tutti questi, circa la metà sono di origine infortunistica/traumatica".

"Si chiede di sapere se alla luce dei fatti descritti e a tutela delle attività formative ed assistenziali delle scuole di specializzazione in area sanitaria, il Governo ritenga opportuno risolvere tale situazione, aggiornando gli indicatori di performance di attività didattica e formativa e di attività assistenziale per l'analisi delle singole scuole di specializzazione".
 

20 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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