Farmaci innovativi in farmacia. Federfarma: "Pronti a confronto con le Regioni"
L’ipotesi era stata avanzata prima da Luca Coletto, assessore coordinatore della commissione Salute delle Regioni, poi da Loredano Giorni, dirigente del Servizio farmaceutico della Toscana, e Giovanna Scroccaro, dirigente del Servizio farmaceutico del Veneto, all’evento Farmadays.
11 OTT - “Federfarma è disponibile a un confronto sulla proposta delle Regioni che aprirebbe alle farmacie del territorio la dispensazione dei cosiddetti farmaci innovativi”. Ad affermarlo è una nota del sindacato dei titolari di farmacia, raccogliendo così l’ipotesi avanzata prima da Luca Coletto, assessore alla Sanità del Veneto e coordinatore della commissione Salute della Conferenza Regioni, che aveva accennato alla possibilità che alcuni farmaci oggi limitati alla distribuzione in ospedale potessero arrivare anche alle farmacie, a patto che i presidi monitorassero consumi e impiego, e poi da Loredano Giorni, dirigente del Servizio farmaceutico della Toscana, e Giovanna Scroccaro, dirigente del Servizio farmaceutico del Veneto. ospiti domenica scorsa del convegno dell’Utifar che ha concluso la convention di Farmadays (Verona, 5-7 ottobre). I due tecnici regionali hanno spiegato che per accedere agli “innovativi” le farmacie dovrebbero prima organizzarsi per assicurarne la governance: servizi di monitoraggio per tenere traccia dei consumi e fornire dati da impiegare nell’analisi dei costi, programmi per misurare l’aderenza alla terapia e la compliance da parte dei pazienti, campagne di screening e via di seguito. Servizi, in sostanza, per i quali le Regioni sarebbero disponibili a discutere di un onorario professionale da corrispondere al farmacista.
“I ragionamenti che arrivano dai governi regionali meritano un approfondimento perché convergono con il lavoro che da tempo stiamo portando avanti”, ha affermato Annarosa Racca, presidente di Federfarma. “Pure noi, infatti, crediamo alla farmacia dei servizi intesa anche come strumento di governance del farmaco: oggi il territorio è sempre più spesso chiamato a farsi carico delle cronicità, se i medicinali “nnovativi destinati alla cura di terapie come il diabete o le malattie cardiovascolari non verranno passati in breve tempo alla distribuzione in farmacia, si graveranno i pazienti di inutili costi sociali”.
Di qui, pertanto, la disponibilità di Federfarma ad approfondire le aperture che arrivano dalle Regioni. Anche perché, secondo il sindacato, la questione può essere agevolmente “agganciata” alla trattativa in corso con l’Aifa per la riforma della remunerazione delle farmacie. “Le ipotesi sulle quali stiamo attualmente lavorando - ricorda la presidente Racca - obbediscono innanzitutto all’esigenza di stabilizzare gli attuali fatturati, sottoposti da anni a un’erosione che rischia di mettere in gioco la sopravvivenza stessa delle farmacie”. Nei piani di Federfarma, tuttavia, è già previsto che una volta raggiunto l’obiettivo ravvicinato, si passi a un secondo livello di trattativa, in cui affrontare la remunerazione proprio di quei servizi che le Regioni chiedono per passare gli “innovativi” alle farmacie.
“Il nostro auspicio – conclude Racca - è che le amministrazioni regionali supportino la trattativa in corso con l’Aifa e le sue successive fasi. Siamo anche disponibili a incontrare la commissione Salute per uno scambio di vedute, ma dev’essere chiaro fin da subito che ogni ipotesi di remunerazione per i servizi di governance di cui s’è detto va collocata in una cornice unitaria, che impegni tutte le Regioni e non alcune soltanto. Anzi, vista questa condizione l’incontro potrebbe anche essere l’occasione per un ‘timing’ sull’avvio del negoziato per la nuova convenzione, che attendiamo da più di dieci anni”.
11 ottobre 2012
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