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Numero chiuso a medicina. FederSpecializzandi contro De Luca. “No” al Ddl per abolirlo presentato dal Consiglio della Regione Campania


“Basta risposte superficiali a problemi complessi. La generazione di politici a cui De Luca appartiene è responsabile degli errori della programmazione che noi medici in formazione scontiamo, è ora di rimettere il timone a dritta” ha dichiarato Michele Nicoletti, presidente di FederSpecializzandi

29 SET -

“Basta populismi sulla sanità. Respingiamo in modo forte e chiaro le parole del presidente De Luca, così come la volontà espressa all’unanimità dal Consiglio Regionale della Campania e il relativo disegno di legge per abolire il numero chiuso a Medicina. Questi ragionamenti sono anacronistici e totalmente privi di senso”.

È quanto dichiara Michele Nicoletti, presidente di FederSpecializzandi replicando alle affermazioni del Presidente della Campania Vincenzo De Luca che si è più volte espresso duramente contro i test di ingresso a medicina, una contrarietà che si è poi sostanziata nella presentazione di un Ddl ad hoc,

“Siamo fortemente preoccupati dalla volontà di discutere questo Ddl nella Conferenza delle Regioni a cui chiediamo serietà e programmazione – ha aggiunto il presidente di FederSpecializzandi –. Basta risposte superficiali a problemi complessi. La generazione di politici a cui De Luca appartiene è responsabile degli errori della programmazione che noi medici in formazione scontiamo, è ora di rimettere il timone a dritta”.

“Ricordiamo ai non addetti ai lavori – prosegue Nicoletti - che il numero chiuso a Medicina non è il vero tappo alla programmazione delle nuove assunzioni in sanità: il problema risiede nella carenza di specialisti, soprattutto in alcune branche, per la scarsa attrattività professionale che queste esercitano. Inoltre ricordiamo anche a questo governo che l’unico strumento per contrastare il fenomeno dei gettonisti è mettere mano al blocco delle assunzioni e dare dignità a tutti coloro che ogni giorno lottano per tenere in piedi l’Ssn”.

Per Nicoletti è quindi inaccettabile che venga ancora una volta proposta questa “non-soluzione con la conseguenza diretta di sprecare risorse umane ed economiche, senza aggredire e cause profonde del fenomeno”.

In risposta alle parole di De Luca, FederSpecializzandi mette a fuoco due gravi criticità di cui nessuna forza politica si sta realmente occupando: il continuo innalzamento dell’età media associato alla continua riduzione della natalità. Questi due problemi, apparentemente slegati alla programmazione delle risorse umane, risultano particolarmente importanti poiché l’elevatissima scolarizzazione dei medici dettata dal percorso formativo più lungo tra tutti i professionisti, fa sì che le politiche sanitarie che si intraprendono oggi, risultino visibili tra non meno di un decennio e con ricadute pluridecennali.

“Per questo motivo - prosegue Nicoletti - le parole del presidente De Luca appaiono prive di senso: ora servono scelte coraggiose, studiate, condivise e votate all’efficientamento delle poche risorse che il MEF mette a disposizione della Sanità, pena l’eliminazione definitiva del SSN e l’adozione di altri modelli di assistenza sanitaria”.

Nella stessa direzione, ricorda poi Federspecializzandi, vanno anche Agenas che ha invitato il Governo a studiare bene il contesto per una migliore pianificazione, la Fnomceo e anche l'Oms che recentemente ha sì invitato i Governi a percorrere riforme volte ad incrementare la propria capacità formativa in vista di future emergenze, ma in chiave qualitativa prima che quantitativa.

“L’espansione dei posti a Medicina, per altro già programmata dal Ministro Bernini – ha aggiuntomFederico Caldart, vicepresidente vicario dell’associazione – rischia di essere un danno colossale al sistema Paese poiché non va ad agire sui determinanti delle criticità dell’Ssn ma, al contrario, fornisce risposte rapide e superficiali a problemi complessi. Temiamo che questo Ddl possa avere un iter legislativo anziché venire abortito sul nascere. Ipotizzando in buona sostanza una applicazione isorisorse, ciò potrebbe portare a un nuovo imbuto formativo, ovvero ad una generazione di medici che non sarà in grado di ultimare il percorso formativo per una insufficiente capacità formativa nazionale dettata dal contenimento della spesa pubblica. Al contrario, laddove si ipotizzassero risorse aggiuntive, si assisterebbe ad uno scadimento della qualità formativa oltre alla generazione di una nuova pletora medica”.

“Se veramente i presidenti delle Regioni sono interessati a riformare le modalità con cui avviene la formazione medica, anziché proseguire in modo improprio con questo DDL, ci contattino che saremmo veramente ben propensi di incontrarLi per discutere assieme le politiche per rendere più attrattive quelle branche le cui carenze tanto cruciano i cittadini – chiosa Nicoletti – n oi rimaniamo sempre a disposizione

29 settembre 2023
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