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Remunerazione farmacie. Mandelli (Fofi): “Accordo Aifa-Sindacati è una svolta importante”


Al Consiglio nazionale Fofi del 31 ottobre il presidente Mandelli ha difeso l'accordo sul sistema di remunerazione di farmacisti siglato all'Aifa il 16 ottobre e criticato, invece, dai ministeri Salute ed Economia, che potrebbero imporre la riapertura delle trattative. Oggi incontro all'Aifa per discutere le sorti dell'accordo.

05 NOV - “Quella di oggi sarà una relazione diversa dalle precedenti, perché siamo di fronte a una svolta importante, nessuno lo può contestare, ed è una svolta, quella del cambiamento del sistema di remunerazione della dispensazione del farmaco, che anche noi, e forse noi per primi, avevamo proposto. Comincerei dunque da qui, perché anche se le questioni economiche della farmacia di comunità non rientrano nelle nostre competenze istituzionali, si tratta di un cambiamento che ha importanti riflessi sul piano professionale”. Questo l’esordio scelto dal presidente della Fofi, Andrea Mandelli, per la sua relazione al Consiglio Nazionale della Federazione svoltosi il 31 ottobre. Inevitabile che un cambiamento importante come la riforma della remunerazione avesse il posto principale nella relazione ma, come chiaramente spiegato, perché col passaggio alla remunerazione della dispensazione del farmaco attraverso il margine commerciale a quello a quota fissa, come nel resto d’Europa, si apre la via del riconoscimento, anche economico, delle prestazioni e dei servizi resi dal farmacista nella farmacia di comunità. Tuttavia una svolta che ora potrebbe essere a rischio di profondi cambiamenti perché, come accennato da Mandelli nel corso della relazione, l'accordo siglato il 16 ottobre scorso da Aifa e Sindacati ha raccolto diverse critiche da parte del ministero dell'Economia e del ministero della Salute. Critiche che saranno discusse oggi in un nuovo incontro convocato dall'Aifa con i sindacati.
 
In attesa di conoscere le posizioni dei due ministeri e di sapere se con la riunione di oggi si riapriranno le trattative sul sistema di remunerazione di farmacisti e grossisti, Mandelli ha illustrato al Consiglio nazionale i contenuti dell'accordo del 16 ottobre, che ha difeso con forza ribadendo che si tratta di "una svolta importante, che per la Federazione avrebbe dovuto essere inserita in quel progetto di riforma organica del servizio farmaceutico che reclamiamo dal 2006 e che avrebbe dovuto essere accompagnata da una profonda revisione del ruolo del farmacista di comunità all’interno del processo di cura e assistenza”.

Mandelli ha ricapitolato i passaggi attraverso i quali si è giunti a questa riforma (la Legge 122/2010 e il decreto sulla spending review). E soprattutto ha sottolineato come i binari sui quali i lavori del Tavolo coordinato dall’Aifa fossero già indicati in modo rigido: “La struttura della remunerazione era già stabilita, parte fissa e piccola parte variabile in funzione del prezzo del farmaco, l’importo complessivo della spesa territoriale era vincolato, si parla di invarianza dei saldi per la finanza pubblica e, infine e soprattutto, in caso di mancato raggiungimento di una proposta condivisa entro il 13 novembre, sarebbero stati Governo e Regioni a decidere la ‘loro’ riforma della remunerazione”.

Di qui il giudizio negativo sulle critiche che alcuni hanno rivolto alla trattativa, critiche definite irrealistiche (impossibile cambiare il dettato di due Leggi dello Stato) e irrazionali, perché non tengono conto del fatto che i prezzi dei medicinali sono ormai da un decennio in costante caduta e un sistema basato sul margine avrebbe reso sempre più precaria la condizione economica del Servizio farmaceutico italiano. Una dinamica negativa sulla quale pesano fattori differenti: l’imporsi del generico, che andrà verso un’ulteriore diminuzione dei prezzi, l’assenza di nuovi farmaci di sintesi, e non ultimo l’effetto della crisi economica sulla spesa sanitaria.

“Certamente - ha rilanciato Mandelli - sarebbe stato meglio se questo nuovo sistema fosse stato implementato nel 2006, quando lo indicammo nel Documento federale sulla professione, e sarebbe stato comunque meglio applicarlo nel 2009: ma proprio per questo metterci mano anche solo tra un anno sarebbe stato molto peggio”.

La proposta uscita dal Tavolo sulla remunerazione “dovrà affrontare il vaglio del Governo e delle Regioni. La prudenza è d’obbligo perché è ipotizzabile una nuova fase di trattativa”, ha osservato Mandelli, con riferimento alla riconvocazione del tavolo dal parte dell’Aifa per la giornata di oggi,. Quali potrebbero essere prevedibilmente, per la parte pubblica, le criticità? “Innanzitutto – ha spiegato Mandelli - la difficoltà di identificare dati di riferimento univoci, la discesa tendenziale della spesa e non ultimo la rideterminazione dei prezzi al pubblico che porta alla diminuzione di quello dei medicinali più costosi, che però raramente vengono acquistati direttamente dal cittadino, ma anche l’aumento del prezzo di quelli meno cari. Alla luce di queste considerazioni, quindi, chiediamo al Consiglio nazionale che dia mandato al Comitato Centrale a partecipare anche a queste eventuali trattative in base alle direttive previste dalla legge”.

Davanti al Consiglio nazionale della Fofi, Mandelli ha poi ripercorso le vicende di tutto il comparto sanitario, che è alle prese con gli effetti della crisi, tradottisi in tagli della spesa e ridimensionamenti degli investimenti, per concludere però che tutto “questo non ci ha certo messi all’angolo, anzi: la Federazione ha ottenuto al tavolo  che un nostro documento di proposta sul futuro del servizio farmaceutico e dei professionisti che vi operano sia parte integrante dell’accordo definitivo.  

Due le richieste fondamentali del documento. La prima è portare il farmaco innovativo nelle farmacie di comunità, mettendo sul piatto della bilancia l’impegno della Federazione a promuovere la formazione dei colleghi sulle innovazioni farmacologiche al più alto livello possibile, anche in collaborazione con il Ministero della salute, l’Aifa e le Regioni, così da poter rendere su questi nuovi prodotti lo stesso elevato livello di prestazioni che da sempre il farmacista rende per tutti i farmaci che dispensa. Ma abbiamo sollecitato un cambiamento di passo anche per quanto riguarda i servizi e le prestazioni che il farmacista può svolgere nel processo di cura del cittadino. A oltre tre anni dall’approvazione della Legge 69/2009, i nuovi servizi delle farmacie non sono stati ancora attivati, eppure abbiamo la convinzione che una loro implementazione sia in grado di determinare economie complessive di cui potrebbe beneficiare l’intero sistema e a mio giudizio, questa è la strada che le Regioni dovrebbero sperimentare, effettuando le idonee verifiche di competenza sui relativi risparmi ottenuti”.

La proposta della Federazione, dunque, passa per il rilancio del ruolo professionale del farmacista, sia per quanto riguarda la dispensazione del farmaco, che dovrà comprendere tutti i farmaci, innovativi o meno, di cui è possibile l’uso sul territorio, ma anche le ulteriori prestazioni sanitarie, previste dalla Legge 69/2009 sulla farmacia dei servizi, che da anni costituiscono uno degli assett fondamentali dell’assistenza sul territorio nelle realtà Occidentali più avanzate, in Europa e al di là dell’Atlantico. E a questo proposito il presidente della Fofi ha ricordato come l’impegno concreto della Federazione non sia mai mancato, citando a esempio la sperimentazione dell’MUR (medicine use review) a supporto della compliance, ora in svolgimento in quattro province italiane, cui faranno seguito anche esperienze sul campo. Mandelli ha sottolineato che “in questo lavoro di sperimentazione ci sarà utile anche il Tavolo tecnico sulle prestazioni previste dalla Legge 69/2009 istituito, su nostro suggerimento, dalla Direzione programmazione e qualità delle cure del Ministero della Salute. Si insedierà  il prossimo 9 novembre, con la partecipazione di tutte le professioni sanitarie coinvolte, e si occuperà di stabilire in concreto le coordinate scientifiche delle diverse prestazioni previste, dalla diagnostica di prima istanza, alle iniziative volte a promuovere il corretto uso dei medicinali,  alle campagne di prevenzione”.  A chiusura del capitolo remunerazione, Mandelli ha invitato a  considerare che “per quanto il momento renda difficile guardare al nuovo sistema di remunerazione con la serenità che sarebbe auspicabile, non possiamo trascurare che questo cambiamento  ci offre un’occasione per rilanciare il nostro ruolo di professionisti”.

La Relazione ha poi affrontato la questione della Riforma degli Ordini che, con il regolamento dello scorso agosto, si è conclusa diversamente da come auspicavano i detrattori delle rappresentanze professionali. “Forse perché, come la Federazione ha sempre sostenuto e documentato in tutte le sedi, la gran parte degli addebiti che venivano mossi alle organizzazioni delle professioni non valevano nei nostri confronti. Tariffe minime, limitazioni alla pubblicità professionale, ostacoli all’accesso, sono tutti aspetti che nel nostro Ordine non erano presenti oppure sono stati adeguati per tempo, come nel caso della normativa sulla pubblicità.  Al contrario” ha spiegato “il provvedimento dello scorso agosto ha ribadito la centralità degli Ordini a tutela della fede pubblica e si è evitato di assegnare questo fondamentale ruolo di tutela del cittadino a soggetti diversi “e non qualificati” come ha dichiarato lo stesso Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali”.

Toccato anche il tema del Decreto Balduzzi, che nella sua versione finale non contiene molte aspetti che riguardino direttamente il servizio farmaceutico, anche se resta “la disposizione che sospende la facoltà di trasferimento della titolarità di una farmacia in caso di condanna penale in primo grado nei confronti del titolare o dei suoi collaboratori per truffa ai danni dello Stato o di altri enti pubblici, nonché per tutto il periodo di vigenza del provvedimento con cui l’autorità amministrativa competente dispone la chiusura dell’esercizio per violazione di norme di rilevanza sanitaria”.

Mandelli ha rilevato come stia arrivando a conclusione anche la questione dei concorsi per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche. Alcune Regioni hanno completato già l’iter – come la Liguria -  e pochi giorni fa il Ministero della Salute ha attivato la piattaforma telematica che permetterà la partecipazione al concorso. “Quindi i concorsi si faranno” ha riassunto Mandelli” ma è doveroso constatare come le modalità, in particolare il ricorso ai soli titoli e le attribuzioni delle maggiorazioni dei punteggi, siano un motivo di scontento generalizzato.

Dal tema dell’apertura delle nuove sedi, inevitabile il passaggio a un bilancio più complessivo della situazione attuale. “Oggi è difficile dire qual è il reale assetto del Servizio farmaceutico italiano” ha detto il presidente. “C’è stato un notevole intervento sul numero delle farmacie, una serie di manomissioni alla pianta organica che hanno portato l’Ufficio Legislativo del Ministero a concludere che questo istituto non esisterebbe più. E anche sugli orari abbiamo visto minare i capisaldi della regolazione del servizio. Regolazione che certamente è importante per le farmacie, ma soprattutto per il cittadino. Infine, anche il prezzo del farmaco etico imposto  e uguale su tutto il territorio nazionale è stato cancellato, con la possibilità di praticare sconti su tutti i farmaci acquistati direttamente dal cittadino. Sono interventi in larga misura scoordinati e frutto di spinte (…) di cui è ancora difficile capire l’effetto complessivo”.

Uno scenario difficile, dunque, nel quale però non mancano aspetti positivi: la Legge sulla farmacia dei servizi, che comunque resta un punto di partenza importante su cui innestare le azioni successive e poi, enumera Andrea Mandelli: “abbiamo frenato l’ondata della deregulation selvaggia perché anche l’aumento delle sedi farmaceutiche è dovuto transitare attraverso un concorso e le individuazione di sedi in base a criteri di opportunità, quando invece pareva si dovesse andare al “liberi tutti” e all’”arricchitevi” che tanto piacciono alla scuola liberista”. Anche se sembra più lontano dalle vicende odierne, poi, è stato sottolineato l’impatto positivo che potrà avere la cosiddetta Agenda digitale sul lavoro di tutti i farmacisti, con la possibilità di mettere in comune i dati del paziente tra i diversi attori della salute presenti sul territorio: la ricetta elettronica, il dossier farmaceutico e le altre opportunità offerte dall’information technology sono un elemento indispensabile per l’affermarsi di un nuovo modello di intervento del farmacista.

“Ma soprattutto” ha rivendicato Mandelli “siamo riusciti a riportare la discussione sul piano dell’identità professionale, intensificando il dialogo tra tutte le componenti del nostro mondo ma anche  con l’Università e le altre professioni sanitarie”.

“Se giustamente si è detto che il nuovo sistema di remunerazione ci allinea all’Europa, ebbene oggi possiamo reclamare con più forza – la forza delle idee e della logica – che tutta l’attività del farmacista sia portata agli standard europei” si è avviato a concludere Mandelli “Ancora una volta, dobbiamo sfruttare tutti gli spazi  che ci si aprono per far valere le ragioni e i valori della professione. Quei valori che vivono da cento anni, come ci hanno ricordato le splendide manifestazioni di Cuneo, Alessandria e soprattutto Napoli e che, oggi più che mai, sono i valori che possono garantirci una prospettiva all’altezza della nostra storia. Può apparire scontato sostenere che in ogni crisi si nasconde un’opportunità, ma è vero. Non è il giocatore che sceglie il campo, ma è il giocatore che decide come giocare la partita; oggi le condizioni non sono le migliori, ma sappiamo che la partita è ancora tutta da giocare. E possiamo vincerla”.





 

05 novembre 2012
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