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Insediata la nuova Commissione ECM: in agenda gestione del triennio in scadenza (sanzioni e crediti compensativi) e futuro della formazione

di Arnaldo Iodice

Primo incontro della settima Commissione nazionale per la Formazione continua in medicina. Si lavorerà per dare all’offerta formativa una qualità ancora più alta (con maggior coinvolgimento dei Provider), tenendo conto delle novità che arrivano dalle nuove tecnologie. Ora focus sulla scadenza del triennio formativo al 31 dicembre 2023.

16 OTT -

Centralità della formazione ECM, maggior qualità dell’offerta formativa, riforma del sistema per tenere il passo con le nuove esigenze di salute della popolazione, con quelle professionali degli operatori sanitari e con le evoluzioni della tecnologia, senza dimenticare le sanzioni per gli inadempienti. Sono queste le questioni principali che la settima Commissione nazionale per la Formazione continua in medicina, il cui insediamento ha avuto luogo venerdì al Ministero della Salute, alla presenza del ministro Orazio Schillaci, dovrà affrontare.

Viene dunque confermato il ruolo fondamentale della formazione continua in medicina, già ribadita alcuni giorni fa dal ministro, il quale aveva spiegato che verranno prese tutte le iniziative necessarie per favorire i professionisti sanitari a fare corsi di formazione ECM al fine di evitare “di subire i provvedimenti previsti dalla legge”, anche perché “non ci saranno sicuramente altre proroghe”. L’approvazione imminente dei decreti attuativi della legge Gelli-Bianco darà inoltre piena attuazione alla norma secondo la quale i professionisti che non avranno raccolto almeno il 70% dei crediti formativi richiesti nel triennio 2023-25 non potranno accedere alla copertura assicurativa e quindi si troveranno scoperti dalla protezione in caso di contenzioso a loro carico. “Tutti i professionisti sanitari – ha spiegato ai nostri microfoni il presidente del Consorzio gestione anagrafica delle professioni sanitarie, Roberto Monaco – potranno avere problemi sul piano assicurativo se non raggiungeranno almeno il 70% dei crediti ECM necessari. Il nostro impegno deve essere quello di cercare di aumentare il numero dei professionisti del mondo sanitario formati affinché possano adempiere a questa norma di legge”.

Tantissimi professionisti, comunque, hanno approfittato degli ultimi mesi per mettersi in regola entro il 31 dicembre (data in cui scadrà la proroga di un anno e dunque il triennio 2020-2022). “Come Cogeaps – ha spiegato ancora Monaco – abbiamo raccolto alcuni dati che ci dimostrano come nel triennio non ancora finito la percentuale di corsi fruiti dai professionisti sanitari è aumentata rispetto a quella dello scorso triennio, il quale, a sua volta, aveva visto numeri migliori rispetto ai trienni precedenti. Ciò vuol dire che c’è grande interesse intorno alla formazione continua e che dunque viene considerata un aspetto importante. Bisogna ora lavorare per dare a questa formazione maggiore qualità”.

Ciò non toglie, comunque, che c’è ancora chi non ha completato il proprio fabbisogno formativo. “Le opportunità per fare formazione ci sono – spiega Pierpaolo Pateri, tesoriere della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche – e vengono offerte dagli Ordini, dalle Federazioni e dai Provider. Crediamo che il gap vada colmato con percentuali che devono avvicinarsi al 100%. Noi faremo di tutto, con una modalità proattiva, affinché tutti vengano messi nelle condizioni di raggiungere l’obiettivo della certificabilità”.

A questo proposito, vanno ricordate le novità introdotte dal decreto Milleproroghe, tra cui i crediti compensativi per i professionisti che nei trienni precedenti (2014-2016 e 2017-2019) non avevano raggiunto i crediti necessari per completare il loro bisogno formativo. Anche loro potranno dunque sanare la posizione.

Come si diceva, però, si è discusso anche di come far evolvere il sistema ECM, pensato e realizzato in effetti in tempi molto diversi da quelli odierni. Ad oggi sono cambiate molte cose, a partire dalle esigenze di salute della popolazione (e, di conseguenza, del lavoro che viene richiesto ai professionisti sanitari) fino ad arrivare alle nuove tecnologie. “Dopo il Covid si torna daccapo a rimettere in moto tutto il processo formativo – spiega il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli –. È importante che le regioni diano il loro supporto, in particolare le aziende sanitarie, ma è anche fondamentale che ci siano corsi innovativi, che guardino al futuro e che diano ai professionisti quelle competenze che oggi i percorsi ordinari non riescono ancora a rimodulare e che invece servono a guardare sempre con maggiore speranza e determinazione al futuro”.

Le nuove tecnologie possono infatti essere utilizzate per migliorare ulteriormente la fruizione dei corsi formativi, ma strumenti come simulazione, telemedicina e intelligenza artificiale vanno usati con la consapevolezza e la preparazione necessarie. Per questo è dunque essenziale che la formazione ne tenga conto, sia come mezzo per veicolare modalità di aggiornamento continuo più all’avanguardia, sia come tema da studiare, per l’appunto, in corsi di formazione elaborati ad hoc.

In questa riforma una parte centrale verrà comunque riservata anche ai Provider, che in questi anni hanno contribuito tantissimo nell’ampliamento dell’offerta formativa ECM. Dalla riunione è emersa la volontà di coinvolgerli e dialogare, al fine di offrire un servizio di qualità sempre maggiore ai professionisti.

Arnaldo Iodice



16 ottobre 2023
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