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Rinnovo contratto farmacisti. Mnlf: “Cambio di rotta o fuga da professione non si arresterà”


"Ora, o si prende atto di tutto ciò e si procede ad un sostanziale cambiamento di rotta, oppure questa professione è destinata all’oblio, anche perché la farmacia dei servizi invece di migliorare la condizione del personale laureato, l’ha peggiorata. Oltre ad un aumento vero degli stipendi e degli straordinari, gli scatti vanno resi automatici e gli orari di lavoro conciliati con la 'vita fuori' che non è meno importante. L’insofferenza è diffusa".

06 MAG - "L’Italia è l’unico Paese nell’UE in cui gli stipendi di tutti i lavoratori dal 1990 al 2020 si sono contratti invece di aumentare (Fonte Ocse su elaborazione Openpolis). In Estonia, Lettonia e Lituania gli stipendi sono triplicati, mentre in Ungheria e Slovacchia raddoppiati. Qualcuno dirà che è l’effetto dell’entrata di questi Paesi nell’Unione Europea e forse è vero, ma allora non si spiega perché sono aumentati anche gli stipendi di Irlanda (+85,5%), Svezia (63%), Germania (33,7%), Francia (31,1%), Grecia (30,5), Portogallo (13,7%) e Spagna (6,2%) mentre solo in Italia sono diminuiti (-2,9%)?

Per i farmacisti italiani la sorte non è stata diversa e il loro stipendio è tra i più bassi dell’Unione Europea dove un collega inglese può arrivare a guadagnare sino a 50.000 sterline all’anno, quello francese 40.000 euro l’anno, quello svedese 55.000 euro l’anno. I rinnovi del Ccnl per i farmacisti invece di recuperare quanto perso con l’inflazione, sono stati anche più bassi. Perfino il recente rinnovo del contratto del commercio, a cui afferiscono gli stipendi del personale laureto che lavora nelle parafarmacie della GDO, è migliore", spiega in una nota il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (Mnlf).

"Le riforme avvenute nell’ultimo rinnovo, in particolare l’introduzione del livello Q2, hanno mostrato un sostanziale fallimento. Questo non per colpa dei sindacati, ma per la scarsa o totale assenza della volontà, da parte dei titolari di farmacia, di applicare i cambiamenti. A tutto questo si aggiunge la difficoltà crescente, per tutto il personale che lavora in farmacia, a conciliare la vita professionale con quella sociale e famigliare. Questa miscela esplosiva porta ad una insoddisfazione generalizzata che si manifesta nel modo peggiore per l’intera categoria: l’abbandono della professione. Tutto ciò porta ad una diminuzione delle iscrizioni alle facoltà di farmacia a cui non molto tempo fa, politiche poco lungimiranti, volevano porre il numero chiuso.

Ora, o si prende atto di tutto ciò e si procede ad un sostanziale cambiamento di rotta, oppure questa professione è destinata all’oblio, anche perché la farmacia dei servizi invece di migliorare la condizione del personale laureato, l’ha peggiorata. Oltre ad un aumento vero degli stipendi e degli straordinari, gli scatti vanno resi automatici e gli orari di lavoro conciliati con la 'vita fuori' che non è meno importante. L’insofferenza è diffusa, prima si agisce e prima le soluzioni potranno essere condivise, ridistribuendo quanto ottenuto di economicamente positivo dalle farmacie in questi ultimi anni", conclude il Mnlf.

06 maggio 2024
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