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Liste d’attesa. Confcooperative: “Occasione per offrire un servizio sanitario più a misura di paziente”


"Bene l’impegno a voler bloccare il fenomeno dei 'gettonisti'. Le nostre cooperative si impegnano a sviluppare modelli che integrano il Servizio Sanitario Nazionale nella risposta ai bisogni dei più fragili, fornendo servizi di qualità e non somministrando manodopera, dove l'obiettivo non è l'utile, ma erogare servizi e remunerare i lavoratori”.

05 GIU -

“Un importante pacchetto normativo per migliorare l'erogazione dei servizi sanitari che riconosce una corretta attenzione al sostegno della collaborazione con il privato accreditato, in particolare con le cooperative. Bene l’impegno a voler bloccare il fenomeno dei 'gettonisti'”.

Così Giuseppe Milanese presidente Confcooperative Sanità sul DL liste d’attesa presentato in Consiglio dei Ministri. Confcooperative valuta positivamente la previsione che introduce disposizioni per contrastare fenomeno del personale sanitario a chiamata, ma “I gettonisti – precisa il presidente Milanese- vengono forniti prescindendo da un modello societario specifico, attraverso gare di appalto che vengono bandite per arruolare personale ospedaliero con conseguenze fortemente negative non solo per il sistema pubblico, ma anche per la sanità privata non profit”.

"Sosteniamo da sempre - prosegue Milanese - il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione, quale fondamento del lavoro complementare delle nostre associate in rapporto al sistema della salute pubblica. Le nostre cooperative si impegnano a sviluppare modelli che integrano il Servizio Sanitario Nazionale nella risposta ai bisogni dei più fragili, fornendo servizi di qualità e non somministrando manodopera, dove l'obiettivo non è l'utile, ma erogare servizi e remunerare i lavoratori”.

E per ribadire il ruolo cardine della cooperazione, Confcooperative Sanità fornisce una fotografia del settore: su 23.833 imprese attive nel settore della sanità privata in Italia, il 32,2% (7.669) sono cooperative, con oltre 327.000 operatori che rappresentano il 59,8% della forza lavoro del settore.

“Le cooperative sono l'ancora di salvezza delle aree interne e periferiche, spesso l'unica presenza imprenditoriale privata nel settore della sanità in 382 comuni delle aree interne. Sono inoltre le più attive nei servizi domiciliari e semiresidenziali con 4.861 imprese, rappresentando l'87,5% del totale per tutte le fragilità”.

“Bene, invece, - evidenzia Milanese - l'aumento progressivo della percentuale di spesa per l'acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati, per migliorare l'efficienza e la tempestività delle cure, a patto che vengono tempestivamente aggiornate le tariffe. Accogliamo positivamente - conclude Milanese - anche il riconoscimento della centralità del Dipartimento di Salute Mentale, ma auspichiamo che venga valorizzato il ruolo delle cooperative sanitarie e sociosanitarie a sostegno dei servizi di salute mentale nei territori e nelle comunità”.



05 giugno 2024
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