Contratti. Lucà (Fassid): “Nessuna trattativa senza aumenti economici”
di Francesco Lucà
Dopo la decisione di ieri del Cdm non c’è da parte nostra alcuna possibilità di sederci a un tavolo sulla normativa finché saremo legati mani e piedi dal punto di vista degli aumenti. Se vogliamo discutere, partiamo dalla parte economica, altrimenti non sarà possibile trovare margini di trattativa
09 AGO - A quanto pare ci siamo giocati un’altra tornata contrattuale. In barba alle rassicurazioni del ministro Lorenzin che ci aveva promesso di valutare attentamente la nostra situazione, il Consiglio dei ministri ha nuovamente prorogato il blocco della contrattazione estendendolo a tutto il 2014.
Non si tratta di un semplice danno economico, ma dell’ennesima dimostrazione di quanta poca attenzione ci sia nei confronti della sanità. Vuol dire non comprendere le nostre specificità e gettarci nel calderone del pubblico impiego.
Come infatti avevamo spiegato al ministro della Salute, esistono dei fondi di crescita aziendali che sono frutto dell’organizzazione interna delle aziende e che non richiedono esborsi né dallo Stato né dalle Regioni. Tali fondi potrebbero servire a garantire il finanziamento di voci come l’indennità di esclusività o gli scatti di anzianità, ma il rinnovo del blocco tout court, va a strozzare anche queste possibilità, rendendoci di fatto tutti più precari.
Adesso ci chiedono di sederci al tavolo sulla normativa contrattuale. Con quali prospettive, chiediamo noi? Come possiamo discutere con chi, bloccando la crescita interna, dimostra di non comprendere le nostre dinamiche contrattuali?
Sia chiaro, non c’è da parte nostra alcuna possibilità di sederci a un tavolo sulla normativa finché saremo legati mani e piedi dal punto di vista degli aumenti. Se vogliamo discutere, partiamo dalla parte economica, altrimenti non sarà possibile trovare margini di trattativa.
Francesco Lucà
Coordinatore nazionale Fassid
09 agosto 2013
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