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Convenzione medicina generale. Tutto rimandato a settembre. I sindacati: “Presenteremo nostre proposte e Sisac riformulerà un nuovo articolato dopo l’estate”


Questo è quanto emerso dalla riunione odierna tra i sindacati e la Sisac. Fimmg: “Ribaditi nostri punti irrinunciabili. Nella prossima riunione presenteremo nostre proposte. E trattative saranno separate”. Snami: “Evitare che regioni ed aziende sanitarie diano ‘sfogo ad una estrosa e per noi penalizzante libera interpretazione’”. Ma lo Smi insiste per modifica Atto d'indirizzo: “Prendere in seria considerazione il parere giuridico che traccia i profili di illegittimità”.

12 LUG - L’articolato della convenzione di medicina generale sarà riscritto dalla Sisac che presenterà un nuovo documento a settembre anche tenendo in considerazione le indicazioni che arriveranno dai sindacati nel prossima riunione fissata il prossimo 19 luglio. Questo in sostanza è quanto emerso dalla riunione odierna tra i sindacati e la Sisac per il rinnovo della convenzione dei medici di medicina generale. Dopo le polemiche degli ultimi mesi sull'Atto d'indirizzo contenente, tra l'altro e non solo, il contestatissimo modello H16 e dopo che anche la Fimmg (il principale sindacato di area che sull'Atto aveva dato il suo assenso) ha bocciato la prima proposta ufficiale di articolato della Sisac, tutto sostanzialmente viene rimandato. Probabilmente a questo punto si procederà in modo separato (la Fimmg ha dichiarato di aver chiesto e ottenuto tavoli separati). I sindacati singolarmente esporranno le loro proposte alla Struttura guidata da Vincenzo Pomo che si prenderà il periodo di ferie estive nel tentativo di venire incontro alle richieste dei medici (che de facto difendono la loro autonomia) senza rendere al contempo la nuova convenzione 'indigeribile' alle Regioni che hanno invece l'esigenza di controllare spesa e funzionamento del nuovo modello di cure primarie. Un equilibrio complicatissimo da trovare, prova ne è che sono passati quasi 4 anni dalla Legge Balduzzi e la convenzione ancora non si è firmata.

Ma tornando ad oggi i sindacati hanno apprezzato l'atteggiamento di apertura della Sisac. Voce in qualche modo fuori dal coro per lo Smi che chiede di valutare l'illegittimità dell'Atto d'indirizzo. 

Vediamo i commenti. “Noi abbiamo ribadito le nostre posizioni - ha detto il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo -  e la Sisac ha accettato di riscrivere l'articolato”.
 
“Durante la riunione – ha precisato Milillo – non si è esaminata la bozza ma si è convenuto su un metodo di lavoro  che prevede che nella prossima riunione fissata per il 19 luglio ogni sindacato presenti ciascuno in modo separato un modello di accordo. La Sisac prenderà appunti e verificare con le Regioni eventuali modifiche all’articolato”.
 
“Certamente – ha commentato Milillo – la riunione con la Sisac è stata positiva e conferma la volontà della Struttura di venire incontro alle nostre richieste. Purtroppo in questi mesi abbiamo notato una contraddizione tra detto e scritto e pensiamo per questo che vi siano delle resistenze regionali. Per noi la nuova convenzione dev’essere un contratto firmato da due parti che devono stare sullo stesso piano: diritti e sanzioni devono esserci per tutti. E  in questo senso crediamo per esempio che ci sia un’eccessiva invasività del regolamento delle AFT (così come impostato) che limita l’autonomia professionale del medico nel raggiungimento degli obiettivi”.
Milillo ha poi rivelato di aver proposto la diretta delle trattative in streaming, ma che essa è stata valutata impossibile dalla Sisac per motivi di legge.
 
Ma l’apertura della Sisac è stata valutata positivamente anche dallo Snami.
 
“Ci rivedremo nuovamente fra una settimana – ha dichiarato Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami - in un incontro in cui i Sindacati porteranno le loro proposte in riferimento soprattutto al ruolo unico, le Aft, il ruolo giuridico del medico  e i procedimenti disciplinari,in seguito verrà rimodulato l’articolato e ci si aggiornerà a dopo l’estate. I nostri punti irrinunciabili già ribaditi in più occasioni saranno sostanzialmente basati su alcune tematiche di fondo che la parte pubblica deve formalizzare:chi fa e cosa fa ,non perdere ore e posti di lavoro,la tutela delle nuove generazioni mediche. Nello specifico non ci devono essere sovrapposizioni di mansioni in seno al ruolo unico, cioè tutti non devono fare tutto, ma medici a quota oraria, l’ex continuità assistenziale, e medici a quota capitaria devono collaborare per l’erogazione delle cure territoriali alla luce di una codifica ben precisa, a prova di interpretazioni,sulle mansioni lavorative. La parte pubblica deve formalizzare tutti questi passaggi nell’acn anche per evitare che regioni ed aziende sanitarie diano poi ‘sfogo ad una estrosa  e per noi penalizzante libera interpretazione’”.
 
“E’ scontata – ha proseguito Testa - ma va formalizzata, la non perdita di ore e posti di lavoro per la continuità assistenziale .E’ chiaro che per lo Snami sia pregiudiziale che l’accesso alle cure primarie del prossimo futuro vada mantenuto per chi ha i titoli ,cioè la formazione specifica o l’equipollenza. Per questo chiediamo che venga normata la possibilità che i giovani medici possano essere formati anche fuori borsa, perché si libereranno circa 25-30 mila posti di lavoro nei prossimi anni e rischiamo, sarebbe veramente paradossale, di avere una carenza di Medici o figure estranee al territorio farsi avanti. In buona sostanza un accordo collettivo nazionale in cui siano ben esplicitati i punti irrinunciabile dello Snami”.
 
Anche il segretario generale Smi, Pina Onotri, ha accolto con soddisfazione la disponibilità del presidente della Sisac, Vincenzo Pomo, a raccogliere nuove riformulazioni della bozza di convenzione, tuttavia, aggiunge: “Per non finire nei prossimi mesi nelle aule dei tribunali - spiega - rimane la richiesta di prendere in seria considerazione il parere giuridico che traccia chiaramente i profili di illegittimità dell'Atto di indirizzo, redatto dai professori di Istituzioni di diritto Pubblico, Carlo Colapietro e Antonio Iannuzzi, dell'Università degli studi di Roma Tre. La continuità assistenziale e l'emergenza hanno percorsi e finalità diverse anche se sinergiche. Lo stabiliscono all'interno di una organizzazione di servizi sul territorio h24, tanto la legge Balduzzi, quanto il Patto per la Salute. L'h16 e lo smantellamento della guardia medica notturna è da ritirare. Consegneremo le conclusioni del parere alla Sisac la prossima settimana. L'invito è che la Sisac intervenga chiedendo alla Conferenza delle Regioni che si riveda il documento, uniformandolo alla legislazione vigente. Non solo: andiamo alle risorse che non ci sono. Non possiamo in questa ottica non tener presente della recente sentenza della Corte costituzionale che ha ritenuto illegittimo il blocco dei contratti e quello retributivo, ribadendo che non vi può essere un rinnovo ad isorisorse. Questa impostazione è da applicare anche ai medici convenzionati”.

Luigi De Lucia, vice segretario generale Smi, oltre alle premesse di forma e sostanza, sopracitate, ha così riepilogato le questioni avanzate oggi con un documento alla Sisac: "Innanzitutto, il risultato del referendum di ottobre potrebbe cambiare la legislazione concorrente con le regioni e le competenze in materia di sanità delle Regioni. Non si può omettere un passaggio importante come questo, dal punto di vista politico per il Ssn. Poi: quante ore di assistenza con questa bozza di convenzione verranno decurtate e/o rimodulate e quanti posti di lavoro compromessi? Partendo dal Patto della Salute, sarebbe opportuno esplicitare quali finanziamenti reali e aggiuntivi vi siano sul tavolo per la ristrutturazione del sistema delle cure primarie e che incremento retributivo del lavoro previsto per i medici?"

Per lo Smi in ogni caso “ rimane, inoltre, una forte contrarietà a un articolato che nasconde tra le righe la deprofessionalizzazione del lavoro medico, la gerarchizzazione di un rapporto libero professionale, con intenti chiaramente punitivi per l’intera categoria, la contrazione dell’offerta assistenziale pubblica e lo scadimento della sua qualità creando confusione di competenza tra continuità dell'assistenza e 118”.

Infine,  il sindacato sottolinea, come sia “di particolare rilievo la questione del finanziamento, che non può essere surrettiziamente ricavato nelle pieghe del riparto del FSN solo attraverso uno spostamento dei fondi da altri servizi e con evidenti sperequazioni tra regione e regione.
Inoltre, non è accettabile che con il nuovo sistema retributivo previsto, si stia programmando nel tempo, con il pensionamento dei medici più anziani e una rilevante contrazione della retribuzione. contrattuale dei medici di medicina generale e che le uniche risorse disponibili provengano dalla contrazione del numero di occupati in continuità assistenziale”.
 
Da notare come in  serata è poi arrivata una nota della Fimmg di replica allo Smi.

12 luglio 2016
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