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Silvestro (Ipasvi): "Usare gli infermieri come 30 anni fa è uno spreco per il Ssn"


La relazione della presidente Silvestro apre il 16° Congresso Ipasvi a Bologna. "Noi siamo cresciuti in qualità in questi anni: i cittadini se ne sono accorti, i decisori politici no. Potremmo essere una risorsa essenziale per la sostenibilità del Ssn". Nel pomeriggio è atteso il ministro Renato Balduzzi.

22 MAR - Sono 3.600 gli infermieri riuniti a Bologna e altri 3.000 sono collegati al Congresso Ipasvi in stream, attraverso i computer. Ad aprire i lavori la relazione della presidente Annalisa Silvestro, che muove da un'analisi complessiva, e allarmata, della sanità italiana: “L'insieme delle manovre messe a punto dal Governo Berlusconi , e confermate nelle sue disposizioni anche dal Governo Monti, incidono sulla sanità pubblica per circa otto miliardi di euro da qui al 2014. Quegli ulteriori otto miliardi   vanno ad aggiungersi ai tagli che erano già stati decisi negli anni precedenti e la situazione complessiva che ne deriva ha indotto i Presidenti di tutte le Regioni italiane - da nord a sud, quelle governate dal centro-destra e quelle governate dal centro-sinistra - a dire che la sanità pubblica potrebbe arrivare a un punto di non ritorno”.

Ma, sottolinea Silvestro tra  gli applausi, la sanità non può essere considerata solo un costo: “Un dato: se da un lato la spesa sanitaria pubblica incide attorno al 7% del Pil, contemporaneamente la sanità con tutto il suo insieme di variegate attività, fornisce quasi il 13% del prodotto interno lordo. Mi pare evidente, quindi, che la sanità non è solo un costo, anzi. Il saldo tra quanto costa in termini di spesa pubblica e quanto produce in termini di ricchezza per il Paese, è decisamente in attivo”.


E soprattutto alla sanità pubblica non si può rinunciare: “Noi continuiamo a ritenere che il Servizio sanitario nazionale debba essere 'universale'; ossia rivolto a tutti i cittadini a cui va mantenuto il diritto di avere un equo accesso a prestazioni e servizi che vorremmo fossero di qualità omogenea in ogni Regione del Paese. L'avere una sanità pubblica - e ancora di più in un momento, come l'attuale, di forte crisi economica - è una garanzia”.


L'idea forte della presidente Ipasvi è che gli infermieri potrebbero contribuire molto affinché la sanità sia sostenibile, anche sotto il  profilo economico: “E' dimostrato, che dove la professione Infermieristica è stata valorizzata appieno, il sistema funziona meglio, ci sono maggiori sinergie tra i
diversi professionisti e tra le équipe. E' più armonico il rapporto tra struttura e cittadino e scorrono meglio le molte dinamiche sottese all'erogazione dei servizi”.

Ma il management sanitario spesso continua ad usare gli infermieri come 30 anni fa, mortificando le loro competenze e sprecando una risorsa che sarebbe utile a tutto il Ssn. E Annalisa Silvestro indica le ragioni di questo atteggiamento: “Forse perché in quei luoghi - e anche in tanti altri esterni ai luoghi di cura e assistenza - si vuole mantenere antiche e supposte primazie, modelli organizzativi più che datati e si vuole, ostinatamente, continuare a sostenere che l'unica vera professionalità sanitaria è quella espressa dal medico”.

Ma, anche a giudicare dalla partecipazione fortissima a questo Congresso, sarà difficile ignorare ancora gli infermieri. I quali – come dice la presidente concludendo il suo intervento  - si trovano ora davanti ad un bivio: o trasformarsi in “piccoli medici” a basso costo, anche per compensare la riduzione del numero dei medici  prevista per i prossimi anni,  o far valere la propria specificità professionale, rivolta soprattutto all'assistenza alla persona.
Un bivio che sembra  quasi una domanda retorica, visto che certamente Annalisa Silvestro e con lei l'Ipasvi intendono puntare sulle specificità infermieristiche: “La cultura che abbiamo elaborato collettivamente e di cui ognuno di noi è portatore, può divenire ed essere considerata un valore aggiunto per il sistema e da cui il sistema può trarre linfa vitale per promuovere e realizzare una modernizzazione 'etica' dei processi sanitari”.
 

22 marzo 2012
© Riproduzione riservata

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