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Continuità assistenziale. Fimmg Ca avvia un’indagine sulle condizioni di lavoro dei medici


La ricerca, che coinvolgerà più di un migliaio di camici bianchi in tutta Italia, sarà basata sulla compilazione di questionari e servirà a fare luce sulle tante richieste di aiuto che ancora oggi provengono dai vari scenari regionali. Il 24 febbraio scorso FIMMG ha formalizzato la prima lettera di diffida a tutti gli assessori regionali e ai direttori generali delle ASL

29 APR - "Un’indagine approfondita e rigorosa su un campione estremamente rappresentativo rivelerà quali sono, a due mesi dal primo caso Covid di Codogno, le condizioni nelle quali stanno lavorando i medici della continuità assistenziale”. Ad annunciare l’avvio di quella che di fatto è la prima e più ampia ricerca di valore scientifico sull’applicazione delle misure di sicurezza da parte delle istituzioni sanitarie tra i medici di C.A. è Tommasa Maio, segretario nazionale FIMMG Continuità Assistenziale. La ricerca, che coinvolgerà più di un migliaio di camici bianchi in tutta Italia, sarà basata sulla compilazione di questionari e servirà a fare luce sulle tante richieste di aiuto che ancora oggi provengono dai vari scenari regionali. Il 24 febbraio scorso FIMMG ha formalizzato la prima lettera di diffida a tutti gli assessori regionali e ai direttori generali delle ASL.
 
Tra le richieste avanzate, l’applicazione immediata di adeguate misure organizzative che permettessero ai medici di continuità assistenziale di operare in sicurezza e in particolare la fornitura di dispositivi di protezione individuale per tutte le sedi di continuità assistenziale.
 
“Ciò che sappiamo - dice Maio - è che tra i tanti medici che hanno perso la vita diversi appartengono alla continuità assistenziale. Moltissimi i colleghi che sono stati contagiati, tanti senza mai aver avuto una diagnosi certa. Ora vogliamo la verità su ciò che si è fatto, o non si è fatto, per evitare i rischi”.
 
Rigoroso il metodo scelto per la compilazione dei questionari, compilati in assoluto anonimato ma solo su invito, così che ciascun medico possa compilarne on-line solo uno.
 
“La situazione epidemiologica rimane purtroppo preoccupante - aggiunge Maio - e come medici che lavorano sul territorio, in un setting assistenziale peculiare in cui spesso il paziente non è già noto al medico, non possiamo farci cogliere impreparati. Diversamente la Fase 2 rischia di essere un disastro assistenziale e di vanificare quanto già fatto per la tutela della nostra salute e di quella dei cittadini che si rivolgono”.
 
Di qui l’appello ai medici della continuità assistenziale che intendono candidarsi alla compilazione dei questionari per rendere note le condizioni di lavoro, siano esse positive o negative, ad inviare una mail all’indirizzo keeper@fimmg.org. I risultati dell’indagine saranno utili ad implementare azioni di tutela sempre più mirate e a rafforzare le richieste di miglioramento degli standard sicurezza.

29 aprile 2020
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