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Infermieri. Gobbo (Uil Fpl): “Obiettivi condivisi, ma molti nodi da sciogliere”


Soddisfazione per l’avvio di un confronto per valorizzare la professione infermieristica. Anche se la mancanza di risorse e la necessità di uniformare i modelli e raccordarsi con le altre professioni sono criticità ancora tutte da risolvere. Da eliminare anche "l'impostazione da vecchio mansionario".

02 MAG - Non procedere a compartimenti stagni ma valorizzare le competenze degli infermieri tenendo conto dei ruoli di tutti gli altri professionisti, uniformare i modelli organizzativi a livello nazionale, recuperare risorse a livello regionale da destinare ai professionisti che, attraverso nuove competenze e responsabilità, permetteranno di migliorare la qualità dei servizi e ottenere anche risparmi, chiarire il ruolo degli operatori sociosanitari, evitare elenchi di prestazioni che tanto ricordano la logica mansionaria che gli infermieri hanno superato ormai da 20 anni.
Questi, in particolare, secondo Maria Vittoria Gobbo, segretario nazionale della Uil Fpl, i nodi da sciogliere nell’ambito del confronto tra organizzazioni di categoria e tavolo tecnico Ministero-Regioni sul documento che ridefinisce il ruolo degli infermieri.

“Del documento – ha spiegato Gobbo - condividiamo gli obiettivi, quelli proclamati nel titolo, e cioè ‘Implementazione e approfondimento delle competenze e delle responsabilità professionali dell’infermiere’. Siamo lieti che finalmente sia stato avviato un tavolo di lavoro con questo obiettivo”. Tuttavia, nel corso della riunione dello scorso 26 aprile presso il ministero, la Uil ha posto l’attenzione su alcune perplessità che il documento ha suscitato.

“Anzitutto, non si deve procedere per compartimenti stagni. Abbiamo spiegato a ministero e Regioni che accettiamo la decisione di affrontare la questione delle professioni sanitarie una alla volta se si tratta di una scelta logistica effettuata per semplificare e rendere più efficace il lavoro, ma abbiamo sottolineato la necessità di portare avanti il processo di ridefinizione delle competenze infermieristiche attraverso un approccio più ampio e complessivo, che tenga conto dei ruoli di tutti gli altri professionisti della sanità”, ha spiegato Gobbo.
 
Secondo la sindacalita della Uil, infatti, la ridefinizione degli altri profili deve svolgersi nel modo più "contemporaneo” possibile, anche per evitare che, “chiudendo in sequenza un tavolo su un profilo professionale e poi un altro, chi resta per utilmo non debba muoversi in uno spazio residuale che lascia pochi margini di valorizzazione e ottimizzazione di quei profili”.

L’altro nodo da sciogliere riguarda i modelli organizzativi. “In realtà le competenze attribuite agli infermieri dal tavolo ministero-regioni sono già realtà in alcune Regioni. Tuttavia – ha precisato Gobbo – in altre Regioni gli infermieri continuano a lavorare all’interno di modelli fermi a 20 anni fa. È evidente, quindi, la necessità, ma anche la volontà del ministero e delle Regioni, diffondere le migliore pratiche e uniformare i modelli a livello nazionale, pur nel rispetto dell’autonomia regionale. Altrimenti - secondo Gobbo - in alcune parti del Paese assisteremo ancora al perpetuarsi di modelli che rappresentano un grande spreco di risorse e di potenzialità professionali”.

C’è poi il problema degli operatori socio sanitari. “Il loro ruolo all’interno del servizio sanitario è già oggetto di un tavolo tecnico aperto in passato, ma mai chiuso. Il tema – ha spiegato Gobbo – è strettamente collegato a quello degli infermieri e di altre professioni sanitarie. Va assolutamente chiarito e riteniamo che questo sia il momento per farlo”.

Una “nota dolente” del confronto del 26 aprile, spiega Gobbo, è stata quella relativa alle risorse. Ministero e Regioni hanno spiegato che non ce ne sono, “ma non si possono chiedere ulteriori sforzi, prestazioni e responsabilità, senza alcuna valorizzazione economica, a dei professionisti che hanno già il contratto nazionale bloccato da 3 anni”. Secondo la sindacalista della Uil sarà quindi necessario “individuare delle risorse a livello locale, anche riducendo gli sprechi”. D’altra parte, sottolinea la sindacalista della Uil, "le nuove competenze e responsabilità degli infermieri permetteranno ai sistemi di ottenere maggiore qualità e risparmio. Ed è giusto che questi risparmi siano utilizzati per valorizzare anche economicamente chi ha contribuito a produrre questi risultati”.

Infine, c’è nel documento un “problema di impostazione” a cui “stiamo lavorando per apportare le dovute correzioni”. Si tratta dell’“elencazione rigida e puntale delle prestazioni, che ha richiamato alla mente il vecchio mansionario più che una logica di implementazione del ruolo e delle competenze infermieristiche”. Il tavolo tecnico, ha spiegato Gobbo, “ci ha assicurato che non è così e si è impegnato a specificarlo nel documento”.

Via, dunque, al lavoro di correzione. A cui la Uil conta di contribuire. “Stiamo preparando un documento di proposte”, spiega Gobbo, “che poi potrà essere raccordato con quelle che anche le altre organizzazioni avanzeranno”. I documenti saranno presentati nei prossimi giorni ed entro maggio è prevista una nuova riunione tra il tavolo tecnico e le organizzazioni di categoria. Un appuntamento che, secondo Gobbo, potrebbe già servire a “discutere le nostre proposte”.

 

02 maggio 2012
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