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Professioni sanitarie. Fp Cgil: "Sì a riforma competenze. Ma parliamo anche di contratto"


Nelle nuove competenze allo studio di Ministero e Regioni "ci sono elementi che fanno ben sperare per raggiungere l’obiettivo di valorizzarne le potenzialità, le responsabilità e l’autonomia professionali". Ma serve anche riconoscimento economico e contrattuale. Il documento integrale del sindacato.

25 MAG - "Malgrado le perplessità suscitate dal metodo adottato sin qui, con un confronto svolto solo con le Regioni, senza l’adeguato coinvolgimento delle organizzazioni categoria e professionali, con passaggi a mezzo stampa e internet prima di iniziare la discussione al tavolo, Fp Cgil è intenzionata a portare avanti ed approfondire concretamente il confronto, superando anche la polemica iniziale che ha caratterizzato la fase di avvio del percorso".
Inizia così il documento - a firma del Coordinatore Nazionale Professioni Sanitarie della Fp Cgil, Gianluca Mezzadri e della Segretaria Nazionale Fp Cgil Sanità, Cecilia Taranto - a commento del lavoro fin qui svolto dal tavolo Ministero-Regioni per la ridefinizione delle competenze delle professioni sanitarie e consegnato ieri al ministero della Salute.

"Se viene fatto un attento esame e un’oculata ridefinizione delle competenze delle professioni sanitarie - prosegue il documento - ci sono elementi che fanno ben sperare per raggiungere l’obiettivo di valorizzarne le potenzialità, le responsabilità e l’autonomia professionali a tutto vantaggio della qualità e del numerosi servizi resi ai cittadini".
Ma non basta. "Gli obiettivi che si pone questo Tavolo tecnico - sottolinea la Fp Cgil - sono questioni che riguardano essenzialmente l’organizzazione del lavoro e quindi si ritiene che debba essere considerato prioritario e principale il tavolo di confronto con le OO.SS. e considerata la valenza strategica che assume non si comprende perché il tavolo di confronto non sia unitario e complessivo; bisogna prevedere la ricomposizione al tavolo, a partire dai prossimi confronti, di tutte le rappresentanze, anche delle aree dirigenziali e dei professionisti convenzionati con il SSN".

E infine, per dare prospettiva alla riforma, secondo il sindacato vi sono almeno 4 condizioni da sviluppare sul piano dei modelli organizzativi che devono adeguarsi al cambiamento, sui modelli gestionali che devono rpendere atto delle nuove figure della dirigenza professionale, su quello della formazione universitaria e, soprattutto, sul pianod el riconoscimento economico e contrattuale delle nuove competenze.

25 maggio 2012
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