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Intramoenia. D’Imporzano (Cic): “Impossibile senza l'allargata"


Sul tema il Collegio Italiano dei Chirurghi chiede un'audizione al ministro Balduzzi e alle commissioni Sanità di Camera e Senato. “Servono moderni meccanismi di libero mercato, libera circolazione delle professionalità, convenzioni e percorsi di collaborazione pubblico e privato”.

04 GIU - L’avevano già fatto nelle settimane passate, ma in assenza di un riscontro, il Collegio Italiano dei Chirurghi (Cic), che rappresenta la maggioranza delle società scientifiche di chirurgia, torna a chiedere al ministro della Salute, Renato Balduzzi, e ai presidente delle commissioni Sanità di Camera e Senato, Giuseppe Palumbo e Antonio Tomassini, di essere ricevuti in audizione per esprimere le loro preoccupazioni sulla prossima scadenza dell’intramoenia allargata.

“La mancanza di adeguate attrezzature logistiche e tecniche nell'ospedale stesso, rende di fatto impossibile l'esercizio della professione chirurgica in quanto nella maggior parte delle aziende ospedaliere italiane non esistono strutture idonee per la attività di tutti i chirurghi che hanno optato per tale rapporto”, osserva la Cic, attraverso il presidente, Marco d’Imporzano.

La Cic osserva come il disegno di legge allo studio del Governo porrebbe un nuovo limite all'esercizio della libera professione intramoenia "allargata" al giugno del 2012, ma “è evidente la impossibilità che tutte le aziende ospedaliere riescano ad ottemperare all'obbligo di organizzare spazi, attrezzature, tecnologie in tempo utile per permettere ai chirurghi di esercitare dignitosamente questo loro diritto-dovere in strutture di non facile creazione ma irrinunciabili per l'espletamento della moderna chirurgia con tutte le sue implicazioni tecnologiche di avanguardia”.

Per il Collegio italiano dei Chirurghi, “alla luce delle nuove specializzazioni, professionalità e tecnologie chirurgiche, sia oggi giunto il momento in cui gli ospedali pubblici debbano finalmente operare come aziende intercettando la domanda di libera professione con moderni meccanismi di libero mercato, convenzioni e percorsi di collaborazione con il privato, promuovendo la libera circolazione delle professionalità e investendo su di loro con meccanismi libero professionali.

Il Collegio Italiano dei Chirurghi e le società scientifiche di chirurgia chiedono quindi di essere convocate per esaminare assieme alle Istituzioni “l'intero problema” e il provvedimento ormai prossimo alla definizione.

“Il senatore Tomassini – riferisce il Cic in conclusione -, in risposta a quanto esposto dal Cic nella recente lettera, ha dichiarato che non appena verrà attivata un'ipotesi legislativa sul tema della libera professione sanitaria terrà conto anche delle loro considerazioni”.
 
 

04 giugno 2012
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