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Vaccini Covid. Fismu: “Sia solo il Governo a gestire la campagna di vaccinazione”


Il segretario Esposito: “La chiave di volta è mettere i medici, tutti i medici della sanità pubblica, giovani e meno giovani, ospedalieri, specialisti ambulatoriali, medici di famiglia, del 118, di continuità assistenziale, nella condizione di poter vaccinare in massa i cittadini, con due condizioni: sicurezza ed efficienza”.

15 MAR - La Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu continua a registrare ritardi e incongruenze in molte, troppe, regioni per la campagna di vaccinazione. Francesco Esposito, segretario nazionale di Fismu, è pessimista sulla capacità di coordinamento e programmazione a livello regionale: “Si è deciso prima di utilizzare le agenzie interinali per ridurre i tempi burocratici di assunzione di personale vaccinatore, una scelta del precedente Governo Conte che è risultata fallimentare. Oltretutto escludeva tra mille incompatibilità i medici del Ssn, a partire da quelli di famiglia. Ora attendevamo un cambio di passo, ma la decisione di delegare ad ogni singola regione la definizione degli accordi con i medici di medicina generale avanza tra ritardi e contraddizioni. Medici che non possono essere solo meri esecutori, ma la regia del processo, di questa grande operazione di salute e prevenzione pubblica. Positiva la chiusura di un accordo con gli specializzandi, ma manca ancora un impegno concreto a coinvolgere anche i camici bianchi delle scuole di formazione di medicina di famiglia. Al di là della giungla di tariffe economiche stabilite senza un criterio di omogeneità tra nord, centro e sud, sono molteplici anche le modalità di erogazione del vaccino: una babele!”.
 
“In questo clima a peggiorare la situazione - sottolinea il segretario nazionale Fismu - anche le decisioni di Campania e Calabria che permettono che si attacchino i medici del 118, con tagli ingiustificati alle indennità. Sarebbe opportuno anche in questo caso che i Governatori o il ministro Speranza intervenissero a tutela di un settore così altamente strategico in questa fase di emergenza. Non abbiamo bisogno di medici delusi e traditi sulle nostre ambulanze. Altrimenti in poco tempo questi professionisti si dimetteranno in massa e morirà il 118”.
 
“La situazione è difficile - conclude Esposito - si propone da più parti un altro lockdwon, visto i numeri di occupazione degli ospedali, ma con una campagna vaccinale ancora così incerta rischia di essere solo un palliativo, forse addirittura un buco nell’acqua. La chiave di volta è mettere i medici, tutti i medici della sanità pubblica, giovani e meno giovani, ospedalieri, specialisti ambulatoriali, medici di famiglia, del 118, di continuità assistenziale, nella condizione di poter vaccinare in massa i cittadini, con due condizioni: sicurezza ed efficienza. Uno sforzo straordinario da far gestire dal ministero della Salute, insieme al Commissario Straordinario, scavalcando le burocrazie regionali, coordinandosi direttamente con i distretti, i medici di di famiglia, i dipartimenti di igiene pubblica. Valutiamo positivamente che le indicazioni sulle categorie di popolazione alle quali dar priorità siano le più chiari e stringenti possibili. I medici del Ssn sono disponibili, su quelli si deve puntare, sulla centralità della rete della sanità pubblica e in tal senso è fondamentale intanto riorganizzare e modernizzare il territorio con le norme esistenti e firmando la nuova convenzione (accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale) senza ulteriori ritardi: il paese attende con ansia e speranza, spetta al ministro Speranza, al premier Draghi dare un segnale fermo e preciso”.

15 marzo 2021
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