Gentile Direttore,
sono sempre, purtroppo più presenti le aggressioni a medici, infermieri ed altri professionisti della salute da parte di alcuni cittadini e, giustamente, il sindacato ANAAO dei medici ospedalieri richiede la presenza di psicologi nei Pronto soccorso italiani, anche per contrastare le aggressioni di sanitari attraverso l'accoglienza e “l'informazione competente' a familiari dei pazienti"
La presenza degli psicologi e da tempo già prevista nei Dipartimenti di emergenza e urgenza ospedalieri: lo indicano le linee guida sul Pronto soccorso "approvate dalla Conferenza Stato Regioni nel 2019, e ci sono già verificate positivamente varie buone esperienze in più ospedali che hanno concretizzato, anche nella forma più estensiva possibile, le norme esistenti, possibilmente migliorandole anche perché in questi quattro anni, con la pandemia, è emersa una volontà ed una necessità di innovare profondamente nell’organizzazione sanitaria e sociosanitaria.
Nelle indicazioni del 2019 su come dovrebbero funzionare i Pronto soccorso la presenza degli psicologi è prevista non solo per la relazione con le persone in osservazione o ricoverate e con i familiari, ma anche perché molte delle problematiche che arrivano in questi reparti hanno risvolti psicologici da prendere in carico e che, come spesso succede in Italia, una cosa è ciò che c'è scritto nei documenti programmatici e un'altra è quello che concretamente viene fatto.
Purtroppo in realtà, nella stragrande maggioranza di Pronto soccorso gli psicologi non ci sono e, invece ciò che servirebbe negli ospedali, in particolare quelli più grandi, l’esistenza di un servizio di psicologia, a disposizione degli operatori e di tutti gli utenti, Pronto soccorso compreso.
Oggi questo accade solo in alcuni nosocomi; io stesso sono stato responsabile di un servizio di psicologia nell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni fino a poco tempo fa, dove è stata avviata non solo una collaborazione con il PS ma una formazione agli operatori dell’azienda sulla gestione dei conflitti.
Per quanto riguarda il Pronto soccorso è ormai provato che dove c'è la presenza di uno psicologo, il quale accoglie i familiari e forma il personale, il conflitto con gli utenti si riduce. Come al solito qualcuno dirà che questo non basta, e siamo d’accordo: ma è un pezzo importante di ciò che serve.
I PS non sono officine dove si riparano macchine ma luoghi di profonda interazione umana, di forti emozioni che richiedono attenzione e gestione, dove si tocca con mano una regola fondamentale, che tutto comunica, anche il silenzio e l’apparente mancanza di comunicazioni. Che il conflitto si riduce migliorando l’organizzazione ma anche la relazione tra le persone.
Facciamo in modo che gli operatori, ai quali va la mia solidarietà, non si sentano soli e che non si cada in una generalizzazione negativa degli utenti, anch’essi spesso vittime di un sistema che ha visto i PS solo come una spesa e non come il primo biglietto da visita di un ospedale.
Utilizzare e valorizzare bene gli psicologi è un'importante risorsa: si tratta di attuare nella modalità più estensiva possibile la norma ma, soprattutto migliorarla e implementarla , perché in questi quattro anni i problemi sono molto aumentati e il bisogno di salute è profondamente mutato.
David Lazzari