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Trasformare i Collegi in Ordini non è una perdita di tempo

di Paolo Tarantino

27 MAR - Gentile Direttore,
h sempre seguito il vostro giornale ed ho sempre apprezzato la linea di equi distanza tenuta riguardo tutte le professioni sanitarie.
Ho deciso di scrivere, dopo l’ultima provocazione da parte del Dr. Roberto Polillo riguardo le professioni sanitarie ed in particolare ai rappresentanti di quella infermieristica a quale mi onoro di appartenere.

Nell’articolo sopra citato, venivano espresse opinioni legittime riguardo le richieste dell’intersindacale, dove venivano elencate le priorità condivisibili da tutti i professionisti che operano all’interno della sanità. L’attacco avviene nell’ultimo comma della lettera, dove oltre a chiedere la costruzione di una piattaforma unitaria per risolvere problemi citati nella nota, chiede di non perdere tempo nella riforma degli Ordini e degli Albi che secondo lui ha solo l’obiettivo di “sollecitare lo sbiadito ego dei vari aspiranti presidenti e delle prime file delle diverse categorie”.

Credo di tempo se ne sia perso tanto, il decreto legislativo sulla trasformazione dei Collegi in Ordine risale al lontano 2006 il numero 43 per la precisione. In tutto questo tempo per motivi vari non si è mai riusciti a far approvare la suddetta norma.

Mi chiedo e chiedo a tutti i lettori di questo giornale, quali sono i veri motivi, ogni volta che si sta per arrivare a questo traguardo ecco che si alzano voci, che indicano altre priorità, più importanti.

Si è chiesto il Dr. Polillo quanti parlamentari siedono in Paramento e quante commissioni possono essere istituite?

Il grosso del lavoro è già stato svolto, le commissioni ne hanno discusso ampiamente, basta andare a vedere gli atti. Si proceda per cortesia ad approvarlo, non è complicato.
Un ultima riflessione, quanto tempo ancora devono aspettare le professioni sanitarie, in primis gli infermieri, prima che vengano riconosciute le competenze apprese durante l’iter formativo, che ricordo ad alcune categorie che non esiste  solo la formazione triennale, ma ci sono colleghi che posseggono lauree magistrali, Master di 2 livello, dottorati di ricerca e pensate un po’ sono anche professori Ordinari, Associati e Ricercatori nelle Università Italiane.

Dr. Paolo Tarantino
Infermiere


27 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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