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In Italia non è un crimine maltrattare o torturare qualcuno. Neanche in psichiatria

di Manlio Converti

31 DIC - Gentile Direttore,
assistiamo all'incriminazione di un collega per il reato commesso da un paziente e pochi giorni dopo all'incriminazione di un altro per il reato commesso sul paziente, ma nessuno parla delle centinaia di migliaia di sofferenti psichici che conducono una vita serena. Ci chiediamo stupiti cosa sia più importante, se la morte disperata a causa della contenzione forzata in seguito a TSO o dell'arresto con pestaggio da parte delle forze dell'ordine, ma nessuno si occupa di fare corsi di accoglienza e di ascolto del disagio. Ricordiamo a mala pena i volti delle centinaia, forse migliaia di pazienti espulsi da casa, esiliati in cliniche private, di solito esose e a carico del SSN, mentre le famiglie che orgogliosamente seguono i congiunti sofferenti psichici ricevono emolumenti miserabili, senza mai godere del minimo beneficio di un'assistenza sociale e materiale, che spesso da sola gioverebbe loro tantissimo.

Tutti questi maltrattamenti sappiamo che esistono, ma non provvediamo a ridurli in alcun modo. Solo lo scandalo delle telecamere in un OPG ha garantito la chiusura almeno sulla carta di questi lager dove i pazienti senza neanche aver mai subito un giusto processo sono tuttora condannati, in pratica per "psicosi cronica", ad un "ergastolo bianco", in luoghi più umani, per adesso, ai quali forniamo enormi risorse ulteriori, mentre i CSM vengono chiusi per carenza di personale e fondi adeguati.

Nessuno corre a vedere la miseria delle famiglie abbandonate anche dall'assistenza sociale, in un Paese dove il Reddito di Cittadinanza garantirebbe tantissime famiglie, sarebbe in linea con i criteri dell'economia Keynesiana, quindi aumenterebbe col tempo e rinforzerebbe l'economia nazionale, ma viene negato per motivi di contrapposizione ideologica. I barboni, i senza fissa dimora, i migranti, i nomadi, i single, restano poi ulteriormente emarginati, quando sofferenti psichici, mentre al di là dei cenoni di fine d'anno, potrebbero ricevere con poca spesa quel minimo di assistenza umana, invece di essere manipolati mediaticamente a scopi di propaganda politica.

Come medico e come psichiatra, chiedo ogni anno la possibilità di ricevere i mezzi e gli strumenti legali per garantire l'emancipazione dei pazienti psichiatrici e delle loro famiglie, il diritto di essere uguali anche davanti alla legge, perchè la condanna o l'assoluzione sia possibile sulla base dei reati e non del pregiudizio psichiatrico, e la pena correlata e giusta sia quindi a garanzia della cura, esattamente come per tutti gli altri disabili fisici. Chiedo sempre, perché l'augurio è una preghiera che davvero non rivolgerei ai politici e ai manager sanitari che pensano solo a tagliare i fondi, la garanzia di progetti di prevenzione, contrasto al disagio e la creazione, perché non esiste davvero, di relazioni sociali tali da garantire davvero la Salute Mentale di chi vive in Italia.

Manlio Converti
Psichiatra
Attivista diritti sofferenti psichici


31 dicembre 2015
© Riproduzione riservata

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