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E se sulla ricetta indicassimo solo il principio attivo?

di Raffaele Di Cecco

28 LUG - Gentile direttore,
leggo sul numero del 26 luglio della vostra bella rivista l’ennesima, stucchevole discettazione sulla ricetta elettronica: la FIMMG ritorna sull’argomento e ci ricorda che la carta non è affatto stata fatta sparire dalle nuove modalità prescrittive, ma semplicemente la dobbiamo mettere noi, Medici, al posto del SSN (meglio: dei 21 Servizi Sanitari Regionali, tanto che chi entra in campo è solo la FIMMG lombarda).
 
Credo che, forse, tutti dovremmo riflettere sull’intera macchina che è stata progettata e realizzata per prescrivere farmaci: un sistema complesso, lento, farraginoso, inaffidabile, oneroso (non ci si venga a raccontare, per favore, che tutto l’insieme costa poco, anzi, qualcuno ci dovrebbe dire quanto è costato....) e sostanzialmente nient’affatto innovativo perché non è altro che una rivisitazione in salsa informatica della solita, vetusta, modalità tutta e solo italiana di prescrivere farmaci per pezzo e per nome commerciale (a parte i farmaci genericati).
 
E’ tempo di una svolta vera, di uno scatto di orgoglio professionale, di una innovazione genuina.
 
Qual è questa rivoluzione epocale? Banale: basterebbe introdurre anche in Italia, ultimo Paese del globo (credo) le medesime modalità prescrittive del resto del mondo civile. La prescrizione per Principio Attivo e per tempo. Non più per Nome Commerciale e per pezzo.
Capite: il Medico prescrive con la carta e con la penna il Principio Attivo intestandolo al Paziente, datandolo ed indicando i tempi ed i modi dell’assunzione del medicinale. Basta, finito, tutto qui.
 
La prescrizione vale, diciamo, un anno almeno o anche (molto meglio) non scade più fino a nuova disposizione del Medico (MMG od Ospedaliero, o Libero professionista che sia).
Il Paziente non deve più passare dal proprio MMG per l’umiliante (per lui e per il MMG), costosa (tempo, carta), inutile liturgia del rinnovo delle impegnative.
 
L’Italia si affranca da un sistema prescrittivo tarato sull’impegnativa ed ormai fuori dal tempo e dalla ragione.
 
Il Medico si affranca da un ruolo impiegatizio che nel tempo gli è stato assegnato, torna a dedicare tempo all’ascolto, alla visita, al ragionamento clinico. Insomma torna a fare il suo lavoro e filtra così per davvero i casi che inopportunamente finirebbero nei Pronto Soccorsi.
Il Paziente torna a fare il Paziente: va dal Medico quando ci sono motivi di salute he lo spingono a farlo, non “quando è rimasto a corto di farmaci”.
 
Il solito, già presente ed attivo sistema di controllo generato dalla Farmacia garantisce la dovuta vigilanza per scongiurare il rischio di frodi.
 
Mai più computers, reti, stampanti, toner, software vari e le loro possibili, infinite occasioni e modalità di debacle.
 
Debellata alla radice la piaga del comparaggio (già residuale, a quanto io sappia).
Qualcuno avrà il coraggio di farlo? Magari vincendo il groviglio di interessi che l’attuale sistema prescrittivo “dematerializzato”  ha messo in moto?
 
Raffaele Di Cecco
MMG in Udine

28 luglio 2016
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