Quel ‘pasticcio’ del Sitra in Lombardia
di Gianni Melotti
11 SET -
Gentile direttore,
certo che parlare dei Servizi e delle Dirigenze di area e di come la cosa sia stata bistratta in Lombardia, è materia forse complicata e di sicuro con pochi cultori. La cosa può sembrare di lana caprina, ma, con i prossimi pensionamenti degli attuali dirigenti dei vari Sitra, la questione si porrà con prepotenza e spero che qualche Laureato magistrale delle professioni sanitarie, possa interessare della cosa un qualche Tribunale amministrativo, pena non trovare mai lavoro. Comunque sia entriamo nel merito e vediamo di chiarire le cose.
Come sappiamo esiste una legge nazionale, la 251/00, riconfermata dalla recente riforma socio sanitaria lombarda, che ne permette l’attuazione, che dà la possibilità di avere Servizi sanitari infermieristico-ostetrici, tecnico sanitari, di riabilitazione, di prevenzione e sociale, con relativo Dirigente proveniente da quell’area.
Nonostante questo, la stampa locale, recentemente, ha dato notizia dell’intenzione, della più grande Asst bresciana, di nominare un nuovo dirigente Sitra. Questo mi lascia alquanto sconcertato e mi porta a concludere come su questa materia la confusione sia ancora tanta o più semplicemente che si faccia fatica ad accettare la normativa in essere.
E sono certo di quello che dico per aver fatto una precisa domanda, su questa materia, all’ospedale di Esine, al padre della riforma della sanità lombarda
Fabio Rizzi, che, con
Angelo Capelli, era venuto ad esporla.
Impossibile che i due non si ricordino del sottoscritto che, davanti a 300 persone, si era presentato con una maglietta con scritto:” Sitra cose da pazzi- sul davanti e Sitra non me la bevo - dietro.”
Comunque sia, se adesso un infermiere dirigente è stato messo a capo anche delle altre aree, al momento del suo pensionamento, bisognerà capire come si vuole procedere per sostituirlo perché esiste una precisa normativa concorsuale che sconfessa quanto fatto fin ora in Lombardia e cioè “concorsi omnibus”, per dirigente unico, nei quali veniva chiesta una qualunque delle 5 Lauree Magistrali delle professioni sanitarie.
La normativa, il DPCM 25-01-2008, è chiara e prevede che, per accedere alla Dirigenza di un’Area, si deve essere in “possesso di Laurea Specialistica/Magistrale della classe relativa alla specifica Area”, per la quale è stato bandito il posto.
Ma non è finita perché è previsto che a far parte della Commissione Esaminatrice siano presenti “due Dirigenti dell’Area delle professioni sanitarie di riferimento” oggetto del concorso. E chi parteciperebbe in caso di “concorsi omnibus”? Due Dirigenti infermieri, due Dir. tecnici, due Dir. fisioterapisti, o due Dir. vigili sanitari o due assistenti Sociali? Insomma una soluzione improponibile e fuori norma.
A complicare le cose, e a farci capire che siamo fuori dal seminato, la norma, stabilisce pure una prova pratica. Ma quale? Chi ci garantisce che nei “concorsi omnibus” possa essere sufficientemente bilanciata per non essere troppo infermieristica, troppo tecnica, troppo riabilitativa, troppo sul sociale o troppo di prevenzione? Insomma se non si cambierà rotta prevedo un sacco di lavoro per gli avvocati.
Basterebbe, infatti, leggersi anche solo il terzo comma dell’articolo 7 della legge 251/00 per capire come stiano le cose. Infatti questo prevede la partecipazione dei Dirigenti delle varie aree al Collegio dei Dirigenti aziendale, ma allora da dove salta fuori il dirigente unico del Sitra buono per tutti come capita ora?
Probabilmente da come è stata bistrattata e sottovalutata la materia fin dal suo nascere in Regione Lombardia.
Infatti, in fase di prima applicazione, ad oggi conclusasi con la presenza sul mercato dei Laureati Magistrali delle singole Aree, la materia è stata definita da una delibera del 2003 che prevedeva il SITRA, precisando poi, nel 2005, che questo si caratterizzava con una responsabilità unitaria (NON UNICA come invece capita) di tutte le dirigenze attivate per le specifica aree professionali.
Ecco allora chiarito che per Sitra si dovrebbero intendere solo quei Servizi con almeno più di una dirigenza, di diversa area, al loro interno. Una di queste poi verrà scelta dalla Direzione Aziendale come referente del Servizio, come recita la Circolare 15/san 2005.
Nel caso invece questi fossero strutturati, come sta capitando ora, con una o più dirigenze, ma di una sola Area, forse sarebbe il caso di riflettere se questi altro non siano che servizi di area.
Se poi le aziende ritengono di non riconoscere la dirigenza alle altre 4 Aree, subordinandole però all’unico Dirigente, si evidenzia un conflitto di competenze professionali non avendo, questa unica dirigenza (qualsiasi sia l’area di provenienza), competenze e conoscenze adeguate rispetto alle altre aree.
Determinandosi così, di fatto, una impropria ed illegittima invasione di campo verso l’autonomia delle singole aree professionali come più volte ribadito dalla legge 251/2000. Insomma un rapporto gerarchico complicato e funzionale/professionale imbarazzante tanto che mi chiedo se non si possa configurare un abuso di potere su Aree Sanitarie non conferite per legge, nella stragrande maggioranza dei casi, al dirigente degli infermieri.
A titolo informativo, il sottoscritto ha informato la Procura della Repubblica di Brescia ma penso che l’esposto sia stato archiviato senza troppi complimenti. Lo avevo messo in conto, ma avendo un mare di carte per casa da buttare e ho preferito che lo facessero loro.
Gianni Melotti
Fisioterapista
11 settembre 2017
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