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Io, farmacista titolare di parafarmacia e la mia lettera al Ministro della Salute Grillo

di Elena Plescia

06 AGO - Gentile direttore, 
mi chiamo Elena e sono titolare di una Parafarmacia. Lo scorso 31 luglio ho inviato di mia spontanea volontà una lettera al Ministro della Salute Giulia Grillo che l'ha accolta, con mio stupore, e ha risposto pubblicamente proponendo una 'riforma complessiva del sistema che non sia l'ennesimo rattoppo fatto fino ad oggi'.
 
Di questo intento gliene sono grata, così come lo sono tanti miei colleghi, titolari di Parafarmacia, di cui molti sono all'apice dello sfinimento esattamente come me. 
 
Ho inviato la mia lettera (in allegato) a qualche mio collega che a sua volta l'ha inviata ad altri colleghi. Da ogni parte dell'Italia sono arrivate risposte che descrivono una situazione drammatica di Farmacisti di Parafarmacia. Si sopravvive, si vivacchia, si fanno sacrifici in attesa di un futuro migliore, si apre una Parafarmacia ma dopo poco tempo la si chiude perché non si riesce ad andare avanti. 
 
Ma l'Italia è o non è una Repubblica democratica fondata sul lavoro?
 
Senza volerlo ho suscitato un enorme problema sociale e sanitario in questa nostra Italia dove i problemi si procrastinano sine die, si pasticciano, si decidono alla fine con tanti compromessi che non soddisfano nessuno. 
 
La ministra Grillo ha detto di essere disponibile a confrontarsi con i colleghi in un colloquio costruttivo e mi auguro sia decisa nel portare avanti questa riforma come vero servizio per la comunità e come la professionalità degli addetti ai lavori merita.
 
Sono del parere che dovrebbe scomparire il termine Parafarmacia: quando mi si rompe la macchina vado dal meccanico e non dal para-meccanico, vado a comprare il pane dal panettiere e non dal para-panettiere, vado dal fruttivendolo e non dal para-fruttivendolo, vado dallo studio legale e non dal para-studio legale e cosi via. 
 
Noi farmacisti siamo tutti lavoratori addetti alla salute dei cittadini. 
 
La salute dei cittadini è importante ed è fondamentale il rispetto per la persona umana. Non possiamo e non dobbiamo più prenderli in giro creando loro confusione di fronte ad un'incomprensibile distinzione tra Farmacie e Parafarmacie perché chi sta dietro al bancone deve, per legge, indossare il camice bianco uguale per tutti e lo stesso distintivo.
 
Quando una persona sta male e il medico gli prescrive un farmaco per la salute, questa deve potersi rivolgere al Farmacista a 360 gradi.
 
Al Ministro della Salute, a tutti i miei colleghi farmacisti e a chiunque si fa portavoce di questo capitolo dell'Italia, chiedo solo una cosa: lasciatevi alle spalle il passato e andate avanti verso un unico obiettivo che è quello di far lavorare LIBERAMENTE i Farmacisti. 
Abolite il termine Parafarmacia, non prendete più in giro i cittadini e la loro salute e lasciate che questi possano entrare liberamente in un unico luogo: la Farmacia.
 
Elena, una Farmacista che chiede libertà di esercitare la sua professione.
 
 
Dott.ssa Elena Plescia
Parafarmacia Mandriola

06 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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