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Verso le elezioni. Save the Children ai candidati di Lazio e Lombardia: “Non dimenticate l’infanzia”


Sia nel Lazio che in Lombardia i minori rappresentano quasi il 17% della popolazione, ma per loro gli aiuti sono insufficienti (175 euro annui la spesa pro-capite per i servizi per infanzia e famiglie nel Lazio, 148 euro in Lombardia). Oltre 23mila minori laziali e 100mila lombardi vivono in siti inquinati.

21 FEB - “L’infanzia non può più essere messa in secondo piano, deve essere per le istituzioni una priorità da inserire nelle agende dei governi regionali e nazionale”. Per questo, in vista delle elezioni regionali, l’associazione in difesa dei bambini Save The Children ha deciso di rivolgersi ai candidati alle elezioni regionali di Lazio e Lombardia chiedendo loro una maggiore attenzione e interventi specifici per salvaguardare l'infanzia.

“Sia nel Lazio che in Lombardia la popolazione è composta quasi per un 17% da minori che, pur non votando, sono titolari di precisi diritti soggettivi riconosciuti dalla Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ONU”, spiega l’associazione, secondo la quale “in entrambe le regioni gli interventi  per l’infanzia messi in atto negli ultimi anni sono  stati frammentari e non volti a cambiamenti e miglioramenti sostanziali. Considerando la gravità della violazione dei diritti e del numero di minori interessati, esistono alcune criticità urgenti e per questo l’organizzazione ha deciso di presentare  ai candidati delle proposte specifiche e concrete”.

Ecco le criticità e le proposte che Save the Children avanza per il Lazio e per la Lombardia.

LAZIO

Nella Regione Lazio servono: nell’esecutivo un responsabile del coordinamento delle politiche per l'infanzia, vigilanza della Regione sulle comunità di accoglienza, assistenza ai neo genitori e interventi per l’edilizia scolastica.

I neonati della regione nascono già con un’ipoteca di 3.500.000 euro di debito pubblico a testa (il più alto d’Europa), i bambini sono destinati ad essere sempre meno nel prossimo futuro (15,5 ogni 100 nel  Lazio nel 2030), con aiuti insufficienti (175 euro annui la spesa pro-capite dei comuni in servizi per l’infanzia e famiglie nel Lazio), un background scolastico scadente (quasi 16 minori su 100 abbandonano gli studi superiori), senza competenze e stimoli culturali. Oltre 23.000 minori laziali vivono in siti altamente inquinati, oltre 8.000 vivono in comuni sciolti almeno una volta per mafia. Per quanto riguarda l’offerta di servizi cruciali come gli asili-nido, è di circa 15 ogni 100 il numero di bambini da 0 a 2 anni in carico agli asili nido pubblici o ad altri servizi integrativi.

I tre punti di intervento che l’organizzazione indica come prioritari per il futuro governo della regione Lazio sono:

1. L’assunzione di un ruolo della Regione nel monitoraggio delle comunità d'accoglienza. Al 31 dicembre 2012 risultavano presenti nel Lazio 1.474 minori stranieri non accompagnati (il 19,5% di tutti quelli presenti in Italia) e dal monitoraggio condotto sulle strutture di accoglienza è risultato che i Comuni – e in particolare quello di Roma – non adempiono in modo adeguato alla vigilanza e controllo sulle strutture (ai sensi degli art.12 e 13 della L. R. 41/200). Save the Children propone alla Regione Lazio di riformare la legge, dotandosi di potere ispettivo sulle strutture autorizzate.

2. L’istituzione di uno spazio di ascolto rivolto ai neogenitori nei reparti di ostetricia e ginecologia.  Il Lazio, con i suoi 54.341 nati nel 2011, è una delle regioni con il più alto tasso di natalità in Italia. Alcune indagini sui consultori familiari rilevano mancanza di interdisciplinarietà e carenza di personale, soprattutto specialistico (mediatori culturali, assistenti socio-sanitari, psicologi). La legge 34/96, che prevede un consultorio ogni 20.000 abitanti è disattesa e manca il sostegno per i neogenitori con problemi che li pongono ad alto rischio di esclusione sociale (povertà, disagio, depressione, scarsa conoscenza delle cure genitoriali). Per Save the Children Italia bisogna reinvestire risorse e riprogrammare un intervento di supporto ai neogenitori a rischio, attraverso il potenziamento della rete consultoriale e l’attivazione di spazi di ascolto all’interno degli ospedali. Un’attenzione particolare dovrà essere dedicata ai neogenitori stranieri per assicurare il diritto alla registrazione dei figli anche in assenza di permesso di soggiorno e all’informazione legale per le mamme che non vogliono o non possono tenere il proprio figlio.

3. Un intervento specifico in favore dell'edilizia scolastica. Da recenti rapporti emerge che, rispetto alla media nazionale, nel Lazio si investe di meno per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole. Inoltre su nessun edificio risulta essere stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica, è carente il monitoraggio dell’amianto (realizzato solo nel 66,67% degli edifici scolastici) e addirittura inesistente il monitoraggio del radon o di altre fonti di inquinamento ambientale. Save the Children Italia ricorda la necessità di predisporre un piano regionale per l’edilizia scolastica, annuale e triennale, e auspica che gli interventi di messa in sicurezza di 92 edifici scolastici nel territorio regionale previsti dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 3 ottobre scorso, vengano effettuati dagli Enti locali nell’ambito di una più ampia programmazione regionale.


LOMBARDIA

Nella regione Lombardia servono: nell’esecutivo un coordinatore delle politiche per l’infanzia, la nomina del garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, assistenza ai neogenitori in difficoltà e interventi per i minori stranieri non accompagnati.

Come nel Lazio i bambini lombardi nascono già con un’ipoteca di 3.500.000 euro di debito pubblico a testa con aiuti insufficienti (148 euro annui la spesa pro-capite dei comuni in servizi per l’infanzia e famiglie in Lombardia), con un basso background scolastico (17,3 su 100 abbandonano gli studi superiori e si ritrovano con la sola licenza media), senza competenze e stimoli culturali: il 32,6% non ha mai letto un libro, mai utilizzato il pc (31%), mai internet (26,3%), né sono mai andati cinema (16%) nel corso dell’ultimo anno. Oltre 100.000 minori lombardi vivono in siti altamente inquinati, assediati dal cemento.

Le proposte concrete di Save the Children per il prossimo presidente della regione Lombardia sono:

1. La nomina di un garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. La Lombardia, nonostante la previsione normativa (L.R. 6/2009), è una delle pochissime regioni in cui tale figura non è mai stata nominata. Si auspica quindi che la nuova Presidenza possa colmare questo vuoto  e porre così la Regione Lombardia in collegamento con i garanti già operativi nelle altri regioni Italiane.

2. La messa a sistema di uno spazio di ascolto/incontro rivolto ai neogenitori all’interno del reparto di ostetricia e ginecologia delle aziende ospedaliere del territorio regionale. In Lombardia si registra il maggior numero di nascite in Italia: 93.197 nel 2011. La maternità è un momento delicato e, in situazioni di crisi economica o di disagio sociale, rischia di diventare una fase difficile per la mamma e per il bambino. È necessario sul territorio regionale un sostegno per quei neogenitori che affrontano problemi quali povertà, disagio, depressione, scarsa conoscenza delle cure genitoriali, ponendo gli stessi e i neonati in una situazione di forte rischio di esclusione sociale, con le gravissime conseguenze che troppo spesso vengono riportate dalle vicende di cronaca. Save the Children Italia ritiene fondamentale reinvestire risorse e riprogrammare un intervento di supporto ai neogenitori a rischio, attraverso il potenziamento della rete consultoriale e anche attraverso l’attivazione di spazi di ascolto all’interno dei reparti di ostetricia e di ginecolgia.  Uno spazio dove i genitori possano trovare accoglienza, disponibilità, un aiuto concreto per le difficoltà incontrate nel nuovo percorso genitoriale e – soprattutto – personale specialistico in grado di seguirli anche in home visiting e di indirizzarli verso il Consultorio o altri servizi territoriali. Un’attenzione particolare dovrà essere dedicata ai neogenitori di cittadinanza straniera, per assicurare il diritto alla registrazione dei propri figli anche in assenza di permesso di soggiorno e all’informazione legale per le mamme che non vogliono o non possono tenere con loro il figlio.

3. Un intervento specifico per i minori stranieri non accompagnati. Al 31 dicembre 2012 erano 850 i minori stranieri non accompagnati segnalati dalle comunità lombarde, di cui 750 ancora presenti sul territorio regionale. E il dato non è esaustivo, dato che comprende solo quei minori che decidono di entrare in contatto con le istituzioni. Sul territorio lombardo manca un sistema di monitoraggio indipendente delle strutture destinate all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Save the Children ritiene indispensabile rafforzare il sistema attraverso il potenziamento di attività di informativa legale, mediazione culturale, outreach e l’istituzione di un Tavolo tecnico regionale in materia di politiche di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, che possa coordinarsi a livello centrale con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e a livello locale con i singoli Comuni.
 

21 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

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