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Toscana. Marroni difende l'accordo con i medici ospedalieri


L'assessore risponde alle recenti polemiche: "E' frutto di proficuo confronto".  Mugnai (Pdl) aveva parlato di "una sanità commissariata". E Lazzeri (Più Toscana): "Non si vuole portare in consiglio il nuovo modello". Interviene anche l'intersindacale: "Accordo delinea livelli essenziali organizzativi che la politica potrà liberamente implementare".

05 LUG - L’assessore alla Sanità della Toscana, Luigi Marroni, interviene sulle polemiche relative a un pre-accordo con i medici ospedalieri e sulla gestione della sanità toscana. “L’accordo, che sarà firmato a breve, dimostra come il percorso di riorganizzazione del sistema di cui alla delibera 1235 del 2012 sia stato oggetto di confronto professionale sin dall’inizio con gli operatori del Servizio sanitario regionale, rappresentati dalle rispettive organizzazioni”.

Stefano Mugnai (Pdl), vicepresidente del consiglio regionale, non aveva usato parole tenere per analizzare gli ultimi interventi in materia sanitaria. “Siamo in presenza di una sanità commissariata – ha attaccato – Si va avanti a colpi di delibere”.

Un duro attacco era arrivato anche da Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale di Più Toscana. “Alla Giunta Rossi – polemizzava – manca il coraggio politico di portare in Consiglio regionale questo nuovo modello di sanità e, quindi, si va avanti a forza di presunte fughe di notizie e di delibere ad hoc. Ma la fonte normativa è il piano socio-sanitario, scaduto da tre anni, con quello nuovo che, dopo un importante lavoro svolto dalla commissione, è stato bloccato sine die. Da mesi chiediamo che venga licenziato questo importante documento di programmazione sanitaria facendo assumere al Consiglio regionale tutta la responsabilità". 

Marroni è quindi intervenuto per spiegare che l’intesa è finalizzata ad assicurare modalità di funzionamento, secondo le caratteristiche di ciascun presidio dell’attuale rete ospedaliera, per garantire sviluppo professionale e qualità e sicurezza delle cure. “Le decisioni sull’assetto finale della rete ospedaliera regionale, sia per la dimensione strutturale che per la relativa posizione, sono prerogativa del nuovo Piano sanitario e sociale integrato. Le modifiche al Piano, che saranno proposte al Consiglio, risultano funzionali anche agli importanti e numerosi cambiamenti normativi intervenuti a livello nazionale nel corso degli ultimi tempi”.

Marroni ha inoltre smentito le voci che ipotizzavano la chiusura di alcuni presidi e un taglio di 1800 posti letto. “Sono prive di ogni fondamento – ha assicurato - la preoccupazione per eventuali interventi di riorganizzazione territoriale sarà affrontata e riceverà risposte adeguate in sede di programmazione istituzionale attuativa, come più volte ribadito”. In seguito all’approvazione della delibera di Giunta regionale 1235/2012, “è in corso un serrato e proficuo confronto con le realtà territoriali, anche in relazione ai piccoli ospedali, che, ribadisco, rimarranno veri e propri ospedali, e si sta procedendo all’approvazione dei Patti territoriali, funzionali all’applicazione della delibera stessa”.

E sulla questione è intervenuta anche l’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria della Regione Toscana, che, tramite una nota, ha precisato che “l’accordo delinea dei livelli essenziali organizzativi che le scelte della politica potranno liberamente implementare tenendo conto delle risorse economiche a disposizione”.

Per quanto riguarda le polemiche circa una eventuale riduzione dei posti letto, l’intersindacale specifica che “l’accordo prevede una modulazione della delibera 1235/2012 per cui l’eventuale riduzione dell’offerta potrà avvenire soltanto dopo il pieno sviluppo di strutture alternative all’ospedalizzazione e per l’accoglienza dei pazienti con dimissioni difficili. Vengono inoltre individuati ambiti di utilizzo efficiente delle risorse posti letto sia in termini di durata della degenza sia per quanto riguarda i tassi di occupazione e una riorganizzazione, da intendere come incremento delle dotazioni, è prevista per evidenti scostamenti di tali indicatori”.

L’accordo regionale, inoltre, “ferma e inverte la tendenza – osserva l’intersindacale – osservata negli ultimi tre anni in molte Aziende sanitarie che, sotto la spinta della riduzione del finanziamento nazionale hanno determinato un depauperamento delle risorse professionali con il rischio di limitare il diritto di accesso alle cure”.
 

05 luglio 2013
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