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Lazio. Oncologia: “Ridurre le liste di attesa del 30% in 2 anni”


È questo l’obiettivo dei 30 gruppi interdisciplinari, formati da 300 esperti, che hanno stilato un documento con 20 linee guida suddivise per patologia. Il progetto presentato oggi a Roma in un convegno nazionale all’Istituto Tumori Regina Elena sarà consegnato alla presidente Polverini.

28 MAR - Assicurare un accesso uniforme dei pazienti colpiti da tumore in tutti i centri del Lazio, offrendo loro la migliore qualità e innovazione nelle prestazioni, nella diagnosi e nella cura. È l’obiettivo dei 30 gruppi interdisciplinari, formati da 300 esperti, che hanno stilato un documento con 20 linee guida suddivise per patologia. La pubblicazione è stata presentata oggi in un convegno nazionale a Roma all’Istituto Tumori Regina Elena, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È il primo atto della Rete Oncologica del Lazio (Rol), istituita nel luglio 2011, e sarà ora consegnato al governatore Renata Polverini perché diventi uno strumento operativo, di confronto e di pianificazione. Ogni anno nel Lazio si registrano 34mila nuovi casi di tumore e 16mila decessi. E sono 216mila le persone che vivono nella Regione con una diagnosi di cancro.
 
“È dimostrato – ha sottolineato Francesco Cognetti, coordinatore scientifico del progetto e direttore dell’Oncologia Medica del Regina Elena – che l’appropriatezza delle prestazioni mediche può significativamente influenzare i risultati dei trattamenti oncologici, le possibilità di sopravvivenza dei pazienti e la loro qualità di vita. Vogliamo ridurre le liste di attesa del 30% nei prossimi 24 mesi e individuare i centri di eccellenza in grado di offrire un servizio sanitario certificato di assoluto livello”.
Il progetto prevede quindi misure di verifica, per disporre di una mappa chiara anche delle liste di attesa e della loro evoluzione nel tempo, a livello delle singole Istituzioni ospedaliere e dell’intera Regione Lazio. “In caso di riscontro di non appropriatezza da parte delle Commissioni di controllo – ha aggiunto Cognetti – le Istituzioni potranno prevedere ulteriori meccanismi di verifica ed eventuali provvedimenti sanzionatori, come l’abbattimento dei rimborsi o la temporanea sospensione dell’accreditamento”.
 
“Il valore della rete oncologica – ha spiegato Luigi Frati, Rettore della ‘Sapienza’ di Roma – è quello di creare una stretta sinergia fra le strutture oncologiche del territorio, anche le più piccole, in modo da coordinare l’approccio diagnostico e terapeutico e mettere a disposizione di tutti i cittadini le tecnologie più sofisticate presenti nei centri più grandi”.

L’obiettivo finale del documento, ha affermato Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina della Cattolica di Roma, è anche quello di “produrre indicazioni delle dotazioni strutturali, tecnologiche, di expertise ed organizzative che dovranno essere presenti in ciascuna unità ospedaliera ai fini dell’accreditamento ad eseguire diagnosi e terapia in ogni patologia”. I documenti saranno quindi estremamente utili ai fini della stesura dei piani strutturali e dei percorsi terapeutici nell’ambito delle quattro Macroaree di cui si compone la Rete Oncologica Regionale.
  
“L’adeguamento ai criteri uniformi stabiliti dalle linee guida del documento – ha concluso Renato Lauro, Rettore dell’Università ‘Tor Vergata’ - deve diffondersi, pur in relazione alle potenzialità tecnologiche, strutturali e di qualificazione del personale dei singoli centri, a tutte le strutture del Servizio Sanitario Regionale che, in assenza di indicazioni e raccomandazioni da utilizzare nella pratica clinica da parte delle autorità sanitarie centrali, potrebbero invece produrre prestazioni disomogenee e non in linea con i migliori standard riconosciuti a livello internazionale”.

28 marzo 2012
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