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Merzagora (Onda): “Strumento utile per una contraccezione responsabile"


30 MAR - La richiesta di contraccezione d’emergenza può essere vista come “un momento importante, un’opportunità per parlare di prevenzione contraccettiva stabile e di pianificazione familiare anche a quelle donne che non hanno ancora fatto una loro scelta a riguardo. Non dimentichiamo che nel nostro Paese manca purtroppo, a livello nazionale, un progetto organico e strutturato di educazione alla sessualità, alla salute riproduttiva e alla contraccezione”. Ad affermarlo, nel corso della conferenza stampa promossa a Roma per presentare la Pillola dei 5 giorni dopo, dal 2 aprile disponibile anche nelle farmacie italiane, è stata Francesca Merzagora, presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda).
 
Secondo Merzagora, la contraccezione d’emergenza è "un presidio di prevenzione validato e conosciuto, un metodo esclusivamente di riserva nel caso del fallimento di un altro metodo contraccettivo o nel caso che il rapporto non sia stato adeguatamente protetto, a volte indipendentemente dalla volontà della donna. Non deve essere quindi considerato come un farmaco per donne ‘poco attente’, ma una soluzione per quelle donne che hanno un bisogno urgente di protezione o che hanno vissuto un evento ad alto rischio e chiedono quindi aiuto al proprio medico per una procreazione responsabile”.

“Non dimentichiamo – ha sottolineato la presidente di Onda - che la contraccezione d’emergenza è anche un ultimo baluardo per evitare il ricorrere alla interruzione volontaria di gravidanza, un’esperienza dolorosa per la donna da tutti i punti di vista, fisici, psichici e morali. I dati in letteratura ci riferiscono, infatti, che anche nei Paesi occidentali, nonostante il diffuso ricorso a contraccettivi efficaci e ben tollerati, più di tre gravidanze su dieci risultino indesiderate e, purtroppo, in circa il 50% dei casi queste si concludono con il ricorso all’Ivg. Perciò poter offrire alla donna, un’ultima possibilità per ridurre, non azzerare certo, questo rischio è essenziale: non stiamo parlando di pillole abortive, ma di pillole contraccettive, seppure d’emergenza”.
 
Per la presidente di Onda, il farmaco può quindi essere anche considerato come "una sorta di prevenzione ‘secondaria’ che va ad integrare quell’importante azione condotta dalla prevenzione ‘primaria’, ossia dai  metodi contraccettivi abitualmente scelti dalla coppia”.


 

30 marzo 2012
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