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Psicologo di base. Società italiana di psichiatria: “Belen e Fedez sono voci importanti. Ma la politica fermi la dispersione di risorse a discapito del SSN”


Sono i Dipartimenti di Salute Mentale del servizio sanitario nazionale, nelle loro articolazioni (psichiatria, sertd, neuropsichiatria infantile e psicologia clinica), a presidiare il territorio, a rappresentare il cardine della cura delle persone che soffrono di un disturbo psichico

06 DIC -

“Sono ben 7 le proposte di Legge in Parlamento per lo psicologo di comunità e non ce n’è una sola per la riorganizzazione e il finanziamento del servizio pubblico Dipartimenti di Salute Mentale. Proposte che puntano a distrarre risorse dalla psichiatria pubblica tradizionale verso altre iniziative. Lo fanno in buona fede, seguendo l’onda emotiva dei numeri post covid e di testimonianze di pazienti ‘importanti’, come quelle recenti di Fedez e Belen Rodriguez. Ma sono i Dipartimenti di Salute Mentale del servizio sanitario nazionale, nelle loro articolazioni (psichiatria, sertd, neuropsichiatria infantile e psicologia clinica), a presidiare il territorio, a rappresentare il cardine della cura delle persone che soffrono di un disturbo psichico”. E' quanto evidenzia in una nota la Società italiana di psichiatria (Sip).

“Sono loro - prosegue la società scientifica - che costituiscono e devono continuare a costituire la rete nazionale per fornire interventi integrati di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del paziente sul territorio. Solo questo assicura un uso equo delle risorse disponibili su tutti i cittadini. Eppure, nonostante le 800 mila persone in carico, 200 ambulatori sul territorio hanno chiuso i battenti negli ultimi anni per mancanza di risorse e di personale: medici (-134), psichiatri (-519), infermieri (-82). Con quasi 80 mila accessi in pronto soccorso in più (547.477 nel 2022 rispetto ai 479.276 del 2021), e quasi 8.000 ricoveri in più (137.233 dimissioni contro le 129.891 dell’anno precedente), si è stati costretti ad abbassare l’offerta per i posti letto in degenza ordinaria (9,3 ogni 100.000 abitanti maggiorenni rispetto al 9,6 del 2021), peggiorando la qualità della cura per i degenti, e diminuendo i posti per coloro che ne hanno bisogno.

“La Società Italiana di Psichiatria è fortemente preoccupata dal rischio di costruire una facile risposta politica, che rischia solo di distrarre l’attenzione (e risorse) dal cuore della questione, che è rappresentato dalla crescente moltitudine di persone che soffrono di una patologia mentale e bussano alle porte del servizio pubblico in cerca di aiuto – spiega la presidente SIP, Emi Bondi –. Comprendiamo la necessità di seguire l’onda di consenso di molti influencer, che stanno comunque facendo un gran lavoro di sensibilizzazione sulla salute mentale tra i cittadini, ma finanziare bonus o creare nuovi servizi quando i servizi ci sono già e funzionano bene se finanziati a dovere, non può essere una soluzione a un problema in costante crescita, che viene affrontato con risorse inadeguate da moltissimi anni, oltretutto in progressiva riduzione”.

“Senza un Servizio Sanitario pubblico che risponda adeguatamente ai bisogni riguardanti la salute mentale non sarà più possibile garantire un accesso alle cure equo a tutti i cittadini, né tantomeno indirizzare le risorse verso chi ne ha più bisogno – precisa Liliana Dell’Osso, presidente eletto SIP –. Aumenterà la spesa sanitaria out of pocket, ovvero sostenuta direttamente dal privato cittadino, e sempre più persone saranno vittime di emarginazione causata dalla malattia e dall'impossibilità di ottenere il diritto alla cura. Questo significa condannare i malati all'abbandono, a una vita ai margini, e addirittura, nei casi più gravi, a veder messa in dubbio la loro stessa possibilità di sussistenza. In una società che promuove a gran voce l'inclusione, rischiamo, nella realtà dei fatti, di andare incontro a una epurazione silenziosa dei più bisognosi a causa dei tagli ai servizi”.

“L’istituzione dello psicologo di base quale servizio di assistenza primaria, inserito nell’organizzazione distrettuale con compiti essenzialmente di prevenzione secondaria, distoglie dal vero problema: l’assottigliamento delle risorse destinate ai servizi di salute mentale (adulti e infanzia) e delle dipendenze – aggiunge Moreno De Rossi, vicepresidente SIP –. È questo che, adeguatamente finanziato ed efficientato per venire incontro ai nuovi bisogni, può essere presente capillarmente sul territorio ed effettuare una vera prevenzione primaria, oltre che garantire un trattamento integrato e cure appropriate a coloro che ne hanno necessità, per tutto il periodo necessario alla guarigione. In questo momento, come da tempo sottolineiamo, serve poter dare una risposta coerente alle linee guida e avere psicologi e psicoterapeuti nei servizi pubblici di salute mentale. Serve far seguire all’intercettazione del bisogno la possibilità di cura, vera, reale”.

“Serve insomma fornire il servizio pubblico di risorse adeguate, di psicologi e psicoterapeuti nei dipartimenti – concludono Emi Bondi e Liliana Dell’Osso – e non finanziamenti e bonus che rischiano di fare il paio con le famose brioche di Maria Antonietta”.



06 dicembre 2023
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