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Giornata mondiale meningite. AMCLI: “È ancora emergenza”


Sono oltre 3 mila i casi in Italia che, soprattutto per le meningiti batteriche, rimangono ancora letali in percentuale alta. Gli ultimi dati mostrano una diminuzione dei casi, ma sono in aumento le meningoencefaliti causate dal virus Toscana, trasmesso da piccoli insetti che amano il caldo.

24 APR - Ricorre oggi la Giornata Mondiale dedicata alla meningite, malattia di origine batterica o virale – solo più raramente si tratta di un’insorgenza autoimmune – che in Italia colpisce oltre 3 mila persone l’anno, soprattutto bambini, con esiti talvolta letali. Secondo gli esperti si tratta ancora oggi di un’emergenza sanitaria che richiede immediata assistenza, indirizzata soprattutto alla diagnosi e al tempestivo trattamento terapeutico. In questo contesto, spiegano gli specialisti dell’Associazione dei Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) è indispensabile è il ruolo del microbiologo clinico, che identifica il microorganismo responsabile, orienta la terapia e, laddove necessario, dà il via alle procedure di sanità pubblica per evitare contagi.
 
La meningite è una patologia infiammatoria delle membrane (le meningi) che avvolgono cervello e midollo spinale; è generalmente di origine infettiva ed è caratterizzata da una sintomatologia specifica che include l’irrigidimento della parte posteriore del collo, febbre alta, mal di testa, vomito o nausea, alterazione del livello di coscienza e/o convulsioni. “Le forme batteriche sono le più gravi e possono condurre a morte anche nel 10% dei casi; i maggiori responsabili sono il meningococco e lo pneumococco che infettano principalmente soggetti non vaccinati”, ha spiegato Presidente AMCLI Pierangelo Clerici. “I laboratori di microbiologia clinica sono ben attrezzati per condurre una diagnosi accurata e veloce”.
“La diagnosi di laboratorio delle meningiti batteriche ci impegna molto perché va fatta in urgenza h 24 e deve prendere in considerazione molti batteri”, ha aggiunto Cristina Giraldi, Segretario nazionale dell’associazione. “Tra l’altro, dalla nostra risposta, non dipende solo la terapia del paziente, ma anche l’avvio delle procedure di sanità pubblica. Nel caso di meningite meningococcica, infatti, devono, essere rintracciati tutti i contatti del paziente e trattati”.
 
L’incidenza della malattia invasiva da meningococco in Italia, è maggiore (4,6 casi ogni 100.000 persone) in bambini al di sotto di un anno. Gli ultimi dati mostrano una diminuzione dei casi e giustificano l’impegno dell’Italia nella ricerca scientifica indirizzata a prevenire e trattare adeguatamente le meningiti di tipo batterico, con l’introduzione di vaccini per il meningococco, pneumococco ed emofilo, efficaci già nel primo anno di vita. Di recente è stato anche approvato un nuovo vaccino, efficace per le forme di malattia meningococcica dovuta a meningococco B, che si è rivelato il più difficile da sviluppare, in quanto le sue proteine ​​di superficie che vengono normalmente usate per creare il vaccino suscitano una debole risposta del sistema immunitario.
“Le forme virali sono più frequenti e meno gravi di quelle batteriche”, ha spiegato Maria Paola Landini, Microbiologa di Bologna. “Negli ultimi anni, però, abbiamo osservato un aumento delle meningoencefaliti causate dal virus Toscana, trasmesso dai flebotomi (pappatacci), piccoli insetti il cui sviluppo è notevolmente aumentato grazie alle temperature più alte delle nostre estati. È importante, quindi, che nel periodo estivo, ormai in arrivo, ci si difenda bene non solo dalle zanzare  ma anche da questi altri fastidiosi insetti”.

24 aprile 2013
© Riproduzione riservata

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