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Oncologia. Proseguono studi sugli effetti dell’estratto di Prunus Spinosa. Ma Ricciardi (Iss) avverte: “Attività antitumorale ancora da dimostrare sull’uomo”


La ricerca di base condotta su linee cellulari ha dimostrato l’attività antiproliferativa e antitumorale dell’estratto idroalcolico del Prunus spinosa, una pianta titpica del molisano. I primi risultati domani all’Expo di Milano, al Congresso Artoi. Se fossero confermati anche in vivo, verrà messo a punto un prodotto con una formulazione chimica originale per il trattamento di alcune patologie neoplastiche.

26 GIU - I risultati della ricerca di base condotta su linee cellulari che hanno dimostrato l’attività antiproliferativa e antitumorale dell’estratto idroalcolico del Prunus spinosa, una composizione nutraceutica estratta da una pianta tipica del territorio Molisano, saranno illustrati domani all’Expo di Milano, al VII Congresso Internazionale Artoi (Integrative Care and nutrition in oncology).

Di questa pianta erano già note alla comunità scientifica le proprietà antiossidanti che, però, non erano state sperimentate con lo scopo di ottenere una molecola di sintesi in grado di contrastare l’attività proliferativa delle cellule tumorali. “Si tratta di uno studio in vitro che ha dato ottimi risultati che abbiamo la volontà di approfondire e verificare sul piano sperimentale umano - afferma Walter Ricciardi, Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità -. Va sottolineato però che c’è ancora molta strada da fare prima di dimostrare la sua efficacia sull’uomo e di affermare che l’integratore che si sta mettendo a punto, a base di quella composizione, possa effettivamente avere un’efficacia sul piano clinico”.

La ricerca è stata condotta con l’obiettivo di verificare la possibilità di utilizzare in forma integrata un composto naturale a supporto della chemioterapia e della radioterapia anche con l’intento di ridurre gli effetti collaterali di tali terapie e migliorare la qualità di vita del paziente.
“Adesso è conclusa la fase preliminare della ricerca - afferma Stefania Meschini, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità presso il Dipartimento Tecnologie e Salute - e i risultati ci spingono sicuramente a continuare in questa direzione, perché il preparato Prunus Spinosa + CAN, utilizzato su linee cellulari umane di istotipi diversi, ha mostrato una massiccia attività antitumorale che vale la pena di sperimentare anche sull’uomo”.


Il passo successivo, qualora i risultati in vitro fossero confermati anche in vivo, sarà la messa a punto di un prodotto con una formulazione chimica originale per il trattamento di alcune patologie neoplastiche.  Lo studio è stato condotto in collaborazione con l’azienda Biogroup e ha prodotto un brevetto congiunto. 

26 giugno 2015
© Riproduzione riservata

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