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Biopsia addio, arriva la microscopia confocale


Due studi condotti da ricercatori dell’Istituto Dermatologico San Gallicano mostrano come la tecnica, che non necessita del prelievo del tessuto, sia in grado di visualizzare accuratamente la struttura microscopica della pelle e quindi di evitare le biopsie cutanee nei pazienti affetti da tumori o malattie infiammatorie cutanei.

28 MAR - Due studi pubblicati sul British Journal of Dermatology e sugli Archives of Dermatology lo dimostrano: la microscopia confocale, una tecnologia di recente applicazione, in grado di fornire in tempo reale immagini microscopiche ad alta risoluzione in modo del tutto innocuo senza alcun dolore per il paziente, si candida a sostituire indagini invasive come le biopsie in pazienti affetti da patologie della pelle: melanoma e altri tumori cutanei, come il carcinoma basocellulare o il carcinoma spino cellulare; malattie infiammatorie cutanee come psoriasi, eczema, collagenopatie, melasma, vitiligine.Gli studi sono stati condotti da ricercatori dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma: “La risoluzione d'immagine della tecnica confocale - ha spiegato Marco Ardigò, del dipartimento di Dermatologia Clinica dell'Istituto San Gallicano di Roma - è sovrapponibile a quella della microscopia ottica standard e permette di ottenere informazioni analoghe senza dover sottoporre il paziente a dolorose biopsie cutanee, che oltretutto lasciano cicatrici. Grazie alla sua assoluta non invasività, l'indagine può essere ripetuta su più lesioni cutanee nella stessa seduta e più volte nel tempo, al fine di controllare, nel caso delle malattie cutanee, i cambiamenti microscopici e valutare l'efficacia delle terapie adottate”.
La tecnica, inoltre, può offrire indispensabili indicazioni sull’alopecia areata e l’alopecia androgenetica. “Il monitoraggio terapeutico mediante l’associazione fra tricoscopia e microscopia confocale offre scenari molto promettenti in questo campo”, ha sottolineanoil direttore del dipartimento Enzo Berardesca. “Infatti i pazienti che hanno eseguito regolarmente il follow-up mediante tecnica confocale hanno ottenuto risultati migliori rispetto a quelli in cui la risposta terapeutica è stata valutata solamente attraverso la clinica e/o la tricoscopia. La possibilità di modulare la terapia in relazione ai dati riscontrati è un ottimo criterio per ottimizzare le cure”. 

28 marzo 2011
© Riproduzione riservata

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