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Brisighella, la città del cuore. Dove medici e cittadini hanno dichiarato guerra alle malattie cardiovascolari


Parte da un paesino dell’Emilia Romagna un progetto che insegna a prevenire e combattere le malattie cardiovascolari. La popolazione di Brisighella è stata sottoposta ad uno degli studi più lunghi mai condotti: è cominciato nel1972. Ecco i risultati.

01 DIC - Esiste un luogo, non troppo lontano, dove le malattie cardiovascolari sono quasi un lontano ricordo. Si chiama Brisighella e si trova in Emilia Romagna. Un piccolo paesino dove medici di famiglia e cittadini, unendo le proprie forze, hanno dichiarato guerra a quelle malattie che possono insorgere anche da scorretti stili di vita.
 
I risultati sono stati così sorprendenti da diventare un esempio per tutto il mondo. E da questo modello è nato anche il progetto www.atuttocuore.it che, come motto non poteva che scegliere: “Se hai a cuore il tuo cuore vai a vivere a Brisighella”. Il sito fornisce tutti i consigli utili per diventare un brisighellese doc. Questi suggerimenti derivano da un’approfondita ricerca il ”Brisighella HEART Study". Questo studio è uno dei più lunghi mai portati avanti: l'Università degli Studi di Bologna è a lavoro dal 1972 con monitoraggi e ricerche specifiche sulla popolazione.
 
Per cominciare, si prese in considerazione il fenomeno del "pendolarismo" molto diffuso a Brisighella, quale causa di stress cronico. Fatti i primi monitoraggi i medici cominciarono a proporre sia un’alimentazione più “sana” che l’aumento dell’attività fisica nei soggetti sedentari. Dopo il quarto rilevamento del 1984, con le conoscenze maturate sul campione di popolazione nell’arco di 12 anni si era assistito ad un progressivo aumento di alcuni parametri: colesterolo totale, trigliceridi, BMI, pressione arteriosa. A questo punto la strategia divenne chiara e precisa: si mise in atto un progetto di educazione alimentare della popolazione, si intervenne sui bambini in età scolare per educare di riflesso le famiglie e si intervenne farmacologicamente sulla popolazione “ ad alto rischio”.
 
"Nonostante sia iniziato negli anni ’70 – ha spiegato Claudio Borghi, professore di medicina interna dell'Università di Bologna e responsabile del "Brisighella HEART Study"- il progetto è quanto mai attuale, perché non abbiamo ancora risolto nel mondo il problema delle malattie cardiovascolari come prima causa di morte. Quindi, l'interesse per queste malattie non è ancora scemato, anzi. La lezione che viene dallo studio scientifico condotto a Brisighella è semplice: grazie alla collaborazione tra le Istituzioni, una municipalità illuminata, una popolazione bene informata e, quando serve, una mano dalle terapie il livello di rischio cardiovascolare e conseguente mortalità si può ridurre. Da Brisighella abbiamo imparato che il modello medicalizzato dell'imposizione, del divieto e della paura non serve. Molto più efficace quello del dialogo e dell'educazione”
 
Il segreto principale è assumere dei comportamenti più corretti che vadano a migliore gli stili di vita, senza stravolgerli. Prendersi cura del cuore può essere considerato anche un gioco, tanto il sito atuttocuore propone proprio un’attività ludica adatta a tutti, il "brisigame".

“Le parole chiave del progetto Brisighella sono due: comunità e longevità. Perché in questo progetto non ci si è limitati ad un rapporto uno ad uno tra medico e paziente - ha concluso Davide Missiroli, sindaco del paese - ma si è mossa tutta la comunità e mai come in questo caso possiamo dire che lo slogan ‘l’unione fa la forza’ si sia dimostrato vincente”.

01 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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