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Terapie prolungate per la fertilità aumentano rischio cardiovascolare

di Marilynn Larkin

Il fallimento di un trattamento per la fertilità può associarsi a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Ovvero, l’infertilità potrebbe indicare una predisposizione di fondo verso le malattie cardiovascolari. A questa conclusione è giunto uno studio canadese.

15 MAR - (Reuters Health) - Jacob Udell e colleghi, ricercatori presso lo Institute for Clinical Evaluative Sciences a Toronto, sono partiti dall’evidenza che i i potenziali eventi cardiovascolari a lungo termine dopo la terapia della fertilità sono stati, a oggi, scarsamente indagati. Per approfondire la questione hanno studiato le cartelle cliniche di più di 28.000 donne (età media 35 anni) che hanno ricevuto dei trattamenti per la fertilità tra il 1993 e il 2011.
 
La metà delle donne hanno ricevuto almeno 3 trattamenti. E complessivamente si è visto che il 67% delle donne non è rimasto incinta. Nelle stesse donne, in un tempo mediano di follow-up superiore a 8,4 anni, sono stati identificati 2.686 eventi cardiovascolari. Il tasso annuo di tali eventi è stato superiore al 19% tra coloro che non hanno avuto una gravidanza rispetto a quelle che l’hanno avuta (1.08 vs 0.91 per 100 pazienti-anno; p <0.001).
 
Inoltre il fallimento del trattamento era più frequente tra le donne più anziane, vivevano in quartieri a basso reddito, avevano sperimentato un minor numero di aborti o nati morti. E ancora, le donne che non avevano concepito presentavano una maggiore incidenza di ipercolesterolemia (p <0.001), fumo (p = 0,02), asma (p = 0,02), neoplasie (p <0.001) e la depressione (p = 0.03). Diabete e ipertensione, invece, sono risultati meno comuni tra le donne che non hanno affrontato una gravidanza rispetto a coloro che l’hanno affrontata (p <0.001).
 
“I nostri risultati non devono certamente essere motivo di allarme” – ha commentato Udell. “Anche se abbiamo trovato un aumento del 19% in relazione a malattie cardiache e ictus, per l’insufficienza cardiaca in particolare, il rischio assoluto è stato modesto, pari a circa quattro ulteriori eventi per 1000 donne in oltre 10 anni di follow-up tra coloro che non hanno partorito”.
 
Gli autori ritengono che questi risultati debbano comunque essere attentamente ponderati dai medici in modo da predisporre trattamenti preventivi e cambiamenti dello stile di vita per le donne con una lunga storia passata di trattamenti per l’infertilità. “Ci sono una serie di motivi per cui la terapia della fertilità potrebbe non funzionare e potrebbe anche avere un impatto sul futuro rischio di malattie cardiache – ha continuato Udell – Da un punto di vista meccanicistico gli atti della terapia della fertilità si possono considerare come potenziali ‘stress test’ e possono rivelare coloro che sono destinate ad avere problemi medici. Una spiegazione alternativa è che ripetuti cicli di questi potenti farmaci possono portare a malattie cardiache premature”.

Fonte: CMAJ 2017

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science) 

15 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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