È nata Hannees, la nuova mano robotica made in Italy diventa una protesi. Il video di chi l’ha provata
di Daniela Robles
È stata presentata stamattina a Roma la nuova protesi robotica frutto della ricerca Inail e dell’Iit, Istituto italiano di tecnologia. Restituisce al paziente il 90% della funzionalità dell’arto. Hannes è un prodotto sviluppato da Rehab Technologies, il laboratorio nato a fine 2013 dalla collaborazione tra Inail e IIT e il suo nome è un omaggio al professor Hannes Schmidl
10 MAG - “Hannes è stata progettata affinché conformazione, peso e qualità dei movimenti siano il più possibile simili a quelli di una mano reale – hanno spiegato Rinaldo Sacchetti e Lorenzo De Michieli del team scientifico Inail-IIT – Ci siamo impegnati per fare in modo che le persone amputate percepiscano la protesi come una parte del loro corpo e non come un elemento estraneo. Il sistema di controllo di Hannes sfrutta gli impulsi elettrici che provengono dalla contrazione dei muscoli della parte residua dell’arto. Questa tecnologia fa sì che i pazienti possano comandare la mano semplicemente pensando ai movimenti naturali e senza la necessità di alcun trattamento chirurgico invasivo. I due sensori che ricevono e interpretano il segnale elettrico proveniente dal cervello, attivando il movimento desiderato del polso o della mano, sono infatti posizionati all’interno dell’invaso della protesi, la parte a contatto con l’arto residuo, risultando così invisibili all’esterno e impercettibili dal paziente”.
Il nuovo meccanismo alla base del movimento delle dita, della forza e del tipo di presa è stato brevettato dal team IIT–Inail, che conferisce alla mano protesica la capacità di afferrare gli oggetti adattandosi alla loro forma e di resistere alle eventuali sollecitazioni esterne. Le dita si piegano e possono assumere una postura naturale anche a riposo. Il pollice, in particolare, è orientabile in tre diverse posizioni e rende possibili i tipi di prese necessarie nella vita di tutti i giorni. Il sistema comprende anche il polso che può piegarsi in cinque posizioni e attuare la prono-supinazione attiva, permettendo il movimento rotatorio in entrambe le direzioni. Le caratteristiche di costruzione del dispositivo consentono alla batteria di coprire un’intera giornata intera di utilizzo.
"Posso piegare le dita con la forza voluta e cominciare a dimenticare di dover usare sempre la mano sinistra", ha detto Marzo Zambelli, il paziente che dal 2015 collabora con gli sviluppatori per mettere a punto la protesi robotica. Con la sua 'nuova mano' Zambelli ha stretto oggi quella del Ministro Giuliano Poletti, intervenuto alla presentazione.
“Sono molto soddisfatto di questo prodotto – ha dichiarato Poletti – La nuova mano robotica è un fiore all’occhiello tutta italiana ed è nata dalla collaborazione di due più istituzioni pubbliche. Avevo partecipato alla presentazione del progetto tre anni, fa insieme al Ministro Lorenzin e quello che è venuto fuori davvero encomiabile”.
“Valuteremo se inserire Hannes nell’elenco dei dispositivi presenti nel nomenclatore tariffario”, ha proposto Andrea Urbani, Direttore generale Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, che ha portato i saluti del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.