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“Efficacia del 95% dei vaccini contro il Covid-19 con punte del 100% già con la prima dose di AstraZeneca”. Il primo studio Italiano sui dati real-world condotto dall’Università di Ferrara 

di Camilla de Fazio

Lo studio conferma l'elevata efficacia (del 95% circa) dei vaccini contro il Covid-19. Tutti i vaccini si sono rivelati molto efficaci, anche contro la variante inglese. Gli autori riportano il 95% di contagi in meno, 99% di malati con sintomi in meno tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Il vaccino AstraZeneca sembra avere un'efficacia che sfiora il 100%, anche dopo una singola dose. Ne abbiamo parlato con il professor Lamberto Manzoli dell'ateneo ferrarese che ha diretto la ricerca

14 MAG - Sono stati annunciati in anteprima (l’articolo è stato inviato da poco a una rivista scientifica per la pubblicazione) i risultati di uno studio retrospettivo di coorte che, sulla base dei dati real-world conferma l’efficacia molto elevata dei vaccini contro il Covid-19. Gli autori riportano il 95% di contagi in meno, 99% di malati con sintomi in meno tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Il vaccino AstraZeneca sembra avere un'efficacia che sfiora il 100%, anche dopo una singola dose. Ne abbiamo parlato con il Professor Lamberto Manzoli, epidemiologo dell’Università di Ferrara, che ha diretto la ricerca.

Professor Manzoli, qual era l’obiettivo dello studio?
Abbiamo condotto questa ricerca per verificare quale fosse l’efficacia dei vaccini contro il Covid-19. Abbiamo i dati delle sperimentazioni cliniche che sono però controllate e sponsorizzate e i cui risultati quindi potrebbero non corrispondere esattamente a ciò che si osserva nel “mondo reale”.

Come avete realizzato la vostra analisi?
Abbiamo coinvolto nell’analisi tutti i residenti adulti nella provincia di pescara.
Siamo andati a vedere dal 2 gennaio, data del primo vaccino, al 26 aprile, momento in cui abbiamo estratto i dati, quanti casi di infezione, di malattia e di morte si sono verificati tra tutti i vaccinati e non vaccinati.

Quante persone avete coinvolto nell’analisi?
I vaccinati totali erano 62.000, ma non li abbiamo presi tutti in considerazione perché molti sono stati vaccinati ad aprile e non hanno avuto il tempo per sviluppare gli anticorpi (serve un certo numero di giorni che varia in base al vaccino). Abbiamo quindi considerato i dati di 37.000 vaccinati e 203.000 non vaccinati circa. Tutti sottoposti a tampone per valutare la presenza del virus.

Quanto è durato il follow-up?
Il follow-up è partito dal momento in cui i vaccinati iniziavano a produrre gli anticorpi, quindi è durato in media di 30 giorni. Non è un lungo follow-up, è preliminare, quindi è probabile che i dati nel tempo cambino un po’, ma non in modo sostanziale.
Abbiamo estratto i dati il 26 aprile, ed effettuato le analisi in meno di 20 giorni. Questo perché era importante scoprire in fretta l’efficacia dei vaccini: dei dati positivi avrebbero rassicurato la popolazione in un momento in cui c’è comunque una certa preoccupazione, dei dati negativi invece ci avrebbero spinto a rivedere alcune cose.

Siamo rassicurati, quindi. Riportate il 95% di contagi in meno, 99% di malati con sintomi in meno tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. I risultati sono gli stessi indipendentemente dal vaccino usato?
Sì, sono assolutamente sovrapponibili. L’efficacia poi è stata talmente alta che era impossibile statisticamente identificare delle differenze. L’efficacia di AstraZeneca era addirittura del 100%, nei prossimi mesi di certo diminuirà, però è un dato estremamente positivo.

Avete riscontrato differenze in base al sesso o all’età?
Abbiamo effettuato un’analisi per età, ma i vaccinati erano quasi tutti anziani. Inoltre i casi di positivi al coronavirus tra i vaccinati erano molto pochi, quindi le analisi stratificate non erano significative, né per sesso né per età. Abbiamo osservato 35 casi di malattia tra i vaccinati contro diverse centinaia tra i non vaccinati, un decesso tra i vaccinati e 206 tra i non vaccinati.

Avete valutato l’efficacia anche in base al numero di dosi somministrate?
Sì, con una dose sola l’efficacia di Pfizer diminuiva, arrivando al 70% circa, mentre quella di Moderna restava molto alta anche con una dose. Per quanto riguarda AstraZeneca (la cui efficacia è risultata del 100%) abbiamo effettuato l'analisi solo con una dose perché nessuno era stato vaccinato con due dosi (il vaccino è stato approvato dopo).

L’efficacia restava elevata anche rispetto alle varianti del virus?
Questo è un aspetto molto importante, è una forte preoccupazione quella dell’efficacia dei vaccini rispetto alle varianti del virus. In Abruzzo la variante dominante che circola è quella inglese. In letteratura è stata riportata la possibilità che i vaccini siano efficaci contro questa variante e noi confermiamo questi dati. In effetti, anche i dati sull’efficacia dei vaccini in generale che ripotiamo confermano quelli riportate da diversi (pochi) studi internazionali. Questo è comunque il primo studio italiano.

E per quanto riguarda gli effetti collaterali dovuti ai vaccini?
Ne abbiamo osservati molto pochi, ma non abbiamo potuto analizzarli. In conclusione mi consenta però di rivolgere un sentito e sincero ringrazamento a Graziella Soldato e Antonio Caponetti dell’Asl di Pescara, che oltre ad essersi occupati delle vaccinazioni si sono anche fatti carico della raccolta dati.
 
Camilla de Fazio

14 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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