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Sangue cordonale. Timidi segnali di ripresa, ma i livelli di raccolta pre-Covid sono ancora lontani


Nei due trimestri centrali del 2021 sono 9 le banche cordonali italiane a segnare un trend positivo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre le altre dichiarano dati sostanzialmente stabili. Questi i dati diffusi dal Centro Nazionale Sangue in occasione della Giornata Mondiale del Sangue Cordonale che si celebra oggi

15 NOV - Timidi segnali di ripresa nella raccolta di sangue cordonale (Sco) che negli ultimi mesi torna a crescere dopo aver scontato l’effetto lockdown. Un effetto che nel corso del 2020 aveva inciso pesantemente sulla raccolta, facendo segnare un -40% rispetto ai numeri del 2019.
 
Questi i dati del Centro nazionale Sangue illustrati in occasione della Giornata Mondiale del Sangue Cordonale, che ricorre il 15 novembre. Nei due trimestri centrali del 2021 sono 9 le banche cordonali italiane a segnare un trend positivo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (Roma-Cattolica,
Milano, Pavia, Cagliari, Sciacca, Firenze, Pisa, Treviso e Padova) mentre le altre dichiarano dati sostanzialmente stabili

Se i numeri della raccolta tornano a crescere, nonostante l’emergenza legata alla pandemia di Covid-19 non si sia ancora conclusa, sottolinea il Cns, bisogna però considerare che i dati complessivi restano ancora ben al di sotto dei livelli del 2019 e dei primi mesi del 2020. Un calo complessivo dovuto in parte al Covid ma anche alla riduzione delle nascite che, secondo le stime dell’Istituto Nazionale di Statistica, potrebbero attestarsi per l’anno in corso sotto le 400mila unità. Alla questione demografica si aggiunge poi la scarsa informazione riguardo alla donazione del sangue cordonale. Basti pensare che nel 2020 i parti avvenuti negli ospedali dotati di un centro di raccolta Sco sono stati oltre 275mila, ma le unità raccolte sono state solo 5.742.

“Il sangue cordonale è una risorsa preziosa che con il progredire delle ricerche sta trovando un numero sempre maggiori di applicazioni cliniche – sottolinea Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico sanitaria del Cns – Ad esempio si sta sperimentando la possibilità di impiegare i globuli rossi delle unità cordonali non idonee per il trapianto per le trasfusioni di sangue di bimbi prematuri. Eppure sono ancora troppo poche le giovani coppie che decidono di compiere questo gesto di grande valore solidaristico”.
 
Il sangue cordonale. Le cellule staminali emopoietiche presenti nel sangue del cordone ombelicale, come quelle presenti nel midollo osseo e nel sangue periferico, sono progenitrici di tutte le linee cellulari del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Il trapianto di cellule staminali rappresenta una consolidata terapia salvavita per la cura di numerose e gravi malattie del sangue congenite e acquisite, immunodeficienze e malattie metaboliche. La donazione del sangue cordonale è dunque un interesse primario per il Ssn e la sua raccolta e conservazione è effettuata presso le banche del sangue di cordone ombelicale, strutture pubbliche accreditate presso il SSN a ciò preposte.

La rete ITCBN (Italian Cord Blood Network) è formata da 18 Banche del Sangue ubicate presso ospedali pubblici o privati convenzionati con il sistema sanitario nazionale, distribuite in 13 regioni italiane. Ad esse fanno riferimento 270 centri attrezzati per la raccolta solidaristica del cordone ombelicale, 40 dei quali operano nelle regioni in cui non è presente una banca cordonale.
 
La normativa, ricorda in una nota il Cns, consente:
1) Raccolta di Sco donato per fini solidaristici;
2) Raccolta di Sco dedicato al neonato con patologia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o per uso dedicato a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta o pregressa, che risulti curabile con il trapianto di CSE;
3) Raccolta di Sco dedicato a famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali sussistano comprovate evidenze scientifiche di impiego di cellule staminali del Sco;
4) Raccolta di Sco ad uso autologo‐dedicato nell’ambito di sperimentazioni cliniche, approvate secondo la normativa vigente, finalizzate a raccogliere le evidenze scientifiche di un possibile impiego del sangue cordonale nel caso di particolari patologie.
 
La normativa invece vieta: la conservazione ad esclusivo uso autologo in assenza delle condizioni sopraindicate; l'istituzione di banche private sul territorio nazionale e ogni forma di pubblicità connessa alle banche private.
 
È tuttavia consentita la raccolta del Sco a scopo personale e la sua esportazione in strutture private al di fuori del territorio italiano secondo le regole definite da uno specifico atto normativo.

15 novembre 2021
© Riproduzione riservata

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