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Esplode la medicina difensiva. Quasi 13 miliardi l'anno per prestazioni che forse non servono


A tanto ammonterebbe la spesa sanitaria conseguente alla crescita del fenomeno della cosiddetta "medicina difensiva". L'abbiamo dedotto dall'indagine presentata oggi dall'Ordine dei medici di Roma, che stima nell'11.8% l'incidenza sulla spesa sanitaria totale (pubblica e privata) di farmaci, visite, esami e ricoveri prescritti dai medici per cautelarsi dal rischio di denunce future. Anche se non strettamente necessari.

23 NOV - “La medicina difensiva si verifica quando i medici ordinano test, procedure e visite, oppure evitano pazienti o procedure ad alto rischio, principalmente (ma non necessariamente) per ridurre la loro esposizione ad un giudizio di responsabilità per malpractice. Quando i medici prescrivono extra test o procedure per ridurre la loro esposizione ad un giudizio di responsabilità per malpractice, essi praticano una medicina difensiva positiva. Quando essi evitano certi pazienti o procedure, essi praticano una medicina difensiva negativa”.

È questa la definizione di medicina difensiva elaborata dall’Office of Technology assessment degli Stati Uniti. E a questo tema l’Ordine dei medici di Roma ha dedicato un’indagine, realizzata dal professor Aldo Piperno dell'Università di Napoli Federico II, i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma, in collaborazione con Panorama Sanità.

Tuttavia, dietro parole così equilibrate, si cela il rischio di pratiche mediche eccessive, forse non dannose per i pazienti ma certamente onerosissime per le casse della sanità pubblica e per le tasche dei cittadini. Secondo l'indagine, svolta su un campione di medici rappresentativi di tutta la categoria a livello nazionale (ad esclusione degli odontoiatri), ben l'11,8% della spesa sanitaria totale sarebbe causata dalla medicina difensiva.
Prendendo per buona questa percentuale, noi di QS abbiamo provato a vedere a cosa corrisponde in valori assoluti. Considerando che in Italia la spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) si aggira attorno ai 134 miliardi di euro (109 pubblici e 25 privati) e che farmaci, visite, esami e ricoveri coprono almeno l'80% di questa spesa, se il calcolo stimato dal professor Piperno corrispondesse alla realtà, vorrebbe dire che quasi 13 miliardi di euro se ne vanno ogni anno per esami, farmaci, visite e ricoveri prescritti ed eseguiti ma che forse non servivano.
Il dato di partenza è che il 78,2 % dei medici intervistati si sente oggi più a rischio di ricevere un esposto o una denuncia rispetto al passato e il 65,4% si sente sotto pressione nella pratica clinica di tutti i giorni.
Si generano così comportamenti difensivi che l’indagine ha analizzato separatamente, dividendoli in cinque categorie.

Farmaci: circa il 53 % dei medici dichiara di prescrivere farmaci per ragioni di medicina difensiva e, mediamente, tali prescrizioni sono il 13% circa del totale. Il fenomeno è leggermente più accentuato presso i medici molto giovani, quelli di assistenza primaria, in chirurgia, ostetricia-ginecologia, ortopedia e medicina di urgenza, residenti nelle regioni del sud e delle isole.
 
Visite specialistiche: il 73 % e oltre dei medici dichiara di prescrivere visite specialistiche per ragioni di medicina difensiva e, mediamente, tali prescrizioni costituiscono il 21% del totale. Il fenomeno è leggermente più accentuato presso i medici fino a 44 anni d'età, in assistenza primaria, medici ospedalieri, in medicina interna, in nefrologia-urologia, neurologia e neurochirurgia, ortopedia, ostetricia-ginecologia e medicina di urgenza, residenti nelle regioni del sud e delle isole.
 
Esami di laboratorio: circa il 71% dei medici dichiara di prescrivere esami di laboratorio per ragioni di medicina difensiva e, mediamente, tali prescrizioni costituiscono il 21% circa del totale. Il fenomeno è leggermente più accentuato presso i medici ospedalieri pubblici, in assistenza primaria, chirurgia, medicina interna, nefrologia-urologia, ortopedia, ostetricia-ginecologia e medicina d’urgenza, residenti nelle regioni del sud e delle isole.
 
Esami strumentali: circa il 75,6% dei medici dichiara di prescrivere esami strumentali per ragioni di medicina difensiva e, mediamente, tali prescrizioni rappresentano il 22,6 % circa del totale. Il fenomeno è leggermente più accentuato presso i medici ospedalieri, in assistenza primaria, chirurgia, medicina interna, nefrologia-urologia, ortopedia, ostetricia-ginecologia e medicina d'urgenza, residenti nelle regioni del sud e delle isole.
 
Ricoveri: circa il 49,9 dei medici dichiara di prescrivere ricoveri per ragioni di medicina difensiva e, mediamente, tali prescrizioni costituiscono l'11% circa di tutte le prescrizioni. Il fenomeno è leggermente più accentuato presso i medici giovani, i medici di ospedale pubblico, in cardiologia, chirurgia, medicina interna, ostetricia-ginecologia e medicina d'urgenza, residenti nelle regioni del sud e delle isole
 
Spesda totale per medicina difensiva. Secondo la stima dell'indagine la spesa generata dalla medicina difensiva, riferita a tutti i medici pubblici e privati, sarebbe corrispondente all’11,8% della spesa sanitaria totale, ripartita tra farmaci (3,7), visite specialistiche (2,4), esami di laboratorio (0,8), esami strumentali (0,8) e ricoveri (3,2). Per la sola spesa a carico del Ssn le ricadute della medicina difensiva sono pari a un 10,5% di incidenza totale, ripartito tra farmaci (1,9), visite (1,7) esami di laboratorio (0,7), esami strumentali (0,8) e ricoveri (4,6).
 

23 novembre 2010
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