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Ddl concorrenza. La liberalizzazione della fascia C e i falsi allarmi sulla salute. Lo studio dell'Istituto Bruno Leoni


"La liberalizzazione dei farmaci di fascia C non nuoce alla salute. La vendita potrà avvenire solo se un medico prescrive il farmaco e solo se c’è un farmacista al banco, ossia con le stesse garanzie che esistono nell'attuale sistema". Nel briefieng paper, curato da Luciano Capone, non solo vengono smentiti i possibili pericoli per la salute dei cittadini ma si torna a parlare anche di risparmi dovuti "all’iniezione di maggiore concorrenza". IL PAPER

14 DIC - L'Istituto Bruno Leoni torna a parlare di liberalizzazione dei farmaci di Fascia C in un briefing paper curato da Luciano Capone. La vendita dei farmaci di fascia C, definita "una delle tante liberalizzazioni incompiute in Italia" sembra essere stata messa ormai definitivamente da parte anche nell'attuale disegno di legge sulla concorrenza.  "Dal 2006, i farmaci di fascia C senza obbligo di prescrizione medica possono essere venduti fuori dalle farmacie, mentre sono ancora di loro esclusiva vendita, paradossalmente dal punto di vista della sicurezza terapeutica, quelli con obbligo di ricetta", si legge nel documento.
 
"La liberalizzazione dei farmaci di fascia C con obbligo di ricetta non sarebbe altro che la ovvia prosecuzione e naturale conclusione di un percorso che ha dato buoni risultati - dichiara Capone nel Briefing Paper -. La liberalizzazione dei farmaci di fascia C non nuoce alla salute”. "Grazie all’iniezione di maggiore concorrenza, i cittadini hanno potuto beneficiare di un’offerta più ampia e di prezzi più bassi per i farmaci da banco. Nessuno degli scenari catastrofici, sia dal punto di vista economico che della sicurezza, si è verificato - prosegue Capone -. Logica vorrebbe che quegli stessi argomenti non vengano utilizzati ora per impedire la liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Innanzitutto perché c’è motivo di credere che anche in questo caso si verifichi ciò che è accaduto per i farmaci Sop e Otc, ossia che una maggiore concorrenza e una possibile riduzione dei prezzi non provochino consumi eccessivi e pericolosi. Ma soprattutto perché in questo caso c’è un altro elemento che può farci stare tranquilli sulle garanzie per la salute: questa categoria di medicinali può essere distribuita solo dietro prescrizione medica. Ciò vuol dire che la vendita potrà avvenire solo se un medico prescrive il farmaco e solo se c’è un farmacista al banco, le stesse garanzie che esistono nell’attuale sistema, con l’unica differenza che il banco potrà essere anche quello di una parafarmacia".

14 dicembre 2015
© Riproduzione riservata


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