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‘Ripensare la Sanità al tempo del digitale’, un libro di Gregorio Cosentino: “La politica destini più crediti Ecm al digitale”

di Lorenzo Proia

“Ciò che io segnalo fortemente nel libro è il dover sviluppare le competenze dei professionisti. Serve ‘forzare’ la popolazione professionale a corsi Ecm adeguati. Perché se non si permette al personale di sanitario di aver non dico un obbligo, ma almeno una forte spinta alla formazione nel digitale, sarà difficile andare avanti. Chiediamo al mondo politico che su 50 crediti ECM non dico 50 ma almeno 5 debbano essere destinati al digitale”. Così il curatore del testo

30 GEN - L’accademico Gregorio Cosentino, classe 1953 ha realizzato un testo, Ripensare la Sanità al tempo del digitale, patrocinato dall’Associazione Scientifica per la Sanità Digitale e pubblicato da YouCanPrint . Il libro è stato presentato oggi all’Università Statale di Milano. La prefazione è a cura di Massimo Casciello, Direttore Generale del Ministero della Salute, per il dg: “La tecnologia si frappone tra uno o più individui, e per come consente la comunicazione, presenta le informazioni, suggerisce i comportamenti, trasforma, modifica il nostro modo di comunicare alterando, di fatto, la percezione della realtà. Questo in una tac ad alta risoluzione o una rsm a alto tesla mostra dettagli prima sconosciuti ed inimmaginabili e mostra come sia il ‘noi” dentro. Produce informazioni sotto forma digitale che si trasformano in immagini. Come gli rx hanno cambiato la cura nella prima guerra mondiale anche questi trasformano i nostri comportamenti di medici. In più la genomica, ora facilmente fruibile, amplia il ‘pacchetto’ di conoscenza su l’uomo”.

“Noi, tecnici del Ssn – prosegue Casciello -, dobbiamo sfruttare queste possibilità in modo etico e responsabile. A noi occorrono, nell’assoluto interesse del paziente e con il suo consenso, informazioni rapide, pertinenti, sicure, orientate al problema. Al sistema sanitario serve una presa in carico dell’individuo in ragione delle sue necessità che consenta una condivisione delle informazioni ‘gestionali’. Al cittadino paziente una capacità di essere soggetto attivo in un cammino di diagnosi e cura che lo renda parte consapevole e non avere la sensazione di essere un ‘numero’”. Il messaggio è che ci vogliono tanta tecnologia ma anche tanta “umanità tra tutti gli operatori e tra questi e il paziente”.

Il testo è ricco di contributi e spunti di riflessione scientifica. Vi sono infatti apporti di Alessia Cabrini, Antonio Bortone, Antonio Di Lascio, Chiara Sgarbossa, Elisa Rossi, Emilio Meneschincheri, Fabrizio Polverini, Fernando Capuano, Gabriella Levato, Gaetana Cognetti, Giuliano Pozza, Loredana Luzzi, Lorenzo Sornaga, Marco Grosso, Mariagrazia Montalbano, Mariano Corso, Marisa De Rosa, Massimo Casciello, Massimo Montanile, Paolo Emilio Russo, Paolo Locatelli, Riccardo Ceccarelli, Roberto Virgili, Sergio Pillon.

“Il libro – spiega il curatore Gregorio Cosentino - è diviso in tre parti. La prima parte è incentrata su un passaggio epocale, ovvero passare dal ‘curare’ al ‘prendersi cura’ della persona, porre dunque attenzione al suo benessere e alla prevenzione della malattia; tutte le professioni ne sono conscie di questo passaggio epocale e disposte a collaborare tra loro. La seconda parte tratta invece delle tecnologie e del loro sviluppo, anche trattando di novità come il Fascicolo Sanitario Elettronico; in questo senso fondamentale si rivela lo sviluppo delle competenze dei professionisti. La terza parte tratta invece del contesto etico”.

“Le nuove tecnologie – prosegue Cosentino - all’interno dei Sistemi Sanitari si applicano con le competenze. Su questo filone si dilunga tutto il libro dove io ho coinvolto i personaggi più noti in Italia su questi ambiti, ognuno si è occupato dei temi di cui era esperto (di Fascicolo Sanitario Elettronico; di Privacy, etc). Il messaggio che porta Massimo Cascello è che al centro di tutto deve esserci il paziente, questo è il cuore del dibattito: su di lui dobbiamo mettere a fuoco e riversare tutta l’attenzione; ed ecco dunque che il Fascicolo Sanitario Elettronico è un anello fondamentale. Ma ciò che io segnalo fortemente nel libro è il dover sviluppare le competenze dei professionisti, prima di tutto con la formazione (che richiede investimento), ma poi serve (e questo è difficile da portare avanti) ‘forzare’ la popolazione professionale a corsi Ecm adeguati. Perché se non si permette al personale di sanitario di aver non dico un obbligo, ma almeno una forte spinta alla formazione nel digitale, sarà difficile andare avanti. Tutti ci dicono che il digitale serve, che le competenze sono necessarie, ma queste poi non sono diffuse. Quindi chiediamo al mondo politico che su 50 crediti Ecm non dico 50 ma almeno 5 debbano essere destinati al digitale”.

“Anche il contesto di questa attenzione al paziente – conclude l’accademico - porta necessariamente a dover spostare la cura del paziente dall’ospedale al territorio, per prendersi cura dei cronici, anche perché siamo un popolo che invecchia e non è più pensabile seguire tutti in ospedale, si pensi che i Tsrm contano di fare le analisi di radiologia andando a casa del paziente”.

Lorenzo Proia

30 gennaio 2019
© Riproduzione riservata


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