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Assistente materna. Nursing Up: “L’Italia non ha bisogno di figure surrogate”


“Non ha senso pensare di introdurre figure alternative, come l’assistente infermiere, l’assistente alle mamme, o il super oss, senza prima intraprendere, da parte della politica, concreti percorsi valorizzazione di quelle professioni sanitarie, come le ostetriche che abbiamo già in casa e che rappresentano il nostro punto di forza”

02 OTT -

“La nascente figura dell’assistente materna, che il Governo vuole introdurre, ci appare, indiscutibilmente, come l’ennesimo pericoloso tentativo di mettere una toppa ad una serie di problemi che, nella delicata realtà dei professionisti sanitari del comparto non medico, e nello specifico, nell’ambito delle elevate responsabilità che riguardano le nostre ostetriche, andrebbero affrontati in ben altra maniera. Un po’ come è accaduto per la proposta della Regione Veneto della figura del Super Oss, abbiamo il timore che si tratti, da parte della nostra politica, dell’ennesimo tentativo di aggirare l’ostacolo”.

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del sindacato Nursing Up, a cui fa riferimento, dallo scorso 24 gennaio, anche il Coordinamento Nazionale Ostetrico Nursing Up.

“Ci stiamo battendo da tempo per la valorizzazione di tutti i professionisti del comparto non medico e in particolare per le ostetriche – ha dichiarato –, e tra le tante proposte, abbiamo chiesto al Governo di prevedere legittimamente, anche per loro, quella indennità di specificità infermieristica ottenuta da noi con le lotte di piazza e arrivata con l’ultimo contratto. Ma tutto questo non basta: la politica non può continuare a ignorare le carenze strutturali e di organico del nostro claudicante sistema sanitario, chiudendo i problemi, quelli davvero gravi, in un cassetto e facendo finta che non esistono. La grave carenza di ostetriche nel nostro Paese non è certo una notizia che può farci fare i salti di gioia. L’assenza delle ostetriche nei principali setting ospedalieri è una triste realtà con la quale siamo alle prese”.

In Italia, ricorda poi De palma, il numero di ostetriche ogni 100.000 abitanti è 29, 14,2 in meno della media europea, il che si potrebbe tradurre in una carenza di circa 8.300 unità portando il valore a quello medio. (Fonte Quotidiano Sanità/Eurostat).

“Abbiamo più che mai bisogno di una assistenza sanitaria degna di tal nome che faccia perno sulle competenze delle nostre ostetriche per supportare la nascita delle nuove famiglie. Sia chiaro allora che, secondo noi, non ha senso pensare di introdurre figure alternative, qualunque esse siano, come l’assistente infermiere, l’assistente alle mamme, o il super oss, senza prima intraprendere, da parte della politica, concreti percorsi valorizzazione di quelle professioni sanitarie che abbiamo già in casa e che rappresentano il nostro punto di forza.

Mettiamo nella condizione le ostetriche di lavorare al meglio delle proprie straordinarie competenze, garantendo un’assistenza post partum più capillare ed equilibrata e forte di una solida organizzazione. Riportiamo le ostetriche negli ambulatori, diamo loro il ruolo che meritano nella ricostruzione indispensabile della sanità territoriale. Occorre allora rivedere, in tal senso, anche lo sproporzionato rapporto ostetriche-posti letti, che oggi si traduce in una ostetrica ogni 15 donne”.

Lo ribadiamo apertamente: nessuna figura surrogata può arrivare a farsi carico di queste elevate responsabilità, ma possono esistere solo figure di supporto alle nostre professioniste, che in alcun modo possono essere rimpiazzate da altre che non hanno e mai avranno il medesimo percorso di studi e la medesima formazione, nonché la medesima esperienza sul campo”, conclude De Palma.



02 ottobre 2023
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