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La Fimmg scrive a Berlusconi: “Grave disagio dei medici sui certificati on line”


La scadenza della proroga delle sanzioni per i medici sulle certificazioni on line è alle porte (31 gennaio ndr.) e il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per segnalare il “grave disagio e il sentimento di profonda mortificazione della gran parte dei medici di medicina generale” coinvolti da alcune disposizioni del ‘decreto Brunetta’.

24 GEN - Qui di seguito la lettera del segretario generale della Fimmg Giacomo Milillo inviata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:
 
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Silvio Berlusconi
E p.c.: Al Ministro della Salute
Prof. Ferruccio Fazio
Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Sen. Maurizio Sacconi
Al Ministro dell'Economia e delle Finanze
On. Giulio Tremonti
Al Ministro per la Pubblica Amministrazione e
l'Innovazione
On. Renato Brunetta
Al Ministro della Semplificazione Normativa
Sen. Roberto Calderoli
Al Ministro per i rapporti con le Regioni e per
la Coesione Territoriale
On. Raffaele Fitto
Ai Presidenti di Regione
Agli Assessori Regionali alla Sanità
LORO SEDI
Raccomandata A/R
Al Presidente FNOMCeO
Dott. Amedeo Bianco
Ai Segretari Nazionali dei Sindacati Medici
 
 
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,

in qualità di Segretario Nazionale della FIMMG ritengo doveroso rappresentarLe il grave disagio e il sentimento di profonda mortificazione della gran parte dei medici di medicina generale, così come, ne sono certo, della stragrande maggioranza dei medici coinvolti da alcune disposizioni del Decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.

La maggioranza dei medici di medicina generale che FIMMG rappresenta, sebbene negativamente colpiti dall'atteggiamento pregiudizialmente vessatorio che ispira le innovazioni in materia di certificazione introdotte dal d.lvo richiamato, non hanno voluto, responsabilmente e strategicamente, ostacolare l'introduzione della trasmissione telematica del certificato di malattia, così come non si sono mai opposti all'introduzione della ricetta on line e del sistema tessera sanitaria nel suo insieme.

Lo stesso profilo di responsabilità, in considerazione delle difficoltà della finanza pubblica, ha portato ad escludere rivendicazioni economiche, ma sempre e solo a chiedere di essere messi nelle condizioni di poter utilizzare le nuove procedure senza inutili aggravi burocratici che sottraggono tempo prezioso ai loro prioritari obblighi assistenziali.

Questa posizione responsabile della FIMMG, non immune da critiche interne, ha trovato conforto in analoghi atteggiamenti di quasi tutte le OOSS mediche, che l'hanno ribadita e confermata più volte anche nell'ambito della FNOMCeO che, nel rispetto delle sue specifiche funzioni di rappresentanza istituzionale della professione, è più volte intervenuta sulla materia stigmatizzando accelerazioni mediatiche e procedurali talvolta minacciose ed ingiuriose, ma soprattutto sollecitando una sana collaborazione che affronti e superi le oggettive criticità del sistema senza mascherarle o dandole per superate.

Tale atteggiamento, fermo e responsabile, ha avuto due motivazioni fondamentali:

1. favorire l'avvio di un processo innovativo che da troppi anni era rimasto nelle dichiarazioni e nelle intenzioni e che tutti riteniamo utile e vantaggioso per il Paese e per i cittadini;

2. non concedere spazi a quelle forzature mediatiche e comunicative su presunte chiusure corporative dei medici che purtroppo hanno fatto da cornice ideologica a questa ed altre questioni che ci vedono coinvolti.

Questa disponibilità non è stata colta, tanto che la reiterazione da parte del Ministro Brunetta di atteggiamenti manifestamente diffamatori e provocatori ed una ostinata volontà a sottostimare le criticità applicative del sistema hanno costretto la FNOMCeO ad interrompere la sua partecipazione alla Commissione di collaudo dichiarando che, allo stato dei fatti, riconosceva il Ministro della Salute quale principale interlocutore affidabile.

Fin dai primi invii telematici dei certificati di malattia, il sistema è apparso inadeguato e lacunoso; i successivi interventi di implementazione e perfezionamento messi in atto, col nostro determinante contributo, hanno prodotto sicuramente miglioramenti, ma non hanno ancora portato il sistema ad un livello di funzionalità e quindi di fruibilità soddisfacente.
Dopo ben dieci mesi, durante i quali l'attività assistenziale dei medici è stata fortemente disturbata dalla sperimentazione dell'invio telematico della certificazione di malattia a causa del malfunzionamento del sistema, restano lacune ostative l'intero processo quale, ad esempio, l'invio telematico dei certificati redatti al domicilio del paziente, ancora di fatto non praticabile.

Nel caso di un qualsiasi impedimento nella filiera d'invio della certificazione la via alternativa (call center) alla trasmissione telematica si è dimostrata, a tutt'oggi, talmente fallimentare da suggerire l'opportunità di abbandonarla per la sproporzione fra i costi e i benefici ottenibili.

Nessuna responsabilità di questi deficit del sistema è dunque attribuibile ai medici, ed appare quindi ancora più assurdo attivare il regime sanzionatorio.

I medici di medicina generale non sono più disponibili a tacere sulle inevitabili conseguenze che l'obbligo di utilizzare un sistema con evidenti deficit di funzionamento comporterà anche per i cittadini, a causa delle ripercussioni negative sui tempi della attività assistenziale e sulla serenità dei professionisti.

Ciò vale certamente sia per i medici convenzionati che per i colleghi ospedalieri, tutti obbligati e sanzionabili nello stesso modo a norma del d.lvo 27 ottobre 2009, n. 150.

A buon diritto, perciò, tutte le categorie coinvolte chiedono insieme che le Aziende sanitarie forniscano i mezzi tecnici ed i supporti necessari per poter provvedere all'invio telematico dei certificati di malattia senza compromettere l'attività assistenziale e che venga prevista l'alternativa del cartaceo come procedura vicariante in caso di sopravvenienti cattivi funzionamenti.

Fino ad ora le reazioni dei medici sono state contenute, oltre che dalla responsabilità già ricordata della maggioranza delle loro Organizzazioni rappresentative, solo dall'attenzione, dall'ascolto e dalla mediazione operata dal Ministro della Salute Ferruccio Fazio.

Con l'approssimarsi della scadenza del 31 gennaio 2011, la constatazione che, sia da parte del Ministero dell'Innovazione che da parte di alcune regioni, "sperimentazioni inadeguate o fallite" sono dichiarate unilateralmente, con forzature demagogiche o derivanti da necessità di bilancio, "concluse con successo", pone i medici non solo nella condizione di non poter collaborare, ma di dover contrastare pubblicamente un processo applicativo, che maschera e sottostima le inadeguatezze del sistema e minaccia sanzioni severe agli inadempienti.

In questo modo si ingannano i cittadini e si mortificano inutilmente i medici.

La Fimmg, come ribadito in sede congressuale, è pronta a mettere in campo tutte le azioni sindacali e le risorse economiche necessarie a difendere, nelle sedi deputate, la categoria o i singoli medici che fossero sanzionati in modo inappropriato per effetto del "decreto Brunetta", supportata in questo dal parere di diversi legali che ne sostengono l'incostituzionalità per l'illegittimo esercizio della delega.

Con questa lettera la FIMMG lancia l'ultimo appello affinché la buona volontà dei medici non sia vanificata da una arrogante quanto disinvolta applicazione di una legge nella quale leggiamo con amarezza, una regia applicativa ispirata da una profonda disistima ed una ingenerosa mancanza di rispetto per la nostra professione.

La FIMMG ribadisce la Sua assoluta disponibilità a promuovere ulteriori progressi dell'e-health e del Sistema tessera sanitaria, purché i metodi di sperimentazione e introduzione siano graduali, ispirati al buon senso e al raggiungimento concreto del risultato, che non può prescindere dal coinvolgimento e dal consenso dei professionisti interessati, consapevoli che i cittadini misureranno il risultato nei fatti e non sui media.

Giacomo Milillo



 

24 gennaio 2011
© Riproduzione riservata

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