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Quota 100. Sivemp: “Sanità pubblica veterinaria sempre più vicina al collasso”


Il sindacato si unisce agli allarmi lanciati sulla misura dell’anticipo pensionistico che rischia di prosciugare anzitempo le risorse umane del Ssn. “Si rischia il collasso per mancanza di personale veterinario nei Dipartimenti di prevenzione delle ASL e negli IZS”

19 MAR - “L’allarme lo avevamo lanciato un anno fa, quando la possibilità di andare in pensione con quota 100 era ancora di là da venire, ma leggendo le previsioni contenute nell'indagine elaborata da Quotidiano Sanità, non possiamo che confermare: la sanità pubblica veterinaria italiana, in assenza di interventi urgenti, rischia il collasso per mancanza di personale veterinario nei Dipartimenti di prevenzione delle ASL e negli IZS”. È quanto afferma il Sivemp in una nota.
 
“Secondo l’indagine – ricorda il sindacato - , a fine 2018 hanno raggiunto “quota 100” 1.224 medici veterinari, su 5.312 in organico nel SSN (dato 2016, in calo costante considerato il blocco del turn over in atto da 10 anni). Ipotizzando che di questi il 25% aderisca all'opzione, ci troveremmo davanti alla perdita di un 5,76% di medici veterinari che uscirà dal sistema nel breve termine. A questo dobbiamo aggiungere, come rilevato dall'indagine SIVeMP e confermato dal Conto annuale, che il personale veterinario con più di 60 anni supera il 40% degli organici in servizio e andrà quindi in pensione con la legge “Fornero”, che, vale la pena ricordare, non è stata cancellata dal “Governo del cambiamento””.
 
“In sostanza – precisa il Sivemp - : entro 4 anni quasi il 50% delle risorse dei servizi veterinari sono destinate alla pensione e  le funzioni della sanità pubblica veterinaria ancorché svolte con professionalità e efficienza dal personale veterinario rimasto in servizio saranno quantitativamente insufficienti ad assicurare gli standard di prevenzione e garanzia sanitaria attuali. Per invertire questa tendenza va posto rimedio al ritardo accumulato negli ultimi 10 anni nella programmazione del ricambio generazionale dei professionisti che si stanno avviando alla pensione in modo massiccio mettendo in atto un immediato e adeguato piano di assunzioni di veterinari dirigenti per il reintegro degli organici dei servizi veterinari pubblici”.
 
“L’agroalimentare italiano – evidenzia il sindacato dei veterinari -  è il solo comparto in crescita del paese. Vale 140 miliardi di fatturato, occupa 400.000 addetti, 7000 aziende, genera un saldo positivo della bilancia commerciale di oltre 10 miliardi l’anno. Con i Servizi veterinari del SSN dimezzati, chi assicurerà la salute e il benessere degli animali (allevati per la produzione alimentare, da compagnia e selvatici)? Chi assicurerà il monitoraggio sanitario delle filiere dal campo alla tavola per garantire la sicurezza alimentare ai consumatori? Chi certificherà i prodotti della eccellente filiera agro – zootecnico- alimentare italiana destinati alle esportazioni? E’ una responsabilità che può essere imputata solamente ai decisori delle politiche sanitarie, a cominciare dal Ministro della salute sino agli Assessori alla sanità di Regioni e Province Autonome. Come è loro responsabilità dare con urgenza una prospettiva al CCNL dirigenza medica, veterinaria e sanitaria scaduto da 10 anni, il cui ritardo incentiva la fuga da un ambiente di lavoro ormai palesemente frustrante”.

19 marzo 2019
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