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Nue 112, una realtà solo per la metà delle Regioni italiane

di Giuseppe Varacalli

02 FEB - Gentile Direttore,
è già dal luglio del 1991 che il consiglio delle comunità europee parla di introduzione di un numero unico europeo NUE, per le chiamate di emergenza negli Stati membri. In realtà di numero verde europeo se ne parla già dal 1976 e vi erano in merito diverse raccomandazioni, nel ‘91, ci si prefiggeva di arrivare ad una copertura totale nel 1996, nel 2004 l’Unione Europea ha deciso che entro il 2008 il (NUE 1.1.2.) numero unico europeo 112 avrebbe dovuto essere esteso a tutti i paesi membri, tanti paesi europei si sono subito adeguati alla normativa, altri invece non ci sono ancora e per questo motivo sono stati sanzionati dall’Unione Europea.

Anche l’Italia è fra gli Stati non adeguati, e nel 2007 la commissione europea ha presentato ricorso. Tuttavia la buona volontà del governo della Repubblica italiana ha permesso la sospensione delle sanzioni reiterate però nel 2008 in quanto ancora non sanata l’inadempienza.

Nel 2013 il 27% dei cittadini europei conosceva l’uso del 112 mentre in Italia la percentuale era del 5%.
Ancora oggi in Italia sono solo la metà delle regioni ad essersi dotate del numero unico 112.

Il modello organizzativo prevede una centrale unica di risposta nella quale vengono convogliate le linee 112 , 113, 115 e 118, gli operatori vengono formati per gestire la prima risposta, smistano le telefonate agli enti responsabili della gestione delle emergenze, ovvero alla polizia di Stato, all’arma dei carabinieri, ai vigili del fuoco o al soccorso sanitario. Il numero 112 è già fruibile nelle regioni in cui sono operative le centrali uniche di risposta anche tramite l’app “Where Our U”dedicata agli smartphone. L’app consente di effettuare una chiamata di emergenza e l’invio automatico dei dati relativi alla geolocalizzazione ricavati dal sistema di posizionamento GPS del telefono.

Anche in caso di mancata ricezione dell’operatore telefonico o in caso di mancanza di credito disponibile nel cellulare compare sul display la dicitura “solo chiamate di emergenza”, dunque senza bisogno di sbloccare il telefonino si può comporre il NUE di emergenza, inoltre, a partire dal 31 marzo 2018 le case automobilistiche devono installare di serie sulle autovetture destinate alla commercializzazione nell’Unione Europea un dispositivo finalizzato ad inviare una chiamata di emergenza 112, in caso di incidente tale provvedimento, potrà salvare da stime effettuate all’incirca 1500 vite ogni anno. In Italia i lunghi lavori della Salerno Reggio Calabria hanno una giusta motivazione, essa sarà infatti la prima SMART ROAD d’Europa, adeguata per le nuove tecnologie, con wireless di ultima generazione. Il 112 non solo sarà dunque da considerare un presidio salvavita ma si deve considerare anche una nuova opportunità per la creazione di tanti posti di lavoro.

Infatti dovranno nascere call center adeguati con personale formato, e l’indotto di questa nuova tecnologia potrà aiutare una reale crescita in termini di sicurezza, economia e benessere per tutta l’Europa. La Calabria che con la sua grande opera autostradale, sarà la prima a poter fruire di un incredibile presidio di sicurezza, è ancora lacunosa insieme a tante altre regioni italiane nell’attivazione del 112.

L’Europa ci invita a correre tempestivamente ai rimedi, serve in tutta l’Italia una campagna conoscitiva dell’importanza del numero unico europeo, serve urgentemente uniformare il territorio italiano attivando il 112 in ogni regione.
 
Giuseppe Varacalli
Presidente di Federsanità Anci Calabria e membro del Comitato Europeo delle Regioni


02 febbraio 2022
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